Il dopo Renzi: il “pensiero lungo” c’è, manca la pratica

di Paolo Scattoni

Lunedì sera presso il ristorante Il Pino si è tenuta una cena con Matteo Renzi che presentava il suo ultimo libro “La mossa del cavallo”. Probabilmente un pretesto per dare avvio alla campagna elettorale per le regionali di Italia Viva da queste parti.

Non ero invitato e non ci sarei neppure andato perché ormai da molti anni considero il renzismo un danno per chi vorrebbe una politica progressista.

Quello che mi interessa sottolineare è l’inizio di dibattito che si è svolto nella stampa online. Su Primapagina ad esempio si commentato con la richiesta al PD e alle forze progressiste della messa a punto di una strategia, “di un pensiero lungo”. Io credo che in realtà il “pensiero lungo” per una forza o una coalizione progressista sia molto semplice: “Coesione sociale e coesione territoriale”. La coesione sociale la si dovrebbe misurare con la riduzione delle distanze fra chi ha molto e chi ha poco o nulla.

La coesione territoriale la si dovrebbe misurare con la riduzione delle distanze fra aree più ricche con quelle più in difficoltà. Per questi obiettivi le forze progressiste e il PD in particolare possono vantare buoni cervelli che sono semplicemente da risvegliare dall’isolamento in cui l politica li ha costretti.

Quello che invece manca è il modo con cui si opera. Trasparenza e e partecipazione sono predicate, ma non perseguite.

Queste elezioni regionali ne sono la prova. La candidatura di Eugenio Giani come è emersa? Nel momento della scissione assai probabilmente Renzi si è voluto assicurare il suo feudo regionale in Toscana. La investitura di Stefano Scaramelli a un “assessorato di peso” come è stata decisa? Anche questo è un mistero (spartizione?). La candidatura di Giani è stata ufficializzata in dicembre 2019. Non ho avuto alcun sentore di dibattito e di confronto né al’interno del PD e neppure fuori. Direi poi che la candidatura di Susanna Ceccanti da parte della destra ha fatto il resto. Una candidatura abbastanza insignificante che sembra fatta per perdere.

Io credo che il cosiddetto pensiero lungo delle forze progressiste lo si dovrebbe sviluppare nella pratica. Sono anni, soprattutto negli ultimi tre con carbonizzatore e depuratore, il destino del comune di Chiusi è quello di pattumiera dell’intera regione e oltre. Chissà se alla cena l’argomento è stato trattato.

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Una risposta a Il dopo Renzi: il “pensiero lungo” c’è, manca la pratica

  1. enzo sorbera scrive:

    Susanna Ceccardi è un’europarlamentare, quota Lega (attualmente è anche la Commissaria regionale). Non proprio una candidatura “zero potenzialità”. Forse gli alleati della Lega avrebbero potuto presentare altri “calibri”, ma una candidatura di coalizione è soggetta a compromessi. Stona un po’, invero, il tasto ribattuto che non vogliono accordi con Renzi (la Ceccardi ha usato un brutto soprannome, in verità, e qualche frase con troppi aggettivi s-qualificativi per non sembrare sospetta). Però, fino a prova contraria, siamo tutti innocenti. Vedremo. Quanto alla sinistra, c’è da dire che prevale il gioco a incastro delle caselle rotanti: un psi, un pd, un iv e via spostando di casella in casella. Sembra quel vecchio gioco del tappo: alla fine, i partecipanti sono tutti ubriachi. Non sembrerebbe esattamente la risposta appropriata alla richiesta di una strategia di lungo respiro che viene avanzata da qualche militante.

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