Variante al PIT: quando in Consiglio regionale non si sente

di Paolo Scattoni

Due giorni fa ho dato notizia di un punto all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del 30 aprile che riguardava Chiusi. La notizia mi era stata segnalata dal consigliere Tommaso Fattori, che un po’ conosce le vicende di Chiusi. Si trattava di una variante al Piano di Indirizzo Territoriale regionale relativa a due aree del nostro comune: Boncia e Dolcianello. Se ne richiedeva la riclassificazione in aree degradate per le quali non è più richiesta l’autorizzazione paesaggistica.

Dalle notizie che avevo avuto quel punto sarebbe stato inserito all’ultimo momento e non ci sarebbe stato abbastanza tempo per un approfondimento.

Sempre dallo stesso consigliere ora so che la delibera è stata approvata senza dibattito.La seduta era in collegamento. Il consigliere ha chiesto la parola, ma non è stata concessa. “Pare che non si sentisse”, ma era già intervenuto prima su altri argomenti e si era sentito benissimo. Magari si voleva concludere presto visto che erano le 22.30. Niente di nuovo sotto il sole, sappiamo.

Da tempo avevo deciso di non votare per il candidato ufficiale del PD Giani. Questo passaggio rafforza la mia decisione. Non fosse altro per l’incapacità dimostrata nell’organizzare una seduta. Se non è capace come presidente del consiglio regionale figuriamoci come presidente della giunta.

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Una risposta a Variante al PIT: quando in Consiglio regionale non si sente

  1. pscattoni scrive:

    La mia valutazione è questa: senza poter vedere le aree definite “compromesse e degradate” sia del comune di Chiusi che di Scandicci (dato che si trattava di due atti simili e dato che nelle delibere vengono citati solo i vincoli all’interno dei quali tali aree sono collocate: in teoria potrebbero coincidere anche con l’intero areale vincolato), è difficile capire se si tratta di atti ragionevoli oppure di una forzatura della norma del Codice, per favorire qualcosa di poco bello. Concordo infatti come riflessioni del tuo amico (sarebbe meglio il ripristino!), ma purtroppo, al di là della legge regionale toscana, è il codice che prevede specifiche possibilità per queste aree (la non necessità dell’autorizzazione paesaggistica, a fronte di una procedura preliminare di riconoscimento congiunto Regione-MiBACT dell’effettivo degrado, e degli interventi atti a superarlo). Credo che sia questo il motivo per cui la Marson ne dovette prendere atto…
    Il fatto è che la messa al voto delle sole delibere è un modo per chiedere al consiglio di compiere un atto di fede, senza poter valutare che cosa si approva realmente.
    L’unica imprecisione è forse là dove scrivi ” Il consigliere ha chiesto la parola, ma non è stata concessa. “Pare che non si sentisse”, ma era già intervenuto prima su altri argomenti e si era sentito benissimo. Magari si voleva concludere presto visto che erano le 22.30″
    Forse sarebbe più preciso qualcosa del tipo “Dopo aver chiesto la parola una prima volta…

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