Bioecologia: i comitati chiedono alla Regione Toscana di ripensare una VIA che si ferma al confine

di Paolo Scattoni

C’è un nuovo passaggio nella vicenda ACEA. Questa volta riguarda il depuratore di Bioecologia, ormai acquisito anch’esso da ACEA.

Il Comitato ARIA e le Associazioni “Il Bersaglio” di Montepulciano e “Il Riccio” di Città della Pieve hanno rilevato ed evidenziato  alla Regione Toscana (Direzione Ambiente ed Energia) e all’ARPA Toscana una questione procedurale attinente l’iter della valutazione di impatto ambientale (VIA) attualmente in corso.
La nota è stata inviata alla Regione Toscana (Direzione Ambiente) e per conoscenza alla Regione Umbria e al Comune di Città della Pieve.
L’evidenza riguarda

un grave insanabile VIZIO della procedura in oggetto, non essendo stati interessati, nella valutazione della VIA Postuma dell’impianto di trattamenti rifiuti di Bioecologia Srl, la limitrofa Regione Umbria, il Comune di Città della Pieve e tutti gli enti della regione Umbria all’uopo preposti.”
Al di là del linguaggio giuridico, la questione è molto semplice. La nota infatti denuncia la mancanza di coinvolgimento della Regione Umbria e del Comune di Città della Pieve come invece prevede la legge nel caso di impianti che interessano regioni limitrofe. Non potrebbe essere altrimenti. Come si fa a valutare l’impatto delle emissioni sui “recettori” senza tenere conto, come fa Bioecologia, di quelli che stanno in Umbria a poche decine di metri dal confine della Toscana? Gli utenti della palestra, tanto per fare un esempio, non respirano la stessa aria dei “recettori” in Toscana? Di fronte a questa evidente constatazione, la richiesta del Comitato ARIA e delle due associazioni ambientaliste è quella di chiedere alla Regione Toscana l’adozione di provvedimenti che possano garantire la completezza della procedura di VIA già dal primo step procedurale.
Ci sarà tempo per approfondire anche altri aspetti, per esempio l’approssimativa analisi anche dei “recettori” in territorio toscano. Per ora è utile che la cittadinanza prenda nota di questo ulteriore sviluppo.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

7 risposte a Bioecologia: i comitati chiedono alla Regione Toscana di ripensare una VIA che si ferma al confine

  1. pscattoni scrive:

    Se c’è un movimento consapevole e la conseguente partecipazione i risultati ci sono come pure ci sono gli strumenti per amplificarne la forza. Punto.

  2. carlo sacco scrive:

    No,non sono io che non ho capito e neppure tu che non ti sei spiegato.Ma pensi davvero che chi decide per noi e che non è trasparente non sappia che la Costituzione voglia la trasparenza?Se non sono trasparenti lo fanno a ragion veduta per una ragione di potere e di regnare sopra gli altri,sperando che la gente si sfianchi per il semplice motivo che non si debba disturbare il manovratore e di creare più difficile il lavoro a chi li vorrebbe scalzare con gli argomenti,altro che governare in favore della gente(mi sembra che hai dovuto sudare sette camicie per avere quello che dovrebbe essere stato normale avere,oppure mi sbaglio?)Allora la Costituzione loro per primi avrebbero dovuto osservarla,o no?In pratica è la legge del Marchese del Grillo:”io sono io e voi non siete un ca…o” ma per assumere tale parte hanno bisogno di consensi ed arrivano persino a bluffare platealmente per averli attraverso contorsioni e rigirii.La vicenda di come si è conclusa la prima parte del confronto con Acea stà lì a dimostrarlo e solo chi è in malafede vorrebbe dargli un altra e diversa visione.Ma ogni tanto per fortuna anche qualche ciambella non viene col buco e dico così perchè di ciambelle se uno guarda al pregresso ne hanno sfornate anche troppe senza buco ma in pratica è stato come se il buco ci fosse venuto.E questo se permetti lo si deve non alla bravura di qualche prestigiatore politico di bassa levatura ma a come è costituita la gente a Chiusi.

  3. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. Evidentemente in post precedenti non mi sono spiegato. Le norme in Italia, grazie anche e soprattutto alla nostra Costituzione, disegnano una situazione ideale dove tutto nell’amministrazione pubblica è accessibile e conoscibile. Lo stato ideale però non esiste e la trasparenza è uno stato relativo che deve essere conquistato nella pratica. Nella mia ricerca ho cercato di mettere a punto strumenti che nell’ambito della “pianificazione” possano aiutare in un tale processo (vedi ad esempio la mia proposta di chiusiaperta.it). Con la vicenda carbonizzatore abbiamo vissuto una bellissima esperienza dove sapere esperto (ingegneri, avvocati, urbanisti, ecc) insieme alla cosiddetta conoscenza comune hanno prodotto proprio il risultato di SVELARE la logica di una decisione. Anche in questo caso il risultato è relativo, ma sicuramente significativo.

  4. carlo sacco scrive:

    Ma come? Proprio tu che hai sprecato ore ed ore del tuo tempo personale a cercare le comunicazioni che dovrebbero essere pubbliche e che alla fin fine hai avuto(ma neanche sempre) dopo settimame e settimane a causa della tua caparbietà a valere sopra cose giuste dove ti sei attivato forse anche per anni, che mi parli di trasparenza? E’ quella che manca, a tutti i livelli, primo a livello locale, poi nei rapporti con la PA e le multiutility questo lo abbiamo visto ed è sintomatico che la PA ricorra ai giudizi di terzi quando fiuta il pericolo della perdita di consensi.Ed il caso trascorso di Acea ne è lo specchio,mentre per altri che sanno di bleffare dicono che sarebbe andato tutto in ugual maniera come si è concluso(momentaneamente vero?)…siamo a vivere tutti insieme questa realtà,non sò se te ne rendi conto a quale livello sia arrivata l’ignoranza dei problemi da parte di chi se ne dovrebbe far carico per la vita dignitosa dei cittadini.Allora tutto questo cosa è? Te lo chiedo,perchè sennò si può dire di tutto ed il contrario di tutto.Di fronte ad una platea che quando fiuta di correre il rischio che gli si tocchi il proprio( la propria salute9 interviene con forza, ma che sempre è stata relegata ai margini e non si è fatta mai sentire,nè soprattutto i partiti che ne stanno dietro si sono mai attivati..Solo in occasione delle elezioni.Allora Chiusi ti sembra un luogo normale di gente normale guidata da un partito normale?

  5. pscattoni scrive:

    In una pagina aposita di chiusiblog si può trovare il testo inviao via PEC http://www.chiusiblog.it/?page_id=36654

  6. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. Sulla natura della mala-urbanistica in Italia ho scritto abbastanza nel tempo. Su Chiusi c’è la mia tesi di dottorato del 1987 presso la Università di Newcastle (UK). Sono 400 pagine di testo più un’ottantina di illustrazioni. Il modello che sottintendeva a quelle pratiche a Chiusi credo che sia ben spiegato. È stato alla base di numerosi conflitti anche e soprattutto all’interno del PCI. Ora quel modello non regge più. Le vicende di oggi non riguardano più tanto i “palazzinari” quanto piuttosto giochi più complessi di accordi fra una potente multiutility e la Regione. Il Comune è stato soltanto un gregario. La medicina? Una trasparenza assoluta delle procedure.

  7. carlo sacco scrive:

    Tu dici sempre che io mi rifaccio inutilmente ” ai massimi sistemi”.Mi spiegheresti come valuti tale TENDENZA che descrivi della Pubblica Amministrazione allora ? Perchè di tendenza parli oppure è un fatto casuale? E’ un giudizio politico oppure non c’entra nulla e ne fai derivare solo un discorso tecnico-attuativo e scarno relativo alle finalità procedurali ? Perchè le domande consequenziali sono quelle del ” cui prodest” oppure non si vuol far emergere la dirimenza di interessi fra la popolazione o chi si eriga quasi a mediatore di questi interessi? E quali sono questi interessi? E’ troppo complicato parlare di come abbia preso campo nel tempo tutto questo da parte della PA alla quale nella teoria dovrebbe stare a cuore l’interesse pubblico? Discorso troppo lungo da affrontare per ottenere una risposta sintetica?Eppure i nodi della questione sono questi, o no ? Tu hai sempre parlato di ”amministrare mediando sulle differenze”.Vediamo come rispondi rispetto al perchè di tale tendenza.

I commenti sono chiusi.