Il bene della scuola non si fa con la guerra

scuoladi Rita Fiorini Vagnetti

L’inizio del nuovo anno scolastico è quasi alle porte e quindi é più che giusto rientrare dalle vacanze non certo solo fisicamente quanto a livello di decisioni e scelte. Sempre rimanendo informati da certa stampa locale mi vengono spontanee alcune riflessioni.

Parlare di vincitori quando si parla di istituzioni scolastiche e politiche- amministrative non credo sia un bel messaggio del quale potersi gloriare. Comunque si tratta  di istituzioni che nel paese determinano la vita dei cittadini, ognuno nel suo ruolo.

È la famosa vittoria di Pirro e non credo necessario specificare.

Vincere in questo specifico caso è  solo prendere atto di decisioni che a mio tempo erano appannaggio della scuola, nel rispetto delle regole e delle varie concertazioni. Probabilmente con la” buona scuola” le regole sono cambiate

Non credo però che sia cambiata la posizione degli operatori scolastici che da bravi pater familias agiscono sempre e comunque nell’interesse dei giovani e di conseguenza del paese.

Però la vittoria di oggi potrebbe significare la debolezza di domani, gufi a parte. Pertanto è bene quello che finisce bene. Personalmente però io che all’inizio ho espresso da persona per lunghi anni addetta ai lavori una posizione che voleva spiegare la funzione della scuola e dei suoi rappresentanti non mi sento assolutamente sconfitta

La mia non era una posizione ragioneristica. Piuttosto una posizione di oculata previsione per un futuro comunque incerto e appannato. E pur contando poco rimango della stessa idea

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Una risposta a Il bene della scuola non si fa con la guerra

  1. pscattoni scrive:

    Cosa intenda la professoressa Fiorini per “certa stampa” non so. Fino a poco tempo fa mi sarei preoccupato di andarlo a ricercare, oggi non lo faccio più. È una perdita di tempo. Io credo che parlare di scuola è sempre utile, purché sia fatto senza secondi fini.
    Se vogliamo parlare di scuola facciamolo, non abbiamo bisogno di padrini o padroni per farlo. Se “certa stampa” vorrà interessarsene bene, altrimenti ci accontenteremo dell’informazione che passa il convento. Finché non ci chiudono c’è sempre questo blog.
    Parliamo di scuola come una componente di un movimento più vasto di costruzione della cultura locale. “Certa stampa” non è riuscita a dedicare qualche riga alle attività dell’associazione Innovazione Locale. O meglio una volta l’ha fatto riportando un’uscita di un consigliere regionale che attribuiva ad altri quelle iniziative. Anche quella di Innovazione Locale è cultura… e senza padroni.
    La mia modesta opinione è che tutta questa esibizione muscolare riportata da “certa stampa” sia strumentale. Parlare di quello per non parlare d’altro. L’articolo di Romano Romanini sulla area ACEA alle Biffe che precede questo di Rita Fiorini sul blog ha ottenuto in poco più di due giorni 400 letture. Quale miglior diversivo riattizzare la canizza sulla scuola.

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