Area ACEA alle Biffe: chi ci guadagna?

acea a chiusidi Romano Romanini

Ormai anche i sassi sanno che grazie alle iniziative del nostro sindaco il rischio che Chiusi diventi uno dei principali poli interregionali di trattamento dei rifiuti è molto alto.

Che ciò accada non è scontato e molto dipenderà da come i cittadini (non solo di Chiusi) sapranno opporsi. Gli eventi di questi ultimi due anni infatti ci dicono che non è certo facendo affidamento sulle forze politiche di opposizione che possiamo sperare di evitare questa vera e propria iattura. Timide e attendiste quelle di Possiamo addirittura conniventi con l’Amministrazione quelle dei Cinque Stelle.

Tutto quello che sappiamo lo dobbiamo al Comitato ARIA:

  1. Il Comune di Chiusi ha venduto l’area dell’ex Frigomacello ad ACEA Ambiente per circa 2,8 mln di € ripianando così gran parte dei debiti contratti dalle improvvide iniziative delle amministrazioni Ceccobao, Scaramelli e Bettolini che in quasi 20 anni hanno tentato invano di costruire prima uno stadio faraonico, poi un palasport altrettanto chimerico ancora oggi non finito e tristemente abbandonato ai confini sud del territorio comunale.

  2. ACEA ha avviato le progettazioni per realizzare un carbonizzatore idrotermale con il quale trattare i fanghi della depurazione delle acque fognarie provenienti dai suoi impianti (circa 800) distribuiti tra Toscana, Umbria e Lazio.

  3. ACEA ha intenzione di realizzare nella stessa area altri due impianti, uno per trattare i fanghi di depurazione dei suoi inceneritori, e l’altro per “pellettizzare” il compost proveniente dal suo impianto di Orvieto.

  4. ACEA di recente ha acquistato Bioecologia la società proprietaria del depuratore di fanghi biologici collocato anch’esso nella stessa area delle Biffe.

ACEA, un colosso nazionale del settore dei rifiuti, non investe diverse decine di milioni se non ha un progetto strategico chiaro, coordinato e di lungo periodo. Se la realizzazione del carbonizzatore (e poi degli altri due impianti) risponde ad esigenze operative già consolidate, l’acquisto di Bioecologia prefigura uno scenario di ulteriore sviluppo nel settore. Ciò che è possibile prevedere è che ACEA opererà in Bioecologia quegli investimenti necessari a rendere remunerativa l’attività dell’impianto che la vecchia proprietà non aveva la capacità di effettuare. La domanda da porsi è: perché ACEA ha acquistato un’azienda in perdita cronica da sempre? Una delle più probabili risposte è che Bioecologia ha notevoli potenzialità di guadagno a condizione di investimenti per ampliare le categorie di rifiuti da trattare a tipologie più remunerative dal punto di vista economico come i rifiuti speciali e pericolosi. Questo è quello che scrivevano i vecchi proprietari nella Relazioni ai Bilanci 2014 e 2015. Loro non avevano le risorse per farlo, ma ACEA si.

Riepilogando: Oggi carbonizzatore e depuratore per i rifiuti di tre regioni. Domani impianto per i fanghi degli inceneritori. Circa 12 ettari di aree per trattare rifiuti a ridosso del paese che è da sempre “la porta di ingresso” di un’area vasta di altissimo pregio storico e ambientale. Come chiamare questo se non Polo Interregionale dei rifiuti?

Senz’altro ACEA cura in modo adeguato i propri interessi che però sono l’esatto contrario di quelli degli abitanti di questi territori. Rischi ambientali e sanitari per noi e le generazioni future, compromissione di settori importanti dell’economia come quello del turismo. Certo è che impedire la realizzazione di questo progetto non sarà sufficiente a invertire il declino del nostro paese ma senz’altro consentirà di evitare la sua compromissione definitiva e ci salvaguarderà dai rischi ambientali e sanitari a cui saremmo esposti.

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5 risposte a Area ACEA alle Biffe: chi ci guadagna?

  1. pscattoni scrive:

    x Carlo Giulietti. Mi confronto sempre volentieri con i consiglieri comunali, soprattutto quelli di opposizione. L’ho fatto anche ieri davanti a un caffè subito dopo il Consiglio comunale. Quello che penso l’ho detto prima di tutto a loro. Al consigliere di Possiamo ho fatto presente che sono ormai mesi che il suo gruppo non presenta interrogazioni, interpellanze o mozioni. Mi ha risposto che loro sono stanchi perché non riescono a vedere gli effetti dei loro sforzi. In passato (remoto) sono stato consigliere di minoranza e di “domande” ne feci tante. Sono servite? Credo di si anche se non come avrei voluto. Intanto sarebbe opportuno che i consiglieri tutti si esprimessero sul testo che ha accompagnato la raccolta delle firme e che, dati i numeri, è stato sottoscritto anche da molti loro elettori. Poi c’è l’impegno su altri temi come il caso della perizia per la concessione di un usufrutto trentennale del teatro alla fondazione Orizzonti. Quell’impegno è stato secondo me utile a dimostrazione che quando vogliono sanno essere molto efficaci. Ci torneremo.

  2. Carlo Giulietti scrive:

    Non per voler fare l’avvocato difensore di qualcuno, che non ne ho titolo, ma il giudizio sulle opposizioni invece mi sembra un po’ troppo duro. Non possiamo pretendere che vadano in consiglio Armate, penso . Magari il comitato potrebbe suggerire qualche azione, interessante parlandone. I rappresentanti mi sembrano persone più che ragionevoli e ritengo che questo sia il momento di cercare unità, più che scontro

  3. Paolo Scattoni scrive:

    Ottima sintesi. Come si diceva una volta “il problema è politico”. La strategia di ACEA è incompatibile con altre, magari predicate, ma in prospettiva impossibili in un Comune che sceglierebbe uno sviluppo basato sul trattamento dei rifiuti. Senza quindi nascondersi dietro un dito si cominci a ragionare anche su questo tema.

  4. Carlo Giulietti scrive:

    Preoccupante, più che interessante direi! Adesso ci vorrebbe che qualcuno dell’amministrazione dicesse se le ipotesi di Romano sono solo tali confutandole o se rientra nei loro intenti che possano concretizzarsi. In diverse occasioni hanno cercato di tranquillizzare la cittadinanza, anche se mai in contraddittorio pubblico, questa potrebbe essere un’occasione per cominciare. Ovviamente non ci conto…

  5. anna duchini scrive:

    Sono convinta che se qualche granellino di sabbia nel meccanismo di realizzazione del carbonizzatore delle Biffe, si possa infilare, sia solo attraverso la mobilitazione dei cittadini di questi territori.
    E credo che le oltre 2500 firme raccolte dal comitato ARIA un granellino un po’ lo siano

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