The face of Asia- Le potenzialità dell’ Archivio Sacco

mostra saccoricevuto da Carlo Sacco

In maniera molto più ridotta di quanto esposto alla saletta del teatro a Chiusi nel 2015, Carlo Sacco su proposta dell’Assessorato alla cultura del Comune di Città della Pieve effettuerà dal 11 Maggio al 19 Maggio una mostra fotografica su quattro temi:Il lavoro dell’Uomo nell‘inferno di Calcutta, Angkor i Figli degli Dei ,e Falkland Road ovvero la prostituzione di Mumbai, Vietnam e Laos di grande formato.

Le quattro piccole mostre con un estratto di foto da questi quattro argomenti sono contornati da un seminario sulla fotografia di reportage come racconto di esperienze di viaggio fotografico,dove i presenti potranno intervenire con domande e quesiti riguardanti le esperienze fotografiche che si incontrano viaggiando fuori circuito. Saranno anche in mostra oggettistiche storico- etniche orientali, ceramiche cinesi antiche e documenti,nonchè uno spaccato di una rarissima letteratura originale dei viaggi di esplorazione effettuati perlopiù nel 1800 e 1900 da coloro che tracciarono le prime piste dei percorsi esplorativi dell’Asia, le riproduzioni di rarissima cartografia dell’Himalaya,dei viaggi di Sven Hedin pubblicate la prima volta dalla Royal Geographic Society di Londra, del percorso del Brahamaputra in Tibet,le storiche foto provenienti da lastre della Birmania dell’800 di Philippe Adolphe Klier ristampate proprio da Carlo Sacco su carta di cotone con inchiostro a pigmenti di carbone.

Tutto il materiale in mostra forma una piccola parte dell’Archivio Sacco The Face of Asia che l’Assessorato alla Cultura di Città della Pieve ha voluto ospitare in Palazzo della Cornia quale ultima iniziativa a conclusione del mandato amministrativo. L’orario della Mostra sarà il seguente: 09,30-13,00 / 15,30-18,30.

Questa voce è stata pubblicata in CULTURA. Contrassegna il permalink.

3 risposte a The face of Asia- Le potenzialità dell’ Archivio Sacco

  1. carlo sacco scrive:

    Un amico una volta scrisse che non si capiva dai miei scatti se viaggiassi per fotografare o fotografassi per viaggiare.Probabilmente nei miei intenti erano contenute tutte e due le motivazioni.Nella materia della fotografia di reportage fatta come io l’ho affrontata ci sono stati aspetti positivi e negativi,momenti vissuti intensamente e momenti di sconforto,spesso ho dovuto improvvisare.Ho viaggiato per la maggior parte delle volte da solo e qualche volta con pochissimi amici fidati che avevano le mie stesse motivazioni.Voglio aggiungere una cosa che mi sembra importante però,importante e lapalissiana nello stesso tempo poichè tutti o quasi i giovani di oggi usano i mezzi mediatici,computers,internet, fotocamere digitali che se vogliamo,una volta premuto il bottone dello scatto l’immagine un minuto dopo fà il giro del mondo.Quando viaggiavo dalla fine degli anni 60 in poi,tutto questo non avveniva e la conoscenza doveva essere fatta prima di partire,dai libri,dalle lettere che scrivevo,dai contatti che prendevo e dalle informazioni prese da qua,dal nostro mondo,riguardanti spostamenti e ciò che avrei trovato in cammino.Tutto questo si traduceva per essere realizzato quasi in una attività frenetica di ricerca,di speranze,di volontà.Ed allora la cosa positiva è che tutto questo resta addosso e non si dimentica e fa parte di noi e del nostro vissuto.Oggi non è più così e per parecchi aspetti per tante persone è mero consumo.

  2. luciano fiorani scrive:

    Si tratta di esposizioni di qualità che meritano assolutamente l’attenzione di chi è interessato ai viaggi, alla fotografia e …all’umanità.

  3. Luca Scaramelli scrive:

    Ho avuto la fortuna di poter vedere una parte dell’archivio. Invito a chi ne ha la possibilità a visitare la mostra perché il materiale vale veramente la pena.

I commenti sono chiusi.