ACEA: quattro giorni di “cattivi” pensieri

area-centro-carni-vuotadi Paolo Scattoni

Quattro giorni, sono quelli in cui sulla vicenda ho maturato qualcosa.

Il 28 mi scrive un amico: “Buongiorno Paolo solo per segnalarti questo articolo che ho trovato online Ciao”

Lo ringrazio. Lui commenta se Chiusi non sia diventatato una pattumiera: megastalla, forno crematorio ecc. Gli rispondo così: “È un po’ la solita storia. Secondo me già ci sono i “clienti”, ma non lo vogliono dire. Secondo me ci sarà un impianto tipo bioecologia. I nostri consiglieri di opposizione non fanno il loro mestiere adeguatamente. Perché la mega stalla di Brugnaro da 2000 copi in territorio di Castiglione del lago, ma al confine con Chiusi che cosa è? Io ho creato chiusipaerta.it. ma non c’è partecipazione. Perché nessuno si preoccupa di aprire un’area di decisione e si prende poi carico di tenerla aggiornata Per quale mai motivo la puzza deve riversarsi su pezzi del comune di Chiusi?

Il giorno dopo, in serata faccio un incontro fortunato perché l’albo pretorio non è fra le mie lettura preferite. Trovo la convocazione del Consiglio per il 4 dicembre. LO pubblico sul blog la mattina successiva e scrivo un commento sul solito orario infelice. Poi cerco la delibera di Giunta comunale, la 271, che il Consiglio dovrebbe approvare. Non la trovo. Mi rivolgo a chi sa cercare sull’albo pretorio. Mi confermano che non c’è. Commento di nuovo e chiedo aiuto. Mi risponde la consigliera Lottarini che invia la famosa delibera, ma non gli allegati.

Siamo dunque arrivati al 30 novembre. Chiedo ai due consiglieri di Possiamo di chiedere ragione della mancata dovuta pubblicazione all’Albo pretorio. Mi promettono che avrebbero chiesto. Non so se la pubblicazione del 1 dicembre sia dovuta alla loro segnalazione. Ci sono ache gi allegati. Nel frattempo avevo già provveduto a creare una pagina su questo blog per raccogliere la documentazione già prodotta e quella che emergerà.

Oggi ho anche parlato con un imprenditore di lughissimo corso e un ex assessore. Mi parlano di interessi passati da parte della Banca Valdichiana per un ‘opportuna utilizzazione dell’area, senza però conseguenze.

Ho anche deciso di scrivere a una ventina di amici per proporre la costituzione di un comitato. È un’iniziativa volta non tanto ad attaccare comunque, quanto piuttosto per raccogliere documentazione man mano che si rende disponibile. Vedremo se ci saranno risposte.

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3 risposte a ACEA: quattro giorni di “cattivi” pensieri

  1. pscattoni scrive:

    Chiedo a Luciano (Fiorani) una provocazione, ma semplicemente un’esemplificazione per farmi capire. Questo pomeriggio sono stato al Maker Faire alla fiera di Roma. C’erano 9 padiglioni su due piani con applicazioni sorprendenti dai robot, alle applicazioni in agricoltura. Quello che più mi ha colpito è stata la ressa di ragazzini incantati e curiosi. Dal mio punto di vista quello per me è il futuro. All’opposto se si prende come riferimentp.Trump ela nord Corea l’idea pessimistica che emerge è che è tutto inutile data la probabilità di una guerra nucleare. Io vredo che debba sposare il primo punto di vista. Conviene.
    Lo stesso per Chiusi. Luciano mi conosce e sa che non sono il Candide di Chiusi. Sono più semplicemente uno che cerca di fare perché preferisce la speranza.

    x Roberto Donatelli. Non sono d’accordo sulla ricchezza di Chiusi. Roberto prova una volta o due per la Caritas quando distribuiscono vestiti e cibo. Ti accorgerai quanta povertà c’è in giro.

  2. roberto donatelli scrive:

    Secondo me c’è troppo benessere a Chiusi, troppo menefreghismo e, quello che io chiamo
    ‘ ignoranza arrogante ‘.

  3. luciano fiorani scrive:

    Il metodo e lo spirito che lo anima sono ineccepibili. Per quel poco che posso c’è la mia disponibilità.
    Ma dico anche che queste battaglie è giusto farle ma siccome non è certo la prima una qualche lezione dovremmo averla avuta. E, secondo me, la principale è che la popolazione di Chiusi se ne frega bellamente di questi problemi.
    Non che sottovaluti le questioni ambientali, infatti sulle cacche dei cani, su cosa mettere nel sacchetto del multimateriale, se la scatoletta del supermercato è scaduta ma anche sul destino della foresta amazzonica c’è un sentire diffuso.
    E’ su quello che accade qui e intorno a noi che non c’è il minimo interesse. Ed è un modo che accomuna giovani e vecchi, ricchi e poveracci, chi ha studiato e chi la scuola l’ha vista poco.
    Sono convinto che lo studio “delle carte” è decisivo, per documentarsi e per capire meglio i fatti ma se non si trova il verso di bonificare questa palude sociale ogni sforzo sia vano e gli appelli e le spiegazioni siano, seppur modestamente, accostabili a quelle che Luigi Einaudi chiamava, prediche inutili.

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