Orizzonti: il passato che ritorna

festivalorizzonti2016_presentazionedi Rita Fiorini Vagnetti

” un bilancio che e’ solo una relazione contabile, un bilancio cioè ragionieristico,  è un superficiale biglietto da visita  per prevedere il futuro di un paese che ha la pretesa da parte dell’amministrazione di gestire la cosa pubblica in solitaria  senza tener conto, in concreto,  delle vere esigenze dei cittadini”.

Non e’ per essere disfattisti ma purtroppo il passato della mia esperienza in Consiglio come opposizione e’ troppo recente per non essere ancora sollecitata ad esprimere qualche parere, così solo per un pourparler e… neanche tanto..

Votando contro il bilancio di previsione dell’ultimo anno utile del mio mandato, ho specificato che si trattava di “un bilancio senza anima, una nota contabile , ovviamente a pareggio finale , senza cioè una visione del futuro, quasi una rinuncia agli ideali e ai principi sociali, senza stabilire un equilibrio tra le parti , con risorse impiegate a pioggia”

Ecco, mi sembra, leggendo quello della fondazione Orizzonti, che siamo al punto di partenza: i conti tornano ma non e’ necessario essere provetti ragionieri per, tra le righe, evidenziare proprio le disarmonie, le incongruenze che, a suo tempo, in Consiglio comunale, se ben ricordo,  furono messe a punto dalle minoranze e che mi indussero a votare contro “la costituzione giuridica della fondazione e il modo di affrontare il rilancio culturale”, invitando, come sempre, a valutare meglio per  una scelta più oculata, con la partecipazione da parte del Comune di un sostanzioso contributo (158.000.00) , senza tener conto di quelli del ministero, della  regione. e cosi via, non stiamo mettendo ” a rischio” proprio i cittadini  che sono i maggiori finanziatori, attraverso le tasse?Potrebbero, per esempio, essere utilizzati per migliorare i servizi , pur non rinunciando ad una programmazione di iniziative ed attività legate al mondo dell’arte, attraverso le realtà già esistenti !

È solo una domanda, forse, troppo “prosaica” alla quale probabilmente non ci sarà mai una risposta.

Senza entrare nello specifico, non e’ una mia competenza, pero’ qualche osservazione viene spontanea. Infatti a fronte di una cifra  cosi’ rilevante per un paese che necessita di tanti provvedimenti urgenti, il gioco vale la candela?

Non e’ un gioco”, qualcuno potrebbe rispondere, “ma è cultura”. È vero attraverso la cultura si può arrivare ad ” un’equazione del benessere”  non solo fisico ma spirituale, intellettuale e così via, con una mirabile coincidenza tra valore estetico e valore economico, quasi un fattore produttivo del futuro non solo per la nostra economia ma anche per la creatività che a sua volta stimola l’economia. Ma questo obiettivo è stato raggiunto attraverso le iniziative proposte dalla fondazione?

A leggere i numeri non credo che si possa rispondere in modo affermativo. Infatti, se la lettura è corretta, alla voce botteghino del bilancio del 2016, si legge: 52.000.00 e a quella ” spesa per gli eventi” 245.822.00.

Forse un ritorno economico ( conseguenza ritengo anche di quello di pubblico partecipante) sembra che  non ci sia  stato, viene da riflettere, senza  commentare, ovviamente,  la validità o la qualità delle iniziative e la location scelta per le stesse. A ben riflettere, pero’,  anche su questi punti si potrebbe aprire una critica …costruttiva! ma la mia e’ solo  una voce fuori dal coro.

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4 risposte a Orizzonti: il passato che ritorna

  1. pscattoni scrive:

    Questo ultimo commento da parte di un addetto ai lavori (un nome importante nel settore) mi pare chiuda una parte della discussione. Spesi così quei soldi sono uno spreco. Paolo (Miccichè) invita tutti a una riflessione. L’invito purtroppo è ignorato o frainteso.

  2. Paolo Miccichè scrive:

    Un Festival come Orizzonti si fa per quale scopo? Qualcuno lo spieghi.
    Nutrire il pubblico locale? E questo lo si farebbe con proposte in larga parte esterne e tenendolo solo a Chiusi Città? Non mi pare una buona idea e, soprattutto, di questi tempi, mi pare un lusso.
    Per il pubblico nazionale? Per farsi belli a livello istituzionale oppure per sviluppare Turismo culturale? Se è solo per motivi di vetrina, di questi tempi mi pare anch’esso un lusso.
    Quindi all’Orizzonte di “Orizzonti” ci sia un Festival che coinvolga tutta Chiusi, lo Scalo compreso e in modo che tutti ne possano beneficiare (anche con tematiche e attori locali) oppure un Festival con i muscoli che muova tanto pubblico da fuori per riattivare un segmento economico attraverso il Turismo culturale, magari collegato con pacchetti globali – concepiti e pubblicizzati per tempo – che non ignorino Chianciano, la Pieve e persino Orvieto. Insomma: un’Idea, please.

  3. pscattoni scrive:

    Purtroppo nessuno risponde a queste obiezioni. In consiglio la minoranza ha ipotizzato un collegamento fra la mancata elezione di Pompili e Fè con il mancato gradimento da parte dell’elettorato per la gestione della Fondazione. Il sindaco rispose che la mancata elezione era invece da addebitarsi alla mancanza di tempo delle due per curare la campagna elettorale. Non mi pare ci siano speranze per discutere seriamente sul tema.

  4. roberto donatelli scrive:

    Concordo con la Sig. Rita Fiorini Vagnetti, ma ritorno sul mio ‘pallino fisso’, cioè non conosco un evento culturale che lascia dietro di se una scia di malcontento abbastanza diffuso. Orizzonti lo fa e, per di più, in maniera ‘grandiosa’.

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