A proposito di scivoloni…!

67-santo-stefano-14da Rosa Iannuzzi per l’Associazione Asservizio

Siamo coscienti che questa polemica nasce come attacco politico verso la presidente di Asservizio, Rosa Iannuzzi, la quale viene presentata nell’articolo di Marco Lorenzoni come l’organizzatrice di un inciucio al fine di soddisfare interessi personali. Del resto, quando Rosa per correttezza ci ha detto che intendeva candidarsi in una lista elettorale, eravamo consapevoli che potevano crearsi situazioni del genere, dato che nel panorama politico la cultura viene messa quasi sempre nel retrobottega.

Per prima cosa è opportuno spiegare cosa è Asservizio e come nasce. Si tratta di un’Associazione Culturale nata nel 2012, che quest’anno ha inglobato due Compagnie Teatrali, Semidarte 2.0 (si scrive così!) e SediciTeatro, per un totale di circa quaranta persone con una fascia d’età che va dai 17 ai 60 anni. Semidarte 2.0 (si scrive così!) è un gruppo teatrale composto da giovani attori e tecnici, che ultimamente ha prodotto due spettacoli, riscuotendo un ottimo successo di pubblico. SediciTeatro invece è una compagnia composta anche da meno giovani, molti dei quali appartenenti ai Semidarte (si scrive cosi!) “versione originale” e altri appassionati di teatro del territorio. Quest’ultima compagnia, guidata dal regista Roberto Carloncelli, sta già allestendo uno spettacolo, Le Cognate di Michel Tremblay, che debutterà al Teatro Mascagni il 15 ottobre alle ore 21.15. Anzi, approfittiamo della visibilità di questo blog per ringraziare pubblicamente Don Antonio Canestri che ci sta gentilmente mettendo a disposizione il Cinema Eden, da diversi mesi, per le prove.

Detto questo, passiamo alla questione Santo Stefano. E’ opportuno chiarire che la nostra associazione non è stata prescelta. Alla nostra associazione non è arrivato nessun invito privato da parte del Comune. Il Comune non ci ha mai informati se Santo Stefano fosse utilizzabile o meno. In definitiva, il Comune non ci ha mai cercati. Quindi, proprio al pari e alla stregua di tutte le associazione chiusine, neppure noi sapevamo se Santo Stefano poteva essere riutilizzato. Però, nella necessità reale di avere una sede, abbiamo fatto una richiesta al Comune, il quale ne ha verificato la fattibilità, decidendo alla fine di concedere all’associazione l’uso gratuito di due stanze adiacenti la Chiesa (chiesa esclusa naturalmente come si evince dalla delibera di giunta). In soldoni, si tratta di 170 m2 che saranno utilizzati da due compagnie teatrali, le solite 40 persone come sopra; gli spazi concessi dovranno essere totalmente ristrutturati a cura dell’associazione, in quanto privi di impianto elettrico, idrico e di riscaldamento. Le utenze saranno tutte a carico di Asservizio che dovrà assolvere anche all’obbligo di stipula di polizza di responsabilità civile. Questo solo per essere chiari, non per denigrare un ambiente che siamo fieri e felici di aver ricevuto in uso. E saremo fieri e felici anche di poterlo rimettere a nuovo. L’occupazione di Santo Stefano da parte di queste due Compagnie Teatrali, riunite in un’unica associazione, rappresenta anche un ponte tra passato e futuro: molto del teatro amatoriale di Chiusi degli ultimi trent’anni, infatti, ha preso corpo lì dentro ed è andato ad arricchire la vita culturale della città. Ci auguriamo che la nostra attività culturale possa continuare almeno per altri trent’anni.

E’ pur vero, come ha detto qualcuno, che il teatro è fatto di emozioni, ma le emozioni hanno bisogno di luoghi, spazi e oggetti per nascere. Poi, sì, possono diventare anche solo zone dell’anima.

 

Associazione Asservizio

 

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9 risposte a A proposito di scivoloni…!

  1. pscattoni scrive:

    Qualche volta tocca a me cercare di riportare la discussione ad un confronto dai toni un po’ più pacati. Il comunicato dell’associazione Asservizio ha avuto un numero consistente di contatti. Sarebbe davvero un peccato che la discussione degenerasse nei toni e ci si arroccasse in posizione preconcette. Cerchiamo di discutere sulla domanda che secondo me Marco (Lorenzoni) correttamente pone:
    “Se le risorse di spazi per associazioni di volontariato e di promozione culturale sono limitate non sarebbe più corretto mettere le varie proposte in competizione?” Io rispondo di si per due motivi. Il primo perché questo metodo permetterebbe di scegliere fra le proposte quella “migliore” a giudizio di chi è preposto alla decisione. Poi se non si condivide si rinvia il controgiudizio al momento del voto.
    Il secondo vantaggio è quello di far emergere una molteplicità di richieste espressione di realtà e bisogno che potrebbero essere sfuggite alla politica.

  2. Marco Lorenzoni scrive:

    Ma che cazzo dici compagna Iannuzzi? quale attacco politico? L’articolo di primapagina pone semplicemente alcune domande sulla procedura seguita dal Comune per assegnare la gestione della struttura in oggetto. Punto. Non c’è nessun attacco politico contro nessuno, tantomeno nei confronti dell’associazione Asservizio… Basta leggere. Evidentemente però qualcuno ha la coda di paglia e nel replicare l’attacco politico se lo fa da solo… Certo, figurando la presidente dell’associazione anche tra i candidati di una lista di opposizione alle recenti elezioni comunali ed avendo presentato domanda per ottenere la gestione della struttura di Santo Stefano in piena campagna elettorale, senza informare nessuno dei suoi compagni di cordata e nello stesso momento in cui POssiamo scriveva nel proprio programma cose ben precise (e molto diverse) sulla gestione degli spazi pubblici per attività culturali, qualche problemino politico si pone. Ma solo alla presidente Iannuzzi e a Possiamo. Non era questo l’oggetto dell’articolo. E poi, se fosse veramente l’articolo un “attacco politico” come mai nessuno di Possiamo è intervenuto a difesa di un proprio esponente? Mi stupisce che si diano letture frettolose e fuorvianti di articoli di stampa, stupisce che si affermi di voler fare cultura e si chiedano degli spazi pubblici poi si fa fatica a comprendere cosa scrivono i giornali… Mala tempora currunt…

  3. pscattoni scrive:

    Possiamo- Sinistra per Chiusi probabilmente ignorava, come tutti noi, cosa era stato fatto. Forse dovremmo pensare a rovesciare questa vicenda e trasformarla in opportunità: tradurre l’informazione in una dimensione di trasparenza e leggibilità per tutti. Meglio sarebbe che tutte le forze politiche operassero insieme, ma anche la sola opposizione potrebbe operare con grande efficace, ma anche una sola lista potrebbe iniziare l’opera. Si tratta di riorganizzare l’informazione pubblicata e conquistata in una sorta di enciclopedia tipo wikipedia facilmente accessibile.

  4. luciano fiorani scrive:

    Se si tratta di un evidente attacco politico (del Lorenzoni?) com’è che Possiamo non ha avuto nulla da dire?
    Più semplicemente la vicenda, nei tempi e nei modi, è esemplare anche se non nuova nel suo genere.
    Ed è l’esempio lampante che dire cultura non basta.

  5. roberto donatelli scrive:

    …..Cosi è se vi pare….

  6. carla biscottini scrive:

    Solo una domanda che rivolgo a chi, fra i membri dell’associazione, vorrà rispondere:
    mi piacerebbe conoscere la data in cui è iniziata la presidenza di Rosa Iannuzzi.
    Grazie

  7. pscattoni scrive:

    Gentile signora Carnieri. Prima di rispondere alla sua domanda finale vorrei confrontarmi con lei sulla prima parte del suo commento. Lei afferma che la sua ignoranza della politica è un problema suo. Io sono invece convinto che è un problema di tutti. Più si partecipa, più si controlla il governo (in questo caso della nostra città) e meglio lo si fa funzionare. Intanto la sua domanda è già una domanda politica. Ci sono altri casi? E come sono stati trattati?Può essere argomento di interrogazione di consiglio comunale così ne siamo tutti a conoscenza.
    Non è invece secondario che la richiesta al Comune di Asservizio sia stata fatta durante la campagna elettorale. Se si fossero aspettati 18 giorni sarebbe cambiato qualcosa? Sicuramente no.
    La questione della competizione fra diverse proposte è invece interesse di tutti. Quello che afferma Lorenzoni è una cosa molto semplice: Se vai per manifestazione di interesse fai emergere bisogni e proposte che magari ti erano sfuggite, come sono a mio modesto avviso, sfuggite. Comunque poi la scelta fra quelle diverse proposte è una responsabilità politica di chi è preposto per legge alla decisione. Il decisore politico verrà poi valutato da tutti noi attraverso il voto.

  8. Francesca Carnieri scrive:

    Buongiorno Signor Scattoni, io mi chiamo Francesca Carnieri e faccio parte dell’Associazione Asservizio, Compagnia Teatrale SediciTeatro. Non avendo nessuna dimestichezza con la politica, non sono di grado di capire cosa si intenda dimostrare con i riferimenti alle tempistiche della campagna elettorale, ma non importa, è un problema mio. Però sinceramente e, giuro senza nessuna polemica, le chiedo se a Chiusi ogni associazione non a scopo di lucro che occupa uno spazio pubblico ha dovuto partecipare a degli “appalti”. Probabilmente sì, non lo so. Ma le chiedo anche, qualora questo non sia avvenuto, in quanti casi sono stati scritti articoli del genere e in quanti casi si è andati a ricercare delibere. Per l’amicizia che anche io nutro nei confronti di Marco, sarò felice di essere smentita. Aggiungo infine che ha ragione quando dice che il finale è comico e sa perché? Santo Stefano è lì, solitario, diruto, ammuffito e vuoto ormai da anni (sì sì ho capito, non si sapeva), e improvvisamente quando viene concesso a qualcuno, diventa lo spazio ideale di tutti.

  9. pscattoni scrive:

    Sono spesso in polemica con l’amico Marco Lorenzoni, ma questa volta credo che abbia ragione.
    Basta analizzare la narrativa della delibera. Il 18 maggio in piena campagna elettorale la presidente di una associazione culturale chiede spazi per le sue iniziative. La vecchia giunta mette a punto una “proposta di delibera” il 1° giugno con la campagna elettorale al suo culmine. Appena insediata la giunta approva la delibera che si conosce. Questa la sequenza che non è un attacco politico, ma semplici fatti. Poi ognuno è libero di valutare come meglio crede.
    Insomma c’è uno spazio disponibile e il Comune evita di fare un bando per manifestazione di interesse. Evidentemente non si è mai accorto che ci sono tante realtà bisognose di spazi che avrebbero potuto manifestarsi. Siamo veramente alle comiche finali.

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