Il nostro silenzio sul nazismo in mezzo a noi

eritreidi Paolo Scattoni

Quante volte ci siamo chiesti sulla shoa: possibile che nessuno sapesse niente? Ci scandalizziamo che in Germania ci siano stati solo rari esempi di dissenso e opposizione. Non sarà forse che quei crimini oggi si ripetano e non li vogliamo vedere? Qualcosa di paragonabile ai crimini nazisti oggi si sta consumando nei confronti dei profughi eritrei.

Partiamo dalla radice del problema. Un gruppo di criminali al potere in Eritrea oggi impone un servizio nazionale (militare o civile) che se teoricamente limitato nel tempo può durare fino a cinquanta anni d’età e oltre. Dopo il quarto anno delle scuole superiori tutti i giovani vengono reclutati (ed infatti l’università praticamente non esiste più). Molti di questi ragazzi cercano una via d’uscita scappando mettendosi nelle mani di un’organizzazione criminale. Ci sono molti indizi che sia lo stesso governo eritreo o di alcuni suoi membri ad accordarsi con l’organizzazione criminale. I giovani che scappano sono quasi sempre aiutati dai parenti che vivono all’estero. Si paga una sorta di prima rata per attraversare la frontiera e il Sudan. Arrivati in Libia (o Egitto) i poveretti sono tenuti praticamente in ostaggio in attesa della seconda rata. I profughi raccontano cose orrende su questo periodo. Nella traversata del Sudan e del periodo in Libia vengono spesso sottoposti a violenze e sevizie.

Dopo questo periodo di orrore che dura non meno di quattro mesi i profughi vengono imbarcati e si arriva in Italia. Qui un combinato disposto di criminalità (della solita organizzazione) e incredibili ostacoli burocratici obbliga questi poveri ragazzi a tentare la via illegale verso l’estero o lavorare al nero in qualche grande città.

E chi non riesce a pagare? I criminali non hanno scrupoli, li uccidono per poter espiantare gli organi e immetterli su un fiorente mercato nero. Anche se ormai accertato non vogliamo vedere.

Vi ricorda qualcosa? Il nazismo è ancora con noi.

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3 risposte a Il nostro silenzio sul nazismo in mezzo a noi

  1. pscattoni scrive:

    Uccidere per poi fare commercio di organi non è pratica che ricorda il nazismo? Carlo vedi di cercarti un’altra sede dove depositare le tue elucubrazioni. Distinti saluti.

  2. carlo sacco scrive:

    Il Nazismo è stato un altra cosa,un altra faccenda, magari anche diversa in molti aspetti da questa dell’Eritrea.Dopodichè se i risultati sono paralleli ed uguali perchè è vero che si parla di costrizione e di morte, io credo che occorrerà determinare di chi siano le responsabilità, che oltre ad essere quelle della banda di criminali che regge le sorti di un paese sprofondato nel buio della disperazione, forse qualcosa anche noi occidentali ce la dovremmo rimproverare. Bombardiamo l’Iraq, la Siria provocando maree umane che ci raggiungono rischiando la traversata del Mediterraneo e ad ogni attentato rinforziamo i nostri controlli dicendo che si stà tentando la destabilizzazione del medio oriente e dell’Africa sub sahariana messa in atto dal terrorismo. Ed allora mi si risponda alla domanda sul perchè sappiamo tutti da dove provengano i soldi e chi siano i mercanti di morte che destabilizzano quei paesi e che rispondono a precisi nomi (Qatar, Arabia Saudita),perchè non procediamo contro la fonte invece di prendercela contro quei popoli ? Forse perchè la lunga mano americana ha degli interessi che vanno oltre a quelli meramente del succhiare petrolio tali da tirare il sasso e nascondere la mano? Non corrisponde tutto questo ad una logica di strategia globale di destabilizzazione geopolitica per essere presenti? La risposta già l’avete su chi destabilizzi e di chi siano le responsabilità, oppure ancora una volta sono un complottista?

  3. fulvio Barni scrive:

    Concordo pienamente con quello che hai scritto nell’articolo.Oggi a pranzo parlavamo io e mia moglie delle stesse considerazioni che hai fatto tu.

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