Sanità, banche e cultura. Molte analogie anche da noi

scuoladi Rita Fiorini

Prendo in esame, ancora una volta, un articolo apparso su primapaginachiusi.it a proposito dell’iniziativa del movimento 5 stelle che parla di banche e di Bettolini che rilancia l’idea degli stati generali della cultura, per esprimere  la mia idea, considerato il fatto che sono spesso chiamata in causa, come consigliere di opposizione

Il giornalista afferma:  “l’iniziativa sceglie un tema molto sentito ma non propriamente e squisitamente locale, così come quello dei rifiuti e della sanità

Credo invece che i suddetti temi siano non solo di interesse nazionale, ma hanno ripercussioni sul tessuto sociale anche a Chiusi e nel nostro territorio, in maniera determinante ed aggressiva e possono essere considerati interagenti. Il sistema della sanità, in particolare, e’ assolutamente legato al reddito dei cittadini che per ottenere, ad esempio, prestazioni in tempi utili per la prevenzione e la diagnosi, spesso sono costretti a servirsi del sistema privato, anche quando quello pubblico ha punte di eccellenza e sicuramente con disagio. Infatti,guardandosi un po’ in giro, si avverte tutta la preoccupazione delle persone che ormai stanno perdendo fiducia non nelle banche come istituti di credito in astratto, ma in coloro che le hanno gestite ed ancora lo stanno facendo, spesso ignorando, in particolare, i più deboli, i piccoli investitori o risparmiatori.

Non si può ignorare il fatto che  l’economia, il lavoro, tutto ciò che gira nel sistema finanza ne sta soffrendo e ci si comincia a preoccupare del futuro, soprattutto di quello dei nostri figli che ,in alcuni casi, ancora rimangono in casa con i genitori o con i nonni per mancanza di lavoro. Quindi parlare di banche e puntare i riflettori sulla necessita’ di verificare, di avere certezze, e non solo slogans e slides, è un dovere oltre che un diritto. Non credo, pertanto, che si parla di banche solo per  ottenere “voti di opinione sulle grandi questioni nazionali”, sarebbe veramente da “kamikaze”.

Le due questioni  sono strettamente legate e quindi non si può parlare dell’una senza pensare alle ricadute sull’altra. Parlare degli “stati generali della cultura “da parte di chi forse del concetto di cultura ha un’idea un po’ particolare e deformata, è veramente fuori luogo. Infatti la cultura dovrebbe partire, in primis, dalla scuola come formazione umana e professionale e se diamo uno sguardo a Chiusi e ci rendiamo conto di come  e quanto sia cambiata la realtà scolastica, forse ci dovremmo fermare un attimo a riflettere.

La scuola superiore corsi ragionieri, geometri e professionali (elettrici e meccanici) assomiglia alle banche (triste abbinamento!), per la sofferenza che sta dimostrando con la vistosa diminuzione degli studenti, che lasciano spesso chiusi per altri lidi!!!

A mio avviso ,e’ mancata una sinergia di intenti tra l’amministrazione comunale , quella provinciale e quella scolastica a 360 gradi. Sono favorevole, ovviamente, a tutte le iniziative atte all’orientamento, alla progettazione, quando pero’ queste hanno un’informazione globale con un coinvolgimento di tutta la popolazione, altrimenti rimangono  solo “cattedrali nel deserto”.

La mia non è una “full immersion” in una campagna elettorale che non deve essere fatta solo per ottenere un risultato vincente per uno scranno in Consiglio. Si tratta piuttosto  della consapevolezza di poter, a ragion veduta, “parlare” dopo 4 anni trascorsi, si’ in sofferenza, sotto la leadership del sindaco Scaramelli e della sua maggioranza.

Qui si vuole incoraggiare coloro che credono ancora nel nostro bel paese e nelle sue concrete possibilità, a reagire, a cercare di portare qualche cambiamento positivo, dare una opportunità di  ‘alternativa  con idee fresche che possono ancora essere “testate” sul campo .

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Una risposta a Sanità, banche e cultura. Molte analogie anche da noi

  1. pscattoni scrive:

    Secondo me l’analogia è forzata. Per quanto riguarda la scuola una parte consistente del calo di iscrizioni è dovuta alla crisi dei due tipi di corsi tecnici (rogionieri e geometri)in difficoltà in tutta Italia. Per quanto riguarda il professionale la mia esperienza diretta mi ha fatto conoscere una scuola vivace con molte potenzialità. quello che è stato fatto ad esempio con Laboratorio Ambiente ha dimostrato che le potenzialità dei ragazzi sono notevoli e l’organizzazione del professionale tiene ancora bene dal punto di vista della qualità dell’insegnamento e delle attività. Il calo degi iscritti è dovuto a poca conoscenza dell’insegnamento impartito e della qualità dei docenti. L’ho già scritto: non c’è ancora la percezione di quanto questo tipo di formazione sia importante. Le iniziative che legano la scuola all’esterno come è avvenuto per Laboratorio Ambiente dovrebbero essere moltiplicate. Certi pregiudizi non avrebbero più motivo di essere.

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