Nuovo stadio e nuove pecorelle

 di Luciano Fiorani

Nessuno può dire come si concluderà la vicenda del nuovo stadio ma negli ultimi tempi se ne è parlato abbastanza (anche a vanvera, per la verità), però cosa ne pensano i vertici del nuovo Pd chiusino non c’è stato verso di saperlo.

Il sindaco, ispirandosi al detto “chiodo scaccia chiodo”, nel bel mezzo della discussione sulle responsabilità di un’opera, finita all’attenzione di Striscia la notizia, ha pensato bene di riproporre una nuova versione di un’altra opera (a mio avviso ancor più inutile): la nuova stazione alta velocità sopra il vecchio frigomacello. Sopra, non nel senso…sopra i terreni, ma proprio sopra, in alto, perchè in quel punto la direttissima è su viadotto.

Di entrambe le questioni si è parlato in due affollate assemblee, una nella sede del Pd e una all’Eden, organizzata da La Primavera e dall’associazione Uidù.

In nessuna delle due riunioni abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’opinione dei nuovi dirigenti locali del Pd.

Come tutti sanno il partito, recentemente, ha cambiato verso. Ora è in mano a giovani e motivati renziani. Ma, evidentemente, nel nuovo verso non è previsto esporre le proprie idee o prendere posizione pubblicamente.

In realtà qualche abbozzo si può cogliere, ma bisogna andare a cercarlo sulle rispettive pagine facebook, dove si piacciono a vicenda e incitano il capo a insistere e a non mollare.

Ma di ascoltare o leggere qualcosa che abbia la parvenza di un ragionamento non c’è…verso.

E allora viene da chiedersi, non tanto cosa intendono per politica, ma più semplicemente: chi gliel’ha fatto fare?

Senza il gusto del confronto delle idee, il provare a convincere l’altro con le proprie argomentazioni, informarsi e studiare i problemi per prospettare nuove soluzioni o strade da intraprendere che rimane della militanza politica?

A me pare che resti ben poco: la caccia a qualche strapuntino o la ripetizione a pappagallo di slogan creati da altri.

Ma se glielo ricordi rizzano pure il culo.

Eppure sono tutti laureati, o quasi, e gli è stato ripetutamente detto apertis verbis: ora è il vostro tempo, dimostrate di avere idee, coraggio e autonomia di giudizio. Ma pare che gradiscano più mimetizzarsi tra la claque.

Questa città vive il suo peggior periodo da diversi decenni e di molte cose avrebbe bisogno ma non certo di nuove pecorelle (anche se renziane) abituate a belare a comando e, talvolta, silenziose perfino all’interno del rassicurante recinto del proprio gregge.

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6 risposte a Nuovo stadio e nuove pecorelle

  1. carlo sacco scrive:

    Il lessico ha anche preso il sopravvento nelle modalità di espressione della macchina che usa lo stampino per fabbricare le teste,anche perchè le parole non accompagnate da relativi comportamenti formerebbero una discrasia invalicabile.Guardate, non è casuale che abbia successo chi si esprime con tali modalità: assistiamo spessissimo al nuovo linguaggio preso a prestito dai media e da essi veicolato in mille modi ed in mille forme in mille occasioni :”Metterci la faccia”per esempio è una di quelle espressioni che tutto dice e nulla dice,è il presupposto di una scommessa che possa avere o non avere successo.Se ce l’ha, osanna al vincitore,se invece non ce l’ha,colui che si è impegnato nella gara a dimostrare quanto valeva perde,non diventa affidabile, non è degno di rappresentare interessi altrui e così via.”Chi non è mio amico e condivide ciò che dico è della fazione opposta,è mio nemico”.
    Signori,nulla da dire,sono OGM,e la fabbrica di questi è necessaria-per usare un termine a loro stessi noto e di uso comune-per”asfaltare” il mondo.Ritorna sempre in evidenza il concetto : chi sia che lavori per chi …..

  2. pscattoni scrive:

    Si lo spettacolo non è edificante. Diciamo che è la degenerazione di vecchie cattive abitudini. In Italia i partiti sono sempre stati assai chiusi. Un tempo addirittura il PCI dava per scontatio che una decisione presa in “famiglia” dovesse essere comunque difesa anche se non si era d’accordo. Poi c’erano anche i grandi che non ci stavano e dichiarvano in pubblico il loro dissenso. Ricordo fra questi la grande figura di Umberto Terracini.
    Oggi questi invece di aprirsi questi si chiudono ancora di più. Invece di difendere posizioni dibattute difendono l’immagine del capo.

  3. carlo sacco scrive:

    E’ qualche anno cher cerco di spiegarlo nel mio contorto modo di esprimermi il motivo per il quale tu le chiami-giustamente secondo me-”nuove percorelle anche se Renziane”.Quando manca l’esercizio a capire che il pragmatismo non può sostituire l’approccio teorico ma appare un rimedio talvolta peggiore del male, si sconfina e si cade in un duraturo motivo comportamentale che viene assunto come viatico e metro personale.Il giuoco è fatto. Questi non tollerano più nulla,sono stizzosi, trincerati nella loro torre d’avorio e se li spingi a relazionare con i fatti,spezzettarli, analizzarli è come se parlassi loro di cose mai viste.Sostanzialmente c’è un rigetto al confronto ed il fatto di essere laureati o meno nulla c’entra.Con questi il sistema ci va a nozze,ed infatti li ha eletti a proprio supporto perchè ha capito che con questi non si discute:pigi il bottone e loro eseguono.Questo è il nuovo che abbiamo davanti in Italia.Ma non è che ci vorrebbe tanto a capirlo mentre si apre uno spazio sconfinato per i marpioni che ne approfittano.Quindi,campi sportivi,centri carni,stazioni media etruria o sopraelevate e simili va tutto bene,che problema c’è?I partiti mangiano e forse c’è una briciolina anche per gli stallieri.Cambiare tutto per non cambiare nulla,alias contenti e mazziati.

  4. luca scaramelli scrive:

    Cosa aggiungere all’articolo di Luciano, quando ormai quasi trent’anni fa ho cominciato ad avvicinarmi alla politica ricordo che avrei partecipato a qualunque iniziativa, a qualunque dibattito, all’università saltavo le lezioni della mia facoltà per andare ad ascoltare i seminari dei grandi professori che c’erano a Perugia in quegli anni (Galasso, Luciani, Volpi), mi creavo un’opinione, ne discutevo con altre persone e intervenivo in qualunque circostanza. Vivevo la politica come pura passione. Vedere adesso questi giovani dirigenti che non si esprimono su niente, neppure in iniziative all’interno delle loro sezioni è veramente deprimente, in compenso sono bravissimi su facebook a ripetere slogan che hanno la consistenza dell’aria fritta e che altri hanno inventato perché il gregge li ripeta.

  5. “Eppure sono tutti laureati, o quasi, e gli è stato ripetutamente detto apertis verbis”…….questo scrive Fiorani, ma, purtroppo, l’ntelligenza non si studia !

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