Vi racconto cosa successe nella primavera 2011

di Simone Agostinelli

 

Alla vigilia dell’ultima tornata elettorale amministrativa, il personaggio politico di riferimento del PD locale era sicuramente Luca Ceccobao sia perché assessore regionale, che per i suoi incarichi in MPS ed anche perché sindaco uscente.

Ritengo che lui avesse in mente uno schema politico ben preciso: un unico candidato alla segreteria, una composizione dell’unione che non creasse troppi problemi per arrivare all’individuazione di un unico candidato a sindaco, cioè Stefano Scaramelli ( assessore uscente della sua giunta e suo discepolo politico).

Naturalmente, non tutti si riconoscevano in questo progetto o perché eticamente e moralmente scorretto o, per dire il vero, perché avrebbe portato alla scomparsa di alcuni personaggi politici locali, che fino a quel momento avevano condiviso con lui, la leadership del partito. C’era bisogno, quindi, di trovare una persona che potesse tentare, prima una mediazione e poi eventualmente, fosse disposta ad arrivare ad un confronto congressuale per l’elezione del nuovo segretario.

Molti esponenti del partito, chiesero la mia disponibilità in tal senso e io accettai, convinto che un vero confronto politico, avrebbe sicuramente giovato al partito e soprattutto a Chiusi. Ho ancora ben in mente, l’ultima volta che ho avuto modo di parlare con Luca ( uso il tono confidenziale perché siamo coetanei e ci conosciamo da più di 30 anni): eravamo in piena discussone pre-elezioni comunali 2011 e appena finita una delle tante accesissime riunioni del Pd, ci fermammo fuori dal circolo di Chiusi Scalo.

Cercai di spiegargli il perché della mia battaglia politica, della necessità di un confronto più aperto sul programma, dell’importanza di trovare un equilibrio nella composizione della lista dei consiglieri e soprattutto, del bisogno di riportare nel partito un po’ di serenità(erano i tempi del Gazzettino, per capirci). La sua risposta fu netta: “il progetto politico è chiaro e Stefano Scaramelli E’LA PERSONA GIUSTA per portare a termine questo progetto ; voi state sbagliando tutto”. L’investitura era piena .

Come sono andate le cose, lo sappiamo, ma analizzare questo passaggio politico, ci serve, soprattutto, per porsi una domanda: era il carisma di Luca, il collante che dava forza a quel gruppo o il suo peso politico e la sua posizione, spingevano la gente a ossequiare i suoi voleri? Le vicende odierne, ci spingono a propendere per la seconda risposta, in pieno stile chiusino-italico. Infatti, intorno a lui e soprattutto intorno al suo potere, si era creato un gruppo di fedelissimi “collaboratori”( voglio usare questo sillogismo, mi sia permesso), che erano pronti ad appoggiare il suo volere, senza se e senza ma (come dicono i nuovi), perché in quel momento LUI era il potente di turno.

Oggi che Luca Ceccobao, non ricopre più nessun incarico, oggi che è stato rottamato, come gli hanno ricordato i giovani leoni, non è più conveniente stargli accanto, anzi ora lo si può anche attaccare, rinfacciandogli magari compensi milionari, come se si conoscessero solo ora o come se li avesse rubati.

Ma cosa è stato di quel famoso progetto politico? E’ evidente, che non era stata prevista una variante: la ruota gira; gira anche quando si ha la presunzione che giri sempre da una parte e così, LA PERSONA GIUSTA, si è rivelato essere, per Ceccobao, il suo primo rottamatore . Voi pensate che questa vicenda abbia insegnato nulla “al nuovo che avanza”?

A me sembra di no, tanto è vero che si sta riproponendo la legge del più forte; le percentuali bulgare, i plebisciti non servono per alimentare quel sentire comune, che dovrebbe essere la vera forza di un partito. L’idea di utilizzare il Partito Democratico, come un Matteo Renzi fans club, la ritengo sbagliata, perché contraria alla natura di un partito che nasce, anche, per scoraggiare qualsiasi forma di personalismo politico; possibile che non si capisca che le due cose non sono sovrapponibili. E’ inutile usare parole bellissime come partecipazione, rispetto, democrazia, confronto se poi all’interno dell’unione, organo di indirizzo politico, si scelgono sia i buoni, che quelli che devono fare i cattivi (badate bene, non i cattivi), arrivando persino a decidere, i rappresentanti della minoranza, senza neppure lasciare a questa la possibilità di sceglierseli.

Parlare con i numeri, avendo il 75% dei consensi, ti fa credere onnipotente, ma l’errore più grave sta qui; anche qualcun altro si gongolava di queste percentuali e poi…….. Non può sfuggire, però, che lo schema è quello del 2011: un unico candidato alla segreteria, una composizione dell’unione molto compiacente e soprattutto, quando sarà il momento, una sola candidatura a sindaco e questa volta non ci saranno neppure i venti rompicoglioni a dar fastidio! Bravissimi, state portando a termine il progetto politico di Luca Ceccobao ma, almeno, glielo avete detto?

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30 risposte a Vi racconto cosa successe nella primavera 2011

  1. carlo sacco scrive:

    Detto fatto Miccichè, ha accolto SEL che in nome di essere presente nella cosa pubblica gestita da altri, si è subito sacrificata con un matrimonio che a ben vedere non è nemmeno d’interesse, perche se lo fosse almeno c’avrebbe guadagnato qualcosa.Che vocazioni che esistono…..E questi sarebbero l’alternati- va a Berlusconi ? Ma ditemi: nel passato c’è stato un periodo peggiore di adesso per Chiusi ?
    Eppure la notizia che apriranno 8 esercizi commerciali viene gridata dalla maggioranza e dal Sindaco come finalmente la luce in fondo al tunnel: forse l’hanno sbagliata con quella del treno che gli viene addosso…per dirla alla Grillo. Ma quali esercizi se non c’è più chi possa spendere a Chiusi ? Ma l’avete vista e vissuta nei giorni normali quanta gente c’è nei negozi, alla Coop, nei Bar ?Talvolta mi chiedo il perchè si debbano dire le cose più insulse davanti all’evidenza dei fatti, a che serve ? Fra chi s’incazza perchè qualche giornale dice questo,fra il livore dei commercianti che non incassano più un euro,i negozi sfitti ed esercizi chiusi ,occorre suonare le grancasse dell’illusionismo per dare in pasto al popolo bue la visione di una ripresa che esiste solo nella mente di chi la proclama ?

  2. pmicciche scrive:

    Per Dissidenza intendevo tutti coloro che negli anni hanno coltivato l’Opposizione, nel mio piccolo io stesso, senza cavarci niente. Per il resto, di cosa avete bisogno ancora per capire che il PD non è un partito ma solo un contenitore elettorale che, come la vecchia DC accoglie questo “ma anche” quello? Purché non sia troppo di…..Sinistra, ovviamente :))

  3. Beh, Miccichè, ora darci anche la colpa di aver creato Ceccobao e Scaramelli, mi sembra eccessivo. Comunque, lo prometto, quando mi accorgerò che, nel PD, non ci sarà più posto, per chi la pensa come me, verrò via. Però, se il tuo ragionamento,lo dovessimo applicare ogni volta che si è minoranza, in un partito non esisterebbero proprio, le minoranze. Io, a memoria, sono sempre stato in minoranza, sarà un destino. Naturalmente, questo è un blog e quindi, logicamente, si fanno chiacchiere.

  4. carlo sacco scrive:

    Caro Simone, io dico cerco di dire sempre quello che penso anche se talvolta possa risultare scomodo per chi ascolta, ma senza nulla pretendere e credo che possa essere stato sempre aperto alla discussione e soprattutto di non assumere mai quella parte che possa essere spacciata per sputasentenze, che sò bene possa apparire facente parte di me.Molte volte da parecchi la paventata insicurezza è usata consapevolmente per negare le oggettività e per giustificare le proprie posizioni.Ma questo non è un discorso rivolto a te sia chiaro,anzi ti riconosco coerenza in quello che credi e che hai tentato di portare avanti benchè- ti ripeto- mi appare un discorso perdente,almeno per adesso, non tanto per il suo valore che andrebbe compreso e condiviso, ma per le possibilità che abbia davanti per il futuro in un partito che ormai rassomiglia sempre più ad un partito esatta emanazione-con le diverse differenze tempo- rali- alla Democrazia Cristiana riveduta ma non tanto corretta.Sono tempi questi dove credo che occorra guardare alla sostanza invece che alla forma e se guardi alla sostanza ti allontani sempre di più perchè è la sostanza che è sempre di meno in quel sedicente partito di sinistra.

  5. pmicciche scrive:

    Caro Agostinelli, io credo nella forma Partito ma non che sia utile a tutti i costi e per valore pregiudiziale. Scartato il Pd anni fa perché già vi vedevo una neoDC, provai con Sel scoprendo che era nato con un progetto preconfezionato e che si attivava solo in periodo elettorale. Per disperazione si è provato con la Primavera, che aveva però una ragione di essere solo se avesse vinto le elezioni. Credo infatti che Giorgio Cioncoloni sarebbe stato un buon Sindaco per Chiusi mentre l’esperienza della Primavera, proprio perché non strutturata, non ha potuto che essere poco incisiva. Se invece il gruppo di voi dissidenti aveste fatto come altri, partecipando alla Primavera, avreste aiutato di più Chiusi e persino il PD stesso. Anch’io apprezzo Civati ma è purtroppo un vicolo cieco se rimarrà nel PD di Renzi. Altrimenti ci si impegna ma si è sconfitti in partenza e almeno io, il tempo preferisco occuparlo in battaglie che hanno almeno una possibilità di riuscita. Cosa ha prodotto la dissidenza a Chiusi? Ceccobao, Scaramelli e un paese incapace di darsi una prospettiva per il futuro. Forse sarebbe meglio interrogarsi in che cosa uno ha sbagliato e trovare strade e metodi più incisivi. Il resto sono solo chiacchiere.

  6. La critica alla mia “tignosa” resistenza nel PD è accettabile; capisco meno il ragionamento di chi, viste le forze in campo, sceglie l’anarchia politica. Sarà utopico, ma la speranza che qualcosa si possa cambiare stando dentro un partito, voglio continuare a nutrirla( tanto per usare un termine a me caro) e per questo, credo nella proposta di Civati. Grazie per gli apprezzamenti professionali, caro Carlo.

  7. carlo sacco scrive:

    Teoricamente di errato non c’è nulla Simone, anch’io la penso come te e l’ho già scritto poco fa nel mio intervento ma ti prego di considerare più prondamente che le cose e le condizioni si evolvono e se raggiungono i livelli odierni di involuzione può darsi che qualche discrasia fondamentale(dico fondamentale eh ?) fra me ed il partito ci sia.A questo punto cosa vale votare Civati od altri ?’La guerra è guerra e se il nemico usa nuove armi occorre adeguarsi(lo scrollone dell’albero già espresso poc’anzi) altrimenti si fa come il vecchio cavaliere(non Silvio) che considerava volgare la pistola e rispondeva col fioretto;nobile gesto ma per essere ricordato sulla sua lapide.In pratica la tua odissea personale-se posso permettermi-dovrebbe essere stata illuminante e servire a qualcosa di diverso.Se ancora non lo è vuol dire -dato che fai bene il ristoratore come tutti sanno-che il ” punto di cottura” dentro di te ancora non è stato raggiunto.Altri sono già arrostiti,secchi e sbriciolati ma sono fuori da quella pentola,e forse si preparano in cuor loro ad accettare qualcosa di diverso da quel tegame perchè ne capiscono cosa bolle lì dentro.

  8. Ma come si dovrebbe fare politica, secondo voi? Io alle primarie voterò CIVATI: cioè, DENTRO al PD, sceglierò una proposta politica che ritengo giusta e in linea con i miei ideali di uomo di sinistra. Cosa c’è di sbagliato in tutto questo, Micciche? Stare nel PD o fare politica dentro un contenitore politico, che si chiama partito? Aderire ad un progetto politico che si chiama Primavera ha più VALORE? Nel merito, ognuno la può pensare come vuole, ma il metodo è quello della partecipazione e su questo insisterò, fin quando potrò.

  9. Sposo in pieno le affermazioni di Paolo Miccichè. L’unica cosa buona che potrebbe portare una vittoria di Renzi sarebbe la fuoriuscita della sinistra dal PD

  10. Prendiamo l’ Ansaldo Breda uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese……si inaugura un sistema di politica in cui solo il ‘ conoscente ‘ va avanti, in questo caso si mette a capo dell’azienda. Mi sembra normale che la prima cosa che faccia è ‘liberarsi’ di coloro che sanno il fatto loro, altrimenti farebbe la figura del ‘ bischero ‘. Il risultato non potrà che essere quello che è successo l’azienda non è più un fiore. Questo sistema non solo leva il fiore, ma anche il gambo. Rimane il terreno fertile, ma appena spunta qualcosa viene soffocato, vedi la storia di quei due ragazzi riportata da questo Blog non tanto tempo fa. Il cosiddetto P.D. ha avallato questo sistema fino alle ultime elezioni.
    Stare sul monte citato da Ottone non credo serva a gran che, stare dentro il sistema vuol dire farne parte, volenti o nolenti, altrimenti si viene ‘ cancellati ‘ , come è successo all’ Agostinelli, ai vari manager che si sono succeduti alla Ansaldo Breda, e via dicendo.

  11. pmicciche scrive:

    Per poter parlare di “dentro” e “fuori” ci vuole un dentro nel quale restare o dal quale allontanarsi. Il PD non poteva diventare una “cosa” ma solo una “casa”….in affitto. Gli ingredienti non erano compatibili e in molti lo segnalarono già prima che il velleitario processo unificatore dimostrasse scientificamente la sua impossibile attuazione. Essendo nato come argine contro Berlusconi – come unico valore condiviso – giunti a questo punto meglio sarebbe che ognuno andasse dove deve andare. Renzi e Cuperlo non sono articolazioni di un pensiero condiviso ma due mondi politici diversi. Speriamo in una separazione e nella nascita di un partito che sia la casa di una Sinistra moderna non di opposizione pregiudiziale ma nemmeno di governo a tutti i costi, con una barra dritta a coniugare le esigenze del Mercato con quelle della Solidarietà, senza troppi “ma anche”. Chiusi, dopo aver dato lungamente prova di crogiolarsi in una confusione inconcludente, potrebbe rimediare dando un primo segnale in questo senso. Agostinelli, la pensi come vuole ma non insista che il “dentro” sia un valore, in questo caso è solo un’illusione.

  12. pscattoni scrive:

    x Simone Agostinelli. Io non credo che ci voglia la ruspa. Se continuano così basterà un soffio di vento. Il problema poi sarà quello del cosa verrà dopo. Purtroppo non si vedono alternative credibili.
    Quello che non sembra percepito abbastanza, sia a livello nazionale che locale, è che i processi della decisione pubblica vengono influenzati da una molteplicità di attori. Non si pone rimedio semplicemente ipotizzando un ritorno, impossibile, a meccanismi di governo più certi, quanto piuttosto accettare la complessità dove la trasparenza sarebbe condizione necessaria per la partecipazione alla gestione la più allargata possibile al processo decisionale.

  13. Piero Ottone é un giornalista che ha una colonna ” Vizi & Virtù ” sul Venerdi’ della Repubblica. Tempo fa la colonna portava il titolo ” Ci sono ovunque buoni e cattivi. In Italia chi prevale? “. Riporto alcune passaggi; ” In ogni gruppo sociale, e quindi in ogni nazione, ci sono buoni e cattivi……..Se i buoni esemplari , prevalgono l’insieme funziona. Se prevalgono gli altri, tutto va a rotoli, niente si salva. Anche quelli che valgono sono travolti: non gli resta che andare in cima ad un monte, e osservare (tristemente) quel che succede, in silenzio.”
    Il più grande crimine di B. ( secondo me) é stato quello di
    far prevalere i ‘ cattivi ‘. Se uno ne é ‘ dentro ‘ non potrà mai uscirne,o ci vorrà moltissimo tempo prima di riuscire a cambiare l’ andazzo. Dal di ‘ fuori ‘ la cosa diventa piu semplice. Almeno cosi credo.

  14. carlo sacco scrive:

    Caro Simone, anch’io normalmente ho sempre pensato che le cose si cambiano dal dentro e non restando al di fuori.Dipende però dal livello di involuzione che hanno raggiunto e qui ci sono molte responsabilità.Io credo che da ora in avanti se c’è una possibilità che cambino, la possibilità sia solo lo scossone forte dell’albero che faccia vedere di quali vesti si ammanta il centro sinistra che di sinistra ha solo il nome ma usa ogni cosa,ogni meccanismo che usa il ”Centro economico.”Questo manto pietoso così costituito ha illuso gli Italiani per 60 anni da Fanfani in poi e come vedi non è che abbia consentito il benessere dei poveri ma tutto il contrario.Non ho votato Grillo perchè ritenevo ed ancora ritengo che lì dentro vi sia molto populismo ma spesso è meglio il popoulismo che le cose storte per arrivare a compromessi a livello nazionale per far funzionare il modello di sviluppo come ha funzionato fino ad adesso se deve portarci ai punti in cui siamo.Se ci saranno nuove elezioni mi dispiace per lor signori ma il mio è assicurato
    al Buffone che dice cose vere,purtroppo per la sedicente sinistra che non ha imparato un bel nulla,anzi è sempre più assimilabile al centro.Nessuno ha detto alla sinistra di stringere alleanze come ha fatto ma questa è stata la sua rovina:IL PD !

  15. Caro Roberto, continuo ad essere convinto, che l’andazzo, come dici te, si possa cambiare solo da dentro e l’esperienza della varie liste civiche che nascono ad ogni tornata elettorale e che in definitiva non riescono ad incidere in nessun modo sulle dinamiche amministrative, confermano ancora di più la mia tesi. La proposta politica è questa. Se le battaglie si facessero dentro; se si riuscisse a portare un po’ di confronto, dentro i partiti, ritengo che forse qualcosa si potrebbe fare. Oppure aspettiamo che vadano tutti a casa? Manco co la ruspa!!!!!!

  16. Come sapete non considero la politica italiana di ora come ‘politica’, ma un susseguirsi di favori a questo o quello. Tempo fa questo andazzo era mitigato dal fatto che c’erano dei personaggi politici, nel vero senso della parola ( i nomi li sapete), poi è venuto B., e l’andazzo è diventato la prassi.
    Tempo fa ebbi una breve discussione con l’Agostinelli. Io sostenevo che il P.D. (?) sarebbe sato possibile combatterlo soltanto dal di fuori, formando un nuovo vero partito politico. L’Agostinelli sosteneva che si poteva combattere l’andazzo stando dentro il P.D. (cosa è il P.D. un’estensione del PDL?). Sembra che avevo visto giusto.

  17. marco lorenzoni scrive:

    Cose risapute. N iente di nuovo sotto il sole (o il gelo). Il pd è da tempo partito perso alla causa, come pure i suoi alleati. La primavera? Idem, un’occasione sprecata e gettata al vento. Era già sfiorita un anno fa, secondo me. E lo scrissi. Ora è un arboscello rinseccolito, che non dice nulla o quasi, su niente. Sembra uno di quegli arbusti che rotolano spinti dal vento nelle cittadine fantasma dei film western… Chiusi somiglia a quelle cittadine fantasma sempre di più

  18. Paolo Scattoni scrive:

    oops… un refuso ovviamente 🙂

    x Luca (Scaramelli). E’ proprio dall’esperienza passato che deduco che si potrebbe fare molto di più. Soprattutto mi pare che siano andati scomparendo quei presupposti di partecipazione e coinvolgimento originariamente dichiarati come condizione imprescindibile dalla lista.

  19. bello “Banche” di nebbia….. e voluto o casuale?

  20. luca scaramelli scrive:

    Paolo (Scattoni) ho scritto: “con la Primavera si stava creando una sponda”, semplicemente questo, non ho scritto le parole che vuoi mettermi in bocca, cioè che la Primavera ha rappresentato una seria alternativa.
    In quel momento l’uscita dei quindici dal pd poteva dare più forza al progetto della Primavera e rendere la Primavera stessa un soggetto più forte con maggiori possibilità nella competizione elettorale.
    Se poi vogliamo anche fare un bilancio di ciò che ha rappresentato in questi due anni e mezzo la Primavera va bene, tenendo sempre in considerazione il fatto che è più facile giudicare che sporcarsi le mani, e te lo sai bene perché in passato ti sei cimentato all’opposizione in consiglio comunale.

  21. Più che spiegare ciò che è accaduto nel 2011,( lo sappiamo tutti come sono andate le cose e io l’ho anche pagato di persona) vorrei che il mio intervento mettesse in luce un’atteggiamento della nuova dirigenza del partito, che trovo vecchio, nel metodo e nel merito. Molto probabilmente, se qualcuno di quelli che Luca( Scaramelli) definisce “poco coraggiosi”, fossero oggi in consiglio comunale, il lavoro di questa amministrazione, sarebbe potuto essere diverso; ma non potremmo mai avere la controprova perchè i cittadini NON CI HANNO VOTATO.

  22. pscattoni scrive:

    Ma davvero la Primavera ha rappresentato una seria alternativa? Ormai siamo oltre metà del mandato e potrebbe essere tempo di bilanci. Di quello penoso della maggioranza ho già avuto modo di scrivere più volte. Potrebbe ora essere utile fare quello delle opposizioni. Uscire dai banche di nebbia.

  23. luciano fiorani scrive:

    Rimanere ancora nel Pd vuol dire solo due cose: avere degli interessi da difendere o non capire un’acca della politica.
    A voi la scelta.

  24. luca scaramelli scrive:

    Paolo (Scattoni), la pur lucida e onesta ricostruzione di Simone non aggiunge niente a ciò che ben sapeva chi ha seguito, e vissuto quelle vicende. Su cosa sia o meglio non sia il pd oggi concordo assolutamente con quanto afferma Luciano, se poi per te vale il detto che usiamo dalle nostre parti “chi s’accontenta gode” va bene ma mi sa che sei destinato a godere così così come diceva il poeta. Il nodo secondo me rimane quello di avere il coraggio di fare scelte coraggiose, cosa che non fecero i quindici, accodandosi alla fine ai dettami del capo, se in quel momento avessero capito che con la Primavera si stava creando una sponda forse la piccola storia del nostro piccolo paese sarebbe stata diversa in questi anni e oggi non dovrebbero prendersela con i nuovi despoti. Il mondo, comunque, non è certo finito in quei giorni, quindi come ho scritto nel precedente commento, chi ha buona volontà si faccia avanti, mentre a livello nazionale sulla storia del pd credo che la parola the end sia già scritta da un pezzo.

  25. pscattoni scrive:

    Meglio un asino che a piedi 🙂 D’altra parte prima dell’invenzione della carrozza anche i papi si muovevano con gli asini.
    Cosa accadde nel 2011 può essere letto con un po’ di pazienza sul poroblog. Una parte del partito tentò un’alternativa e non ci riuscì. Fra questi c’ero anch’io (http://www.chiusinews.it/?p=12524) e Claudio Provvedi (http://www.chiusinews.it/?p=12310). Un gruppo con Simone (Agostinelli) tentò una mediazione e sappiamo com’è andata. Gli “entristi” si accorsero dell’errore proprio nell’assemblea in cui dettero le dimissioni Marco Fè e Gisella Zazzaretta. Furono poi ulteriormente puniti con le preferenze. Dietro c’era Ceccobao, ma soprattutto certi equilibri che erano stati costruiti soprattutto sul Piano Strutturale. Certe posizioni di insospettabili dello zoccolo duro possono essere anche lette addirittura andando a vedere cosa è poi avvenuto con le osservazioni.
    A quasi tre anni da quegli eventi si può fare un bilancio. Di cavalli se ne vedono pochi in giro da qualunque parte ti volti. Pochi cavalli, ma anche pochi asini, purtroppo. Molti interessi personali e di congrega, quelli sì tanti.

  26. luciano fiorani scrive:

    Non diciamo fesserie, che Scaramelli l’abbia imposto Ceccobao lo sanno anche i sassi.
    Già ci siamo scordati del Gazzettino, delle prese di posizione di marco Fè o della Zazzaretta?
    Che ci sia finalmente qualcuno che ha il coraggio di parlare apertamente è certamente positivo, oggi sappiamo di nuovi particolari che definiscono meglio la questione ma la sostanza era ben chiara: Scaramelli è diventato sindaco per volere di Ceccobao.
    In pochi si opposero, alcuni si piegarono e i più si accodarono ai voleri del capo indiscusso (oggi ex ed insultato).
    Quello che non si volle capire è che quella era l’ultima chiamata per il Pd. Ma forse era chiedre troppo a un partito che già non c’era più e che si limitava (nella quasi totalità) a dire signorsì e a fare la festa de L’Unità (oggi nemmeno quella si fa più).
    Come poi sono andate le cose è storia di questi giorni.
    Potete continuare a chiamarlo partito se vi piace, ma un asino non è un cavallo e mai lo diventerà.

  27. pscattoni scrive:

    x Luciano (Fiorani). Secondo me, invece, il post aggiunge elementi di conoscenza nuovi, o almeno conferma alcune supposizioni senza supporto di conoscenza di elemengti di fatto. L’ascesa di Scaramelli a sindaco è stata fortemente voluta, anche nella procedura, da Luca Ceccobao e il suoi amici a livello locale, mentre nel PD c’erano settori che avrebbero voluto procedere in maniera diversa.
    La trasparenza è una pratica che migliora il processo di decisione nella amministrazione pubblica come nella politica e quindi questo contributo è importante. Magari ci fosse un Agostinelli a livello nazionale che ci dicesse chi e perché non votò Prodi in Parlamento 🙂

  28. luca scaramelli scrive:

    Cambiano gli attori ma la trama è sempre la stessa, è vero Simone (Agostinelli), cambiare la trama del racconto non è certo cosa semplice, se però non si vuole accettare lo stato delle cose, se si ha un’altra idea di politica bisogna avere il coraggio di fare scelte forti. I famosi quindici rompicoglioni del 2011, come li definisci te, non ebbero in quel momento il coraggio di fare una scelta forte, di fatto entrando nella lista dei candidati del centrosinistra per Chiusi anche te accettasti quel progetto organizzato dall’uomo forte di allora. Sarebbe ridicolo oggi star qui a dire te l’avevo detto, soprattutto non servirebbe a niente, il passato però deve insegnare qualcosa, allora oggi ti dico cominciamo a pensare da qui ai prossimi anni a un progetto fatto da persone che al di là delle appartenenze del passato abbiano voglia di amministrare questo posto secondo principi diversi da quelli portati avanti da chi ha comandato fino ad ora.

  29. luciano fiorani scrive:

    Con questo pezzo Simone (Agostinelli) aggiunge particolari e considerazioni a una storia ben nota a chi ha seguito le vicende politiche chiusine di questi ultimi anni.
    Anch’io son convinto che è proprio in quei mesi che il Pd a Chiusi ha deciso di suicidarsi: per sete di potere di alcuni, per miopia e dabbenaggine di altri.
    A Chiusi abbiamo assistito in anticipo a quello che sarebbe successo un paio d’anni dopo a livello nazionale col pugnalamento alle spalle di Romano Prodi.
    Quello a cui stiamo assistendo in questi mesi non è l’inizio di una nuova storia ma solo la lite tra piccoli personaggi per accaparrasi il ruolo di curatore fallimentare di un’impresa che non esiste più.

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