La fine del tunnel? …. e dopo?

di Paolo Scattoni

Ci viene spesso detto che l’attuale crisi economica sta per finire, anche in Italia. Insomma qualcuno vedrebbe qualche baluginio che annuncerebbe la fine del tunnel. Se anche così fosse, non credo che si possa ritornare alla situazione precedente. Alla fine di ogni grande crisi ci sono stati grandi mutamenti. La crisi del ’29 in America determinò profonde trasformazioni nell’economia e nei modi di produzione. Si affermò il fordismo e allo stesso tempo l’intervento dello stato nell’economia e il welfare. In Europa purtroppo la risposta fu la guerra.

Più recentemente la crisi energetica degli anni ’70 ha visto in contemporanea il progressivo affermarsi della microelettronica nei processi produttivi. I mutamenti nel sistema produttivo sono stati giganteschi. Negli ultimi 25 anni in USA gli occupati nel settore manifatturiero sono passati da 20 a 10 milioni, anche se al netto della delocalizzazione la produzione dei beni di consumo è ancora aumentata. Quindi enorme aumento della produttività.

Quella che un tempo si chiamava classe operaia è diventata un’altra cosa. Rimestando nel disordine con cui tengo i miei libri mi sono imbattuto su un libro del 1979 intitolato “The collapse of work”, sponsorizzato dai sindacati inglesi. Settore per settore si facevano previsioni a 5, 10 e 25 anni sull’impatto della microelettronica sul mercato del lavoro. Le previsioni di collasso dei posti di lavoro in Gran Bretagna per i l settore manifatturiero che allora sembravano drammatiche erano, se confrontate con la realtà di oggi erano assai ottimistiche.

Allora se la fine della crisi verrà, aspettiamoci una società completamente trasformata.

E qui da noi? Mi pare che non ci sia la consapevolezza di ciò che potrebbe aspettarci. Ricordo che meno di un paio di anni fa discutevamo su un piano strutturale che avrebbe rilanciato lo sviluppo con previsioni di nuova edilizia e grande consumo di suolo. Ricordo che ci si chiedeva una sorta di atto di fede perché il sindaco diceva di “metterci la faccia”. Insomma il modello era quello di sempre e le aspettative di imprese e proprietari dei suoli si mantenevano in quella lunghezza d’onda.

Oggi secondo gli stessi seguiti da altri lo sviluppo passa su una stazione ferroviaria dell’alta velocità a Montallese. Chissà quale altra favola dovremo sentire prima di cominciare a pensare cosa fare al di là della propaganda.

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7 risposte a La fine del tunnel? …. e dopo?

  1. Al di là di quello che raccontìno in tv non credo che ci sia una stima seria dell’entità della crisi e quindi neppure dei danni, dei quali peraltro nessuno si preoccupa visto che sono tutti impegnati a far finta di fronteggiare la crisi.

  2. pmicciche scrive:

    Si, il punto era chiaro come mi pare altrettanto chiaro che senza le condizioni di base – che vanno ricreate – non ci sarà verso di ricominciare. Inutile, noi pubblico, suggerire una grande stagione in un Teatro se il luogo è chiuso per restauro e chi lo amministra si è mangiato i fondi, oltre ad essere manifestamente incapace. Prima spingiamo perché il luogo sia ripristinato e, soprattutto, venga guidato da gente onesta e, soprattutto, competente….
    Tornando a noi, chi dovrebbe gestire la fine della crisi e il dopo crisi: il Pd e Forza Italia? Magari con l’aiuto di Sel e della Lega? Che fine hanno fatto le pur preziose annotazione delle teste d’uovo (te incluso) sul Piano Strutturale di Chiusi? Io credo che il problema vada visto e affrontato da un’altra angolatura…….e anche in fretta prima che l’effetto Pompei si generalizzi.

  3. carlo sacco scrive:

    Per Paolo. Per 60 anni codesto ragionamento è stato un ragionamento corretto e ”politically correct” come si dice oggi,che aveva un suo fondamento.Trascorso questo periodo ritengo ci sia sempre di meno la possibilità di poterlo fare,almeno nei termini in cui s’immagina, soprattutto relativo alle politiche sociali che debbono avere le possibilità di essere applicate.Sò benissimo che fondamentalmente è il sistema keynesiano che viene applicato e che altro non è statao”inventato”,ma credo che giorno dopo giorno,mattone dopo mattone si stia smontando da solo,perchè nuove entità e nuovi pesi sono nati nella scena italiana e mondiale ed il metro non può più essere quello di prima.Allora forse serve una piccola riflessione che- fermi restando certi capisaldi- ci farà vedere che altri che erano fondamentali forse erano errati se hanno portato a tale situazione.Qui l’italia c’entra poco va bene,ma quando hai delle entità sovrannazinali che ti dicono quanto puoi mangiare e bere e te lo misurano,allora vuol dire che quel sistema ha fallito ed i rattoppi per farlo funzionare sono effimeri e chi li applica lo sà.Ecco perchè non ci credo.Quindi la questione è quella sempre in essere della spartizione della torta: è politica.Si ritorna sempre lì.

  4. Paolo Scattoni scrive:

    Nello scrivere il post le mie intenzioni erano diverse. Mi chiedevo sul quanto siamo attrezzati ad affrontare il dopo crisi, se ci sarà, anche e soprattutto a livello locale. Se Il “collasso del lavoro” continuerà, come probabile, che tipo di politiche (notare il plurale) potranno essere mese in atto?
    Partendo dalle risorse disponibili (umane e materiali) è possibile fare un ragionamento utile? Tutto qui.

  5. carlo sacco scrive:

    All’ideologia?Ma siamo matti Miccichè ?Gli vuoi rovinare tutto ? In questi ultimi 20 anni è successo di tutto ma una cosa è stata veramente cacciata sotto i piedi e sostituita dal pragmatismo:l’Ideologia, dicendo che il corso della storia si era accelerato e si doveva rispondere col pragmatismo agli interessi della comunità.Campioni di questo da Craxi in poi, passando per Berlusconi ed arrivando ai sindaci PD di nome Chiamparino,Fassino e tanti altri in buona compagnia di loro stessi per arrivare al deus ex machina Renzi che adesso salirà le scale della Segreteria ed anche del Parlamento con parecchi suoi valletti che scalpitano e non vedono l’ora,mentre le folle dei votanti PD e di coloro che hanno votato centro destra sperano ardentemente che sia lui a guidare la sedicente sinistra.Quindi,mentre tutto volge allo sfascio assistiamo alle lotte intestine di coloro che dovrebbero proteggere l’interesse delle classi subalterne.ma sempre di più,anche sentendo Letta si capisce dai discorsi che questi hanno visto un altro film e parecchi di questi sono prestigiatori della peggior specie,in India li chiamano ”snake charmers”ovvero incantatori di serpenti.E nel rettilario ce ne sono a milioni di serpenti,di nome e di fatto.

  6. pmicciche scrive:

    Il meccanismo del Potere passa – nelle Democrazie occidentali – per quella noiosa pratica che porta gli elettori a votare. Vanno quindi investiti soldi nell’ “azienda elettorale” perché essa apporti la materia prima della lavorazione. Anche a Chiusi vedremo che, sotto elezioni, si materializzeranno per tempo i marchi di queste aziende, giusto in tempo per raccogliere quanto serve per questa funzione e tornare poi in magazzino. L’elettore normalmente reagisce in modo emotivo o per interesse privato e lo vuole vedere rispecchiato nel partito che vota e, di conseguenza, il partito fa di tutto per farsi rispecchiare. Non a caso sia il PDL che quello senza L, dicono tutto e il contrario di tutto, in modo da poter piacere alla più estesa platea possibile. In tutto questo non c’è il tempo per analizzare e proporre nuove soluzioni che si basino sulla realtà e sulle sue possibili rimodellazioni ma solo su desideri da “vendere” oppure su pratiche più consone ad un incantatore di serpenti (vedi il grottesco mantra dell’Imu) o l’inutile fiumana di parole sulla sorte di Berlusconi, condita da apposita telenovela familiare. Si ritorni alla Politica e alla….. Ideologia (intesa come Idee ben radicate che guidano il fare politico) altrimenti continueremo a galleggiare in un chiacchiericcio occasionale……andando mestamente alla deriva.

  7. carlo sacco scrive:

    Disse bene Grillo a chi diceva di intravedere la luce alla fine del tunnel,” forse era il treno che gli veniva addosso”.In questo sistema prodotto da questo partito unico gerontocratico ci si può permettere di dire qualsiasi cosa.E mentre si perdono posti di lavoro, le aziende chiudono, aumentano i costi dei beni e dei servizi,si pensa all’alta velocità ed alle sue stazioni assistendo alla rissa dei sindaci e degli assessorati perchè si scatena la rissa per portare ognuno sotto il proprio campanile l’emblema dello sviluppo poichè credono che sia quello uno dei mezzi per far ripartire l’economia.Eppure qualcuno di questi ultimi è anche laureato.E’ un modo vecchio anche questo di mantenersi da parte dei partiti e di grattare e sopravvivere mentre vengono consumate risorse, soldi di tutti.E’ uno degli ultimi modi per sopravvivere:le grandi opere, poichè il fondo del barile è stato grattato.Ecco perchè occorre spazzzarli via dalla mobilitazione della gente,presto e senza ripensamenti.Bertold Brecht disse:”vi verseranno grappa nella gola, ma voi dovete rimanere lucidi!” Ditemi cosa è cambiato di sostanza da quei tempi….

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