Collegamenti ferroviari al di là della propaganda

di Marco Nasorri

E’ bastato un comunicato stampa, la ventilata ipotesi di realizzare uno studio di fattibilità e la Stazione in linea sulla Direttissima è diventata il progetto salvifico per migliorare il trasporto ferroviario del nostro territorio.

Non sono convinto che sia così. In ogni caso vedremo. Nel frattempo sorge una domanda: cosa facciamo, mentre va avanti la discussione sulla nuova stazione, definito il progetto, trovate le risorse necessarie, stabilito un accordo sulla centralità perfetta, iniziata e completata l’opera. Basteranno una decina d’anni, visto come vanno le cose in Italia?

A mio avviso, in questo momento è indispensabile continuare la battaglia per ottenere il miglioramento dei servizi di Intercity per Roma e Firenze, chiedere la fermata almeno di un paio di Eurostar per salvaguardare il ruolo della stazione di Chiusi. Ottenere qualche risultato in questo senso sarebbe una gran cosa per i tanti pendolari e per cittadini che ogni giorno prendono il treno.

La partita è difficilissima. Probabilmente, siamo di fronte alle ultime possibilità per contrastare scelte che stanno condannando i nostri territori alla marginalità. Negli ultimi anni le istituzioni, insieme al sistema economico e locale hanno promosso diverse iniziative: un impegno contro i mulini a vento. I risultati, purtroppo, non sono stati pari alle attese. Ciò, non significa che dobbiamo arrenderci e confortarci per la nuova ipotetica proposta. Anche perché i presunti venti milioni di euro sarebbero ancora una volta impiegati nell’alta velocità e non per ridurre i disagi dei pendolari e migliorare il trasporto locale.

Per questo va rafforzata la vertenzialità con le istituzioni superiori a cominciare dalla regione e Governo. Un impegno che deve essere continuo e unitario di tutte le Amministrazioni Comunali, dell’intero sistema economico e sociale delle tre province. In questo occorre maggiore compattezza nel saper mettere in campo la forza politica di un’intera realtà. Fino ad oggi questo è stato un limite. Se continueremo a muoversi con iniziative singole e sporadiche, si raggiunge una visibilità del momento: ottima per qualche amministratore, ma non sufficiente per ottenere risultati concreti. L’Unione dei Comuni poteva e, dovrebbe essere lo strumento politico istituzionale della Valdichiana – insieme alla provincia – per dar forza alle nostre rivendicazioni e costruire intorno a temi così complicati strategie e alleanze più ampie, in modo da poter mettere un peso maggiore sul tavolo di confronto con i livelli superiori.

Infine, vorrei porre una riflessione politica riguardante il trasporto ferroviario e in generale i servizi pubblici. E’ noto che RFI è il gestore della rete e Il soggetto che vende le tracce alle aziende che mettono i treni in servizio. Fa parte, insieme a Trenitalia del gruppo ferrovie dello stato, quindi azienda pubblica.

Fin dal 2001, anno in cui, per uniformarsi alla direttiva europea che imponeva di dividere le imprese che gestiscono le reti infrastrutturali da quelle che si occupano del trasporto, si è sostenuto l’importanza del controllo pubblico delle reti per garantire l’interesse generale dal dominio del mercato.

Ora questo interesse generale che riguarda milioni di cittadini e vasti territori, deve essere tutelato perché la mobilità è un diritto universale che non va sottoposto allo strapotere delle aziende trasportistiche che, invece, dimostrano di guardare esclusivamente ai loro interessi economici.

Alla politica il compito rispettare quell’impegno e trovare le soluzioni, affinché un diritto essenziale non sia determinato dal mercato, in una mobilità di serie A e una mobilità di Serie B. Se non sarà così il controllo e la gestione pubblica delle reti non avrebbe alcun senso e tutto quello che è stato detto, è una presa in giro. Almeno, dovrebbe essere spiegato perché, per collegare all’Alta Velocità un territorio di tre province, su un tratto di linea di circa 250 km, in cui ci sono quattro stazioni che si connettono con la Direttissima non sia possibile prevedere la fermata di un numero limitato di Eurostar. Ogni giorno viaggiano da Roma a Firenze oltre sessanta treni ad alta velocità – una quarantina di Trenitalia e venti del concorrente Italo. Altrettanti in direzione inversa . (Con oltre 120 treni al giorno è chiaro che la linea è satura e gli Intercity dirottati sulla linea lenta). E’ possibile che sia così diseconomico e insostenibile prevedere che tre coppie di treni veloci possano fermarsi ad Arezzo, Chiusi e Orvieto. Magari con il contributo finanziario delle regioni.

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15 risposte a Collegamenti ferroviari al di là della propaganda

  1. pmicciche scrive:

    Se non ho frainteso, concordo con Carlo Sacco e cioè non credo che questa iniziativa, peraltro lodevole e rispettabile, possa produrre alcun esito. Lo stesso Cicconi era molto pessimista che i piranha e gli squali, avrebbero mollato la preda prima di averla ben spolpata. Ci vuole ben altro. In Germania, come visto a Report, alcune scelte sono state modificate solo dopo che centinaia di cittadini si sono ribellati assalendo le Ferrovie tedesche a suon di vibranti proteste. Insomma, bisognerebbe trovare il modo di spronare alla reazione una più larga base di cittadini-elettori-utenti, per poter almeno essere presi in considerazione. Come? A questo punto, non ne ho proprio idea. Ma forse lo studiare la modalità per nuove strategie di protesta, oggi come oggi, sarebbe più importante che elaborare soluzioni ai problemi e poi rimetterle nel cassetto.

  2. pscattoni scrive:

    Sono d’acccordo con Massimo Mercanti. Un incontro del geneere sarebbe utilissimo e quindi facciamolo. Dobbiamo però essere pronti ad affronntare il dopo con una seria piattaforma.
    La donada è: si può “sfilare” un’infrastruttura importante che era stata pensata in maniera del tutto diversa? la stazione Mediaetruria è chiaramente una provocazione, ma anche la divisione fra le due linee con un cambio di voltaggio è ugualmente una provocazione.
    p.s. La denunciata fatiscenza delle cafrrozze non c’entra nulla con la supposta incapacità di reggere la “direttissima”, quanto piuttosto la mancanza di quella che un tempo si chiamava verifica e che le FS hanno eliminato per risparmiare.

  3. Sentite: qui la cosa è semplice. Ci sono soggetti politici-amministrativi locali, provinciali e regionali (una volta anche parlamentari) che “straparlano” attraverso i giornali. I problemi non sono risolti e permangono. Il tema non è solo il disagio delle carrozze ferroviarie fatiscenti (che peraltro vorremmo far viaggiare lungo la DD.ma) La richiesta è quella di avere dei collegamenti alla linea AV tali che i cittadini che abitano tra Firenze e Roma non siano utenti di serie B considerato che la linea ferroviaria passa sotto casa e non altrove. Si possono mettere insieme tutti questi soggetti, compresi quelli di Trenitalia per avere una RISPOSTA de visu alla domanda…senza tanti filtri frapposti tra “noi” e “loro”? Così ascoltiamo cosa hanno da dire, capiamo una volta per tutte se ci sono le possibilità, se quanto fatto in passato senza raggiungere lo scopo è il fallimento della politica e se gli annunci odierni sono pura follia di qualche amministratore. Tutto qui… Andiamo a scoprire se è tutto un bluff!

  4. carlo sacco scrive:

    Oggi la guerra è la guerra degli interessi, questo lo sanno tutti.In una politica così organizzata come questa che viviamo e subiamo non bisogna illudersi che il vertice non abbia già deciso cosa fare. Al vertice occorrerebbe contrapporre nuove armi che non sò e non riesco ad immaginare oggi come oggi quali possano essere.Forse in altre successive fasi probabilmente potrebbe esserci maggiore chiarezza, ma credo che dovrebbero maturare altre condizioni intorno e che siano di supporto,(forse maggiori dosi di grillismo ma non ne sono sicuro…)E mi sembra di ricordare in questo caso una similitudine, un detto famoso :La guerra però è guerra e se il nemico usa nuove armi bisogna adeguarsi altrimenti si fa come il veccho cavaliere che considerava volgare la pistola e rispondeva con il fioretto,nobile gesto ma buono per essere ricordato sulla sua lapide…..in pratica del coinvolgimento della gente ai vertici oggi non gliene può fregare di meno e le dimostrazioni di questo si sono avute dalla politica( vedi la questione NO TAV per fare un piccolo esempio).

  5. carlo giulietti scrive:

    Sono stato pendolare per anni, so cosa significa viaggiare in treni stracolmi, fatiscenti e inaffidabili, sono anche io del parere che si debba trovare qualche soluzione per migliorare il trasporto pubblico locale, al di là del puro interesse economico.
    Purtroppo siamo abituati ad avere amministratori alla continua ricerca di “grandi opere”, che dimenticano invece l’essenziale, le cose più semplici, anche se più utili come in questo caso. A livello locale e nazionale stessa storia: grandi ponti, grandi ferrovie, grandi strade,… grandi stadi, grandi pensiline, tanto, pagano i cittadini, adesso questa stazione, a Montallese o Farneta che sia?… bah! Per farci fermare quanti treni al giorno? Sei, otto? Per ogni grande opera però c’è tanta gente che fa grandi guadagni, non sempre onesti, come abbiamo visto ed è molto difficile fermare chi ne sente l’odore.
    Da bambino tenevo per i pellerossa.…. sono con voi, per quel poco che posso!

  6. pscattoni scrive:

    Anch’io aderisco. Chiusiblog metterà a disposizione una pagina dove tutti gli interessati possono contribuire alla stesura del documento.

  7. luciano fiorani scrive:

    La mia lunghissima militanza a sostegno delle cause perse mi induce a dichiarare la mia disponibilità anche per questa faccenda.
    Insomma, il mio modesto contributo se si decide di organizzare qualcosa, c’è.

  8. carlo sacco scrive:

    Si potrebbe fare anche come dice Mercanti ma personalmente avrei qualche problema a pensare che l’esatto peso delle decisioni e degli indirizzi che possano uscire da una assemblea del genere poi possano essere portati col dovuto peso in ambito decisionale. Secondo me-ma posso sbagliare-ciò che decide è l’indirizzo generale già preso,che ha già scavato l’alveo di dove si possano muovere le volontà emerse e che emergeranno.Credo che a questo punto la possa spuntare la decisione più forte e che più si avvicina al centro di potere decisionale.E’ li dove nel bollito bollono gli interessi ed il sugo si assaggia e si dice che è buono a seconda del tipo di cucchiaio usato.Se è un cucchiaio lungo e se pesca tutto il sugo fino in fondo,saranno quegli interessi a prevalere ma non perchè portino una utilità ma solo perchè il disegno costruito intorno soddisfa le procedure di qualche gruppo di potere.Non è sfiducia ma l’ambito ed i movimenti sono questi, dai quali oggi non si può prescindere in ogni tipologia di scelta.

  9. Io non farei cadere nel vuoto la proposta di Nasorri. Se Amministrazioni Comunali, l’Unione dei Comuni e Provincia possono essere gli strumenti per continuare a non demordere dalla battaglia contro “i mulini a vento” perché non farsi interpreti in maniera “compatta” delle nostre richieste a Trenitalia. Convochiamo una riunione pubblica insieme alle istituzioni, invitando l’assessore Regionale ai Trasporti e il Direttore generale della Toscana di Trenitalia. Sentiamo in viva voce da loro quali sono le cause ostative che impediscono qualche fermata dei treni AV nelle zone Arezzo-Chiusi-Orte. Promotori dell’incontro potrebbero essere questo “Blog”, il giornale PrimaPagina e i vari comitati dei pendolari. Affittiamo una sala al Clev Village e andiamo a vedere de visu…chi sono i nostri interlocutori e quanto peso specifico hanno rispetto alle nostre esigenze…

  10. pmicciche scrive:

    Daccordo con Nasorri ma per far girare le cose esistono solo due modalità: una politica dai valori forti oppure la spinta che proviene da una larga parte di cittadini che “obbliga” i politici ad andare verso una direzione piuttosto che un’altra. La prima ipotesi, neanche parlarne; la seconda è al momento poco praticabile perché si consuma tra rassegnazione e disinteresse. A Chiusi, ma anche a Siena, i problemi della mobilità ferroviaria, interessano solo ad una minoranza. C’è poi l’opzione Sacco, radicale e dagli esiti incerti, ma forse il tappo salterà comunque.

  11. Marco Nasorri scrive:

    Continuare a dire che tutti sono brutti e cattivi asseconda lo sfogo personale, ma se non diventa proposta politica, sostenuta dai cittadini non cambia le cose. Protestare è doveroso e facile, tuttavia c’è bisogno anche di assumersi la responsabilità di organizzare e prospettare nuove idee di cambiamento. A me sembra che ci sia un grande spazio da riempire in questo senso. Troviamo almeno un’unità d’intenti tra chi dice cose simili.

  12. Marco Nasorri scrive:

    La questione è politica. E, le nostre rivendicazioni vanno indirizzate a chi ha le responsabilità e in questo momento il potere per decidere.
    La sola provincia di Siena negli ultimi anni ha discusso in consiglio più volte le questioni concernenti, il trasporto ferroviario, denunciando le politiche sbagliate, che avrebbero penalizzato le nostre realtà. Sono state proposte soluzioni e avanzato richieste per istituire nuovi treni, migliorare i servizi, ripristinare le fermate degli Eurostar presso la stazione di Chiusi, per non dirottare i treni Intercity sulla linea lenta. Personalmente, prima come consigliere e poi come capogruppo PD ho presentato nove ordini del giorno – per il prossimo consiglio è già pronto il decimo. Iniziative negli anni passati sono venute anche dal comune di Chiusi con il sostegno delle categorie economiche e sociali. Tutto questo non è bastato, come per altro non è stato sufficiente nel resto d’Italia. Anche a me sarebbe piaciuto un altro PD. Purtroppo, abbiamo questo. Se la politica in Italia è così in crisi e scontenta perfino gli iscritti ai partiti è proprio perché si è allontanata dai bisogni dei cittadini, non è capace di proporre nessuna visone per una modernità veramente eque e giusta. Tutto questo però, a mio parere non sposta di una virgola il fatto che localmente dobbiamo dare forza a una nuova mobilitazione.

  13. carlo sacco scrive:

    Il problema non è politico ? Spero che sia una battuta.Luciano Fiorani identifica un reale stato di cose quando dice che negli ultimi 20 anni il sistema ferroviario è pensato -io aggiungerei l’avverbio ”scientemente” per non muovere le persone ma i soldi.Nell’elenco che fa su dove facciano capo le decisioni tutte politiche vediamo che il colore è solo di un certo tipo.Ed allora? E per favore, non si faccia ”i nesci” che per risolvere tali problemi servano i dibattiti nei consigli comunali od in quelli provinciali od ancora più sù verso i vertici.Questi che hanno deciso tali cose non tengono conto di nulla quando decidono,ma solo del conto economico dove zuppano.Ci sono solo i ”grandi lavori” per puppare soldi dalle casse pubbliche in committenza coi privati.Lo sviluppo è questo per loro.L’unica cosa che possa spazzare via questo lerciume è una rivoluzione,altro non esiste.Si scopre l’acqua calda ma tale sistema è un sistema politico-mafioso e smetterà di funzionare solo ad una condizione:quando la gente,anche quella stessa che tale sistema l’ha votato,dopoil 15 del mese non mangerà più.ma tanto lontani credo che non siamo.

  14. pscattoni scrive:

    Certo le pressioni vanno fatte su chi decide e chi può influenzare la decisione: Ministro, Regione e Comune. Nasorri suggerisce anche la unione dei comuni. Bene. Si tratta di costruire una piattaforma locale che può essere presentata nelle varie sedi.
    Intanto si possono fare passi perché a ciascuno di questi livelli ci si esprima. Basterebbe un’interpellanza. Per quanto riguarda questo blog basta fare uan ricerca d’archivio per bvedere che la questione è stata sollevata più volte. Purtroppo sino ad ora il tema non è stato neppure ritenuto degno di un dibattito in Consiglio comunale. ma non è mai troppo tardi.

  15. luciano fiorani scrive:

    Sono vent’anni che il sistema ferroviario italiano è pensato non per muovere le persone ma per far girare i soldi.
    Con l’alta velocità si sono favoriti gli affari di pochi peggiorando il servizio alla stragrande maggioranza degli italiani.
    Questo capolavoro è in egual misura riconducibile al Pd e al Pdl.
    Ma visto che il problema non è politico, le “rivendicazioni territoriali”, di cui parla Nasorri, a chi andrebbero indirizzate? A qualche onlus caritatevole o ai tanti comuni (tutti guidati dal Pd), alle tre provincie (guidate dal Pd), alle tre regioni (guidate dal Pd), al governo (guidato dal Pd), al capo delle ferrovie (uomo del Pd e confermato da Berlusconi)?

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