Cetona: “L’orto del Merlo” in una splendida cornice

 

di Enzo Sorbera

Serata divertente, ieri sera. La piazzetta della collegiata di Cetona ospita la messa in scena da un radiodramma di Durrenmatt.

Per la regia di Laura Fatini, la pièce “Ercole e le stalle di Augia” viene messa in scena dalla compagnia “L’orto del merlo”, un gruppo di (splendidi) dilettanti di cui fanno parte diversi chiusini.

L’allestimento è giocato su un doppio fuoco scenico: da un lato, la scena in chiaro dove si svolge l’azione e, dall’altro, un telone da teatro delle ombre cinesi, purtroppo leggermente disturbato dal vento.

La storia è presto detta: giocando sul mito della pulizia delle stalle di Augia, Durrenmatt dipana un’allegoria moderna in cui Ercole, l’eroe del “fare” narrato da un malcapitato Polibio, è chiamato a “deletamizzare” il paese ma si scontra con le lentezze, le problematiche e gli interessi contrapposti della politica e dei politicanti.

Non dico di più per non sciupare il divertimento di chi volesse andare a vedere la rappresentazione – che verrà replicata stasera e poi domenica -. Io consiglio vivamente la “girata” a Cetona per assistervi: è una rappresentazione assai divertente.

Strepitose le caratterizzazioni di Ercole, annunciato nell’ingresso in scena dall’ouverture della straussiana “Also sprach Zarathustra”, Polibio, Senofonte e Augia. Tutta la compagnia presenta un’omogeneità di recitazione che si attesta su un livello piuttosto alto.

Apprezzo molto la Fatini quando inscena un racconto: ha la capacità strabiliante di tirar fuori il meglio da attori anche poco esperti. La seguo da qualche tempo e, salvo un paio di “onde basse”, non mi ha mai deluso. Mi spiace di non aver potuto assistere alla sua lettura di “Il processo per l’ombra dell’asino” sempre di Durrenmatt e soprattutto di “La chiave dell’ascensore” della Kristof.

Una nota un po’ negativa della rappresentazione cetonese è la disposizione del palcoscenico, che obbliga le file di fondo degli spettatori a qualche contorcimento. Ma è un sacrificio di poco conto, che merita fare.

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2 risposte a Cetona: “L’orto del Merlo” in una splendida cornice

  1. enzo sorbera scrive:

    Occorre però la consapevolezza che le “risorse locali” non sono una scusa per una politica di gretto risparmio. Ad es., Durrenmatt è un autore apparentemente facile. Se non si vuol darne una lettura banale, occorre studiarlo, approfondirne i contesti. Tanto per esemplificare, ha interessato germanisti del calibro di Chiusano e Masini. Voglio dire che occorre una politica di tutela e valorizzazione delle risorse locali. Tutto questo richiede tempo e investimenti. Poi, chiaro, è più facile chiamare il tizio tonitruante che riempie la sala ma, dietro di sé, fa solo il vuoto. Ma siamo certi che il rapporto costo/benefici sia positivo?

  2. pscattoni scrive:

    Ho pubblicato subito questa entusiastica recensione di Enzo (Sorbera) non solo per dare notizia delle repliche dello spettacolo di questa sera e domani.
    L’articolo si collega assai bene a quello precedente di Marco Fè. Si può fare cultura senza dover fare affidamento a grandi nomi, ma utilizzando le risorse locali che in questo caso sono quelle degli artisti e della cornice in cui si svolgono le iniziative.
    Ormai non c’è più primogenitura (Chiusi al centro di un territorio) ma solo capacità di fare.

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