Fiorini: sindaco ma si rende conto?

di Rita Fiorini Vagnetti

Ho letto il verbale della seduta consiliare del 22 aprile, alla quale le opposizioni non hanno preso parte, e ritengo alquanto pesanti e assolutamente non condivisibili alcune affermazioni del sindaco.

“I consiglieri di minoranza non hanno voglia di lavorare e si sono stancati perchè stare dietro a lui e’ impossibile, infatti si alza alle 5 e va a letto a mezzanotte…

Ridicola e facile illazione da confutare. Il sindaco non può sapere i ritmi lavorativi, gli impegni di persone che non vivono con lui…Ha scelto liberamente e caparbiamente di fare il sindaco (mal voluto…).

Per quanto riguarda le varie nomine in associazioni e altro, le minoranze sostengono il rispetto assoluto delle norme statutarie ma sostengono altresì che per un principio di buona ed efficiente democrazia sarebbe opportuno che venissero informate prima dell’atto amministrativo in modo da non leggere sempre e solo le notizie sui giornali…

Il sindaco pertanto, nella sua funzione istituzionale, e non propagantistica come si diletta a fare soprattutto durante le riunioni in consiglio comunale, dovrebbe essere “super partes” e quindi non riferirsi per giustificare il suo operato, spesso discutibile, a “metodi di vecchia politica” e ad esperienze in base a tale metodi.

Personalmente, per il nome che porto, Fiorini-Vagnetti, sono più che orgogliosa di avere un passato di vera e propria partecipazione democratica che ha prodotto personaggi di tutto rispetto sia per i comportamenti politici che per quelli personali e professionali, e che hanno contribuito a fare la storia d’Italia.

Magari si potesse dire la stessa cosa per i famosi “rottamatori”.

Episodio: cittadinanza onoraria.

Le minoranze erano assolutamente contrarie e lo hanno molto chiaramente espresso in più di un’occasione, chiedendo pure tempo per una maggiore riflessione e, personalmente, anche con un documento scritto inviato sia al sindaco sia al capogruppo Brilli.

Non necessariamente, come dice il sindaco, si deve vantare un “sensale” nella propria famiglia per mantenere la parola data, specialmente quando non viene data e fa comodo pensare il contrario.

Ora il sindaco sostiene che la cittadinanza da lui data è solo un fatto simbolico.

Ma allora è doveroso chiedersi: che valore ha? Anche se assegnata in Consiglio comunale con tanto di fascia e alla presenza di diverse autorità ed alcuni cittadini che forse non sarebbero stati presenti se avessero immaginato che si sarebbe trattato solo di…cosa?

Infine forse è opportuno, e non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, spiegare che

nessuno ha mai fatto “finta”, come dice il sindaco (che brutta espressione), di far parte di una lista civica avendo la tessera di un partito in tasca per fare il doppio gioco e lanciarsi in “qualche operazione”.

La lista civica trasversale, se il sindaco si riferisce alla lista Fiorini-Vagnetti era un’occasione, un’opportunità per offrire agli elettori una scelta in più per creare quella necessaria e democratica opposizione ad una maggioranza che spesso è stata ed è condizionata da situazioni locali (pur oggettive) e, come sembra, funziona unitamente all’altra lista di opposizione.

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5 risposte a Fiorini: sindaco ma si rende conto?

  1. @Scattoni. La richiesta che proponi farebbe la stessa fine di quella di accesso alla lettera…

    L’unica soluzione con questi dello NPO (Nuova Politica Oligarchica) è fa’ casino: più bastoni tra le ruote gli metti, più li rallenti e più gli complichi la propaganda tutta incentrata sull’efficientismo. Devi costringerli al compromesso (che poi è, bada bene, semplicemente il “minimo sindacale” in termini democratici).

    É inutile che lo dica a te, ma ultimamente va spesso ricordato che la democrazia non è il metodo di gestione della cosa pubblica più efficiente in termini di cose fatte nell’unità di tempo, bensì in termini di rispetto delle esigenze della maggior parte di cittadini.

    Non voglio l’oligarchia nel mio regno!

  2. pscattoni scrive:

    Quello che scrive Giampaolo (Tomassoni) è ragionevole. Penso, però, che il problema posto dall’opposizione sia diverso. Se in un anno l’organismo di governo della Fondazione è stato interamente sostituito qualcosa sarà successo. La richiesta è quindi quella di discutere di questa crisi. Mi pare una richiesta legittima.
    Pochi ricordano che la lettera di dimissioni di Rossella Rosati da presidente della fondazione a pochi giorni dalla nomina non è mai stata resa nota. Chiesi di vederla, ma non ci sono riuscito. All’epoca le opposizioni, che pure chiesero di dibattere in consiglio, non insistettero più di tanto per renderla pubblica. ora forse si capisce che forse sarebbe stato meglio farlo.

  3. Sìvvabbé, diciamo allora che provengono da una sola area politico-. Non partitica, eh. Ma politico-.

    Il “culturale” lo ometto perché già implicherebbe un minimo di dialettica…

    @Fiorani. Ma perché l’opposizione ha abdicato da quel minimo di controllo che avrebbe potuto avere, votando uno statuto che metteva nelle mani del sindaco il pieno controllo? Altrove, poi, come si fa? E poi, dato che è il Comune a dare i soldi alla Fondazione, perché l’opposizione non ha “fatto casino” in sede di ultimo bilancio previsionale? Suppongo che in quel bilancio c’era la previsione di stanziamento per il 2013.

    Se il sindaco vuole il pieno controllo della Fondazione, se la pagasse da sé, no?

  4. luciano fiorani scrive:

    La questione delle nomine (in questo caso ne La Fondazione Orizzonti) ha due problemi:
    – Il consiglio comunale non viene neppure informato di ciò che fa il sindaco. E in questi due anni abbiamo assistito ad un vero tourbillon, tanto che dei primi nominati non ne è rimasto in carica nessuno.
    -Le nomine fatte secondo la “nuova politica” e scrupolosamente scelte in base alle competenze provengono da una sola area politico-culturale.
    Se ne può dedurre che l’ignoranza regna sovrana e incontrastata al di fuori del “cerchio magico”, oppure…

  5. Per quanto riguarda le nomine in enti ed associazioni controllate dal comune, non capisco quale sia il problema nel cercate di rappresentare la piú ampia quota di popolazione attraverso loro. Sarà anche statutario, ma tuttavia un po’ strano che siano sotto l’esclusivo controllo del sindaco. Altrove come si fa?

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