Campagna elettorale: più tutto per tutti

di Paolo Scattoni

In questa campagna elettorale sembra di essere immersi in un comizio continuo, quello del politico Cetto Laqualunque, la creazione geniale e deprimente allo stesso tempo, di Antonio Albanese. Il ritornello è quello del “più pilu per tutti”.

Certo nessuno si azzarda a promettere la “merce” di Cetto, ma la filosofia è la stessa. Così si ritorna al vecchio ritornello del “meno tasse per tutti“. Oggi ci si è specializzati e la tassa è soprattutto una: l’IMU. Di fronte alla promessa non soltanto dell’abolizione, ma anche quella del rimborso delle tasse sulla prima casa dell’anno scorso (sul conto corrente o alla posta, scegliete voi), gli altri concorrenti sono del tutto spiazzati.

Qualcuno insiste sulla più modesta promessa dell’abolizione o quella che pare ormai misera della franchigia per i primi 500 euro.

Insomma si corrono tutti insieme sulla strada in discesa della demagogia.

Di fronte a questo osceno panorama apprezzo sempre più la battuta dell’ex ministro, purtroppo scomparso, Tommaso Padoa Schioppa che ebbe il coraggio di affrontare l’impopolarità con il suo “Le tasse sono una cosa bellissima“.

Voleva dire che le tasse sono un modo per contribuire tutti a seconda del proprio reddito a finanziare i servizi. Se poi questi servizi non funzionano è un’altra questione. Il principio però che chi più ha più contribuisce è sacrosanto. Magari sugli sprechi poi dovremmo controllare tutti insieme.

La demagogia ormai è una malattia troppo diffusa per essere curata. Qui da noi prende le forme di “più internet per tutti”, “più marciapiedi per tutti” (una vera e propria Amministrazione da marciapiede 🙂 ), più case per tutti, e così via.

Il berlusconismo ormai siamo noi e sarà lunga e difficile la strada della guarigione.

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7 risposte a Campagna elettorale: più tutto per tutti

  1. carlo sacco scrive:

    Lo leggerò con vero piacere,anzi domani passerò dalla libreria sperando di trovarlo, cercando di essere il più lontano possibile dalla prevenzione,anche sapendo che oggi spesso si tende a dire di qualcuno ed a portarlo per esempio sulla sua appartenenza o non appartenenza a segmenti di idee e posizioni valoriali a seconda di ciò che si pensi occorra di poter dimostrare. Prima non era così-spero ne converrai-e si rifletteva sull’appartenenza delle persone a filoni culturali ed idee che erano dimostrate dai percorsi di vita veri e dalle loro prese di posizione ben difinite rispetto ai problemi. Oggi non lo si fa più e così facendo spesso si aumenta la complessità di
    riferirsi a fatti e condizioni che essendo chiari e definiti diventano così fumosi ed annebbiati in maniera tale che facilmente possano prestare il fianco a distorsioni, la maggior parte delle vole evocate ad hoc. Guarda per esempio l’attuale ”tenzone” dei partiti ”sullo scenario politico odierno…e quello che si sente dire dai media…

  2. pscattoni scrive:

    xCarlo Sacco. Ti consiglio di leggere il libro “La nostra Italia” di un grandede antropologo cultutale, che non può essere certo accusato di clericalimo. Il cosiddetto “albertiano” da un libro sulla famiglia di Leon Battista Alberti. Quel modello emerge proprio con il passaggio nel rimascimento ad una società più secolarizzata come quella rinascimentale. Comunque sul tema ci sono importanti contributi da parte di politologi, antropologi e sociologi.

  3. carlo sacco scrive:

    E’ evidente che il problema non sia un Berlusconi, il problema sono gli Italiani e non mi stancherò mai di ripeterlo sapendo anche che scopro l’acqua calda. Tale”anomalia” in altri paesi d’Europa non sarebbe possibile in tale misura di come si dimostra essere in Italia. Più di una volta ho detto il mio pensiero su tale questione e sul perchè l’Italia è formata in tal modo, probabilmente incontrando anche il dissenso ed il risolino sarcastico di chi mi leggeva,ma ciò non toglie che la condizione sia questa e che buona parte della spiegazione risieda sul fatto che per secoli l’Italia con la sua popolazione abbia avuto un sistema di valori,relazioni e cultura penetrati profondamente da un sistema trasversale a tutto ed a tutti che si chiama ”concezione cattolica dell’esistenza”,dove forze immani hanno conribuito a plasmare il nostro carattere.Anche altre nazioni l’hanno avuto tutto questo ma in misura, in quantità e modalità diverse.Se stiano meglio o peggio oggi non sta a me deciderlo.E’ solo una riflessione che pongo all’attenzione di altri.

  4. Purtroppo sembra che si riparta sempre da zero. A dispetto di quanto si legge in rete o si sente discutere, pare che nella cabina elettorale poi la memoria si accorci notevolmente. La perdita di punti che DOVREBBE essere provocata dagli errori, le macchinazioni, gli abusi di potere ecc. ecc. del passato, è in realtà molto attenuata già dopo pochi mesi. Quindi, se abusare del proprio potere, corrompere e altro comporta un -2 punti mentre invece comprare Balotelli e fare promesse irrealizzabili e/o disastrose se realizzate comporta +4 punti, è normale che si faccia così. Finché non si smentirà questa tendenza, direi che è tutto più che regolare e prevedibile. Abbiamo i politici che ci meritiamo e loro fanno quello che più calza su chi li vota, giustamente, dal loro punto di vista.

  5. Forse, forse….ho sentito dire, da qualche parte, che andare a votare e scrivere sulla scheda ‘ non siete degni di essere
    chiamati ‘ persone politiche’ potrebbe far si che la Politica torni nel nostro (ex) Bel Paese. So già che è un’ utopia, ma non si sa mai. La speranza è l’ultima a morire….ed io ancora ce l’ho!

  6. Luca Scaramelli scrive:

    Già qualche anno fa Antonio Albanese aveva anticipato la deriva di questo paese perchè durante una delle sue performances nei panni di Cetto Laqualunque ad un certo punto si tolse i panni di scena e disse che non aveva più senso perchè la realtà aveva abbondantemente superato la fantasia del suo personaggio.

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