Primarie Lombardia, una lezione anche per noi?

di Paolo Scattoni

Le primarie per il candidato di centrosinistra per la presidenza della regione Lombardia possono rappresentare un esempio interessante anche per il resto d’Italia. Come noto le elezioni regionali in Lombardia sono dovute alle dimissioni del “governatore” Formigoni. Molti consiglieri sono stati oggetto di indagini della magistratura che hanno scoperchiato un vero e proprio verminaio.

Il centrosinistra ha saggiamente scelto la via delle primarie che si sono tenute sabato con un‘affluenza alta di poco meno di 150.000 elettori, nonostante la neve e il freddo.

E’ risultato vincitore Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso da un sicario di Michele Sindona nel 1979, con il 57,64%. Si confrontava con la ginecologa Alessandra Kustermann che ha ottenuto il 19.11% dei voti e del giornalista Andrea Di Stefano che ha raccolto il 23.25%. Si tratta di tre personaggi impegnati da tempo in politica, ma che non vivono di politrica. Dei tre l’unica ad avere una tessera di partito era la Kutermann, iscritta al PD.

Umberto Ambrosoli, 41 anni, è da tempo impegnato nei movimenti contro la criminalità organizzata e la corruzione. Certo non ha esperienza amministrativa, ma gli elettori dopo aver misurato il degrado dell’amministrazione precedente ha voluto correre il rischio.

Cosa succederà dalle nostre parti con le primarie per il Parlamento del 29 e 30 dicembre? Le regole non sono state pubblicate, ma si spera che si riesca a ripetere l’esperienza lombarda.

Certo è che nonostante che la crisi abbia accelerato i tempi, il centrosinistra sembra muoversi con uno stile diverso rispetto al passato. Potrebbe essere una buona occasione per iniziare (si può pensare soltanto a un inizio) il rinnovamento della politica. Soprattutto si spera che anche n elle altre formazioni politiche vengano introdotti anche se pur modesti, elementi di innovazione.

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