Il comune informi la popolazione sul capannone di stoccaggio di rifiuti pericolosi

di Luciano Fiorani

Dietro quello che sembrava un anodino annuncio sull’albo pretorio si sta schiudendo uno scenario che in pochi a Chiusi conoscevano.

Sul sito di primapagina http://www.primapaginachiusi.it/argomenti_View.aspx?Articleid=1606&ArgumentID=&ContentType=jpg si può leggere, oltre la presentazione della questione del capannone di stoccaggio di rifiuti pericolosi, situato ai Quattro poderi, anche “lo studio preliminare presentato dal gestore per chiedere la V.I.A. (valutazione di impatto ambientale). Sempre secondo primapagina “Il documento, in qualche modo, aiuta a capire meglio i connotati dell’impianto e di ciò che contiene. Ovvio che si tratta di un documento di parte. Che come tale va valutato. Però, adesso, il quadro, quantomeno, è più chiaro. Anche dalle autorità è tuttavia lecito aspettarsi delucidazioni nel merito”.

In attesa di una nota ufficiale dell’amministrazione comunale quello che questa vicenda sta portando allo scoperto è la presenza di un altro impianto nel nostro territorio che movimenta rifiuti pericolosi e infetti (secondo la relazione della ditta).

Tre aziende insalubri di I° classe nei dintorni dello scalo e ora si viene a sapere di un vecchio capannone di lamiera utilizzato per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. Non vi sembrano un po’ troppi per un territorio come il nostro? Quando è stata rilasciata e da chi l’autorizzazione per questa attività? Quali sono i rischi ambientali e per le persone? Forse è il caso che, sebbene a Chiusi pare si sia più preoccupati delle cacche dei cani su aiuole e marciapiedi, qualche chiarificazione venga data.

D’altra parte, con un solerte addetto stampa come quello di cui dispone il nostro comune, siamo sicuri che la questione ci verrà chiarita al più presto e con dovizia di particolari.

 

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17 risposte a Il comune informi la popolazione sul capannone di stoccaggio di rifiuti pericolosi

  1. pscattoni scrive:

    Ho risposto a Lorenzoni su questo argomento sul post pubblicato oggi 17 settembre.

  2. Daria parlava di risposte da parte degli “amministratori”. Io ho capito che intendeva gli amministratori del comune, non dell’azienda. Te hai capito dell’azienda?

    La non risposta di cui parlo io riguarda l’ennesima difficolta nell’accesso ai documenti. Riguarda la negata trasparenza. Se manca quella è difficile valutare l’attività e la pericolosità di quell’azienda come di altre. Gli amministratori di quella ditta, se vogliono, possono spiegare quello che fanno nelle maniera più disparate. Ma, come si dice, carta canta…

  3. marco lorenzoni scrive:

    Per Tomassoni: quella pubblicata da primapagina non è una “risposta” della ditta. E’ un documento della ditta allegato ala pratica per la Valutazione di Impatto ambentale. Un documento di parte. Che spiega parecchie cose (che lì si trattano rifiut i pericolosi, e anche infettivi, di origine agricola, per esempio)ma non tutte. Evidente che le risposte sulle eventuale pericolosità della materia trattata e stoccata, sulle autorizzazioni, sulle modalità per assicurare sicurezza ambientale e sanitaria non può darle il gestore (sarebbe chiedere alloste se i suo vino è buono), ma il Comune e le autorità preposte.

  4. Carlo Giulietti scrive:

    Stando le cose in questi termini, sarebbe anche da sapere se un’azienda di questo tipo dà almeno un ritorno al territorio in termini di impiego di manodopera o altro. Generalmente nei casi in cui un comprensorio concede autorizzazioni per attività potenzialmente inquinanti, i cittadini che vengono esposti al rischio potenziale hanno sempre anche qualche vantaggio economico.
    Si conosce il numero di dipendenti locali? Non credo molti. Insomma, oltre ai gestori, chi ci guadagna?
    Se lo stoccaggio riguarda le sostanze di cui si parla, in caso, anche estremamente fortuito, di incendio, non ci sarebbe pericolo per la popolazione della zona? Gli abitanti di Montallese mi sembrano particolarmente attenti alle vicende del loro territorio, saranno stati informati della vicenda, così come è stato per la sicuramente meno pericolosa antenna Telefonica? Certo che anche Chiusi stesso è a due passi.
    Mi auguro, anche questo, sia uno di quei casi in cui le preoccupazioni che si creano siano solo il frutto di mancanza di informazione preventiva e speriamo che almeno ci sia successiva, anche se ormai siamo quasi fuori tempo massimo!

  5. @Daria Lottarini. Che non rispondano attraverso il blog passi. Il problema è che non rispondono affatto…

    Come giustamente fa notare Scattoni, la risposta su PrimaPagina è una non risposta che non cambia d’un etto la situazione.

  6. pscattoni scrive:

    Daria (Lottarini), oltre a un’occasione mancata, secondo me si tratta di un errore politico che alla fine si paga. Questo è un problema non solo per gli amministratori ma anche delle forze politiche che hanno dato la indicazione di non partecipare. Forse non si rendono conto. Oggi, sabato, giornata fiacca per il blog, a mezzanotte saranno duecento le persone che avranno letto questo post. Entro domani si arriverà a trecento circa e in settimana prossima ci saranno probabilmente altri articoli che coinvolgeranno altre centinaia di lettori. Se questa non è una realtà di dibattito che ha valenza politica, cosa lo è? Probabilmente hanno canali più efficaci. Ancora però non li ho visti

  7. Daria Lottarini scrive:

    Ormai è chiaro che i nostri amministratori non risponderanno mai attraverso il blog a legittime richieste di cittadini, come è il caso dell’impianto trattato nell’articolo. A me dispiace molto perchè lo trovo un ottimo mezzo di comunicazione e non credo che gli amministratori perderebbero in “autorevolezza” se ogni tanto intervenissero, soprattutto su argomenti così importanti per la salute e sicurezza dei cittadini. Tutti sappiamo che il trattamento dei rifiuti è una cosa molto complicata, ma ci farebbe piacere, almeno, sapere se le cose vengono fatte nel rispetto della legge e della trasparenza.

  8. pscattoni scrive:

    Si certo, Maurizio (Patrizi), queste sono richieste da fare. Il mio sospetto è che si sia utilizzata la vecchia autorizzazione edilizia originaria per deposito di carburanti e su questa sia stata poi innestata l’autorizzazione del 2010. Comunque la cosa sarebbe tirata sul filo della legittimità. Quella che io chiamo “rendita interpretativa”. Comunque sia, è necessario vedere il fantomatico “progetto preliminare” e su questo poi impostare uan ricerca a ritroso per ritrovare tutte le autorizzazioni. Ammesso che poi questa documentazione te la facciano vedere. Sai c’è sempre il problema della privacy 🙂 Magari c’è il rischio di capire chi sia la misteriosa titolare di Immobi-eco. A me probabilmente farebbero muro, provaci tu che sei un esperto di procedure di pubblica amministrazione e anche geometra, categoria notoriamente benemerita presso la nostra amministrazione comunale 🙂

  9. Ma é possibile che quell’ammasso di lamiere arrugginite disponga dell’agibilità ? Mi sembra impossibile; non solo ma gli scarichi della struttura dove vengono immessi ? Non troppo lontano c’é i nostro lago ! Se interrogazione ci sarà sarebbe opportuno chiarire anche questi aspetti. O no !

  10. pscattoni scrive:

    No, è gravissimo aver omesso di rendere disponibili i fogli, perché è dai fogli che si ricostruisce il tutto e si può poi procedere al controllo. Oggi si cerca di far passare la documentazione dovuta una “valutazione prelimianre al progetto preliminare”. E che documentazione è? Quanto pubblicato da Primapagina è di fatto questo.
    L’assenza di documentazione è grave anche se quell’impianto fosse il più sicuro del mondo e dovesse far uscire acqua di colonia.
    La pericolosità del sito lo si può verificare SOLTANTO quando questo progetto preliminare sarà messo a disposizione. L’attuale sindaco dovrebbe sapere tutto, visto che era assessore alle attività produttive all’epoca in cui la prima autorizzazione fu rilasciata, immagino con una conferenza di servizi convocata dalla provincia alla quale il comune faceva ovviamente parte.
    Ora mi chiedo se questa edil-eco era un’impresa reale o una facciata. E’ stata mai percepita in via Porsenna n.65? E la sua titolare qualcuno l’ha mai vista? E perché ha ceduto l’autorizzazione non appena l’ha ricevuta? Sulla pericolosità discuteremo quando sarà possibile vedere il progetto, se ce lo faranno vedere.

  11. marco lorenzoni scrive:

    P.S. al precedente: il problema è quello di quei rifiuti pericolosi, quello dei “fogli mancanti o spariti” è secondario, e se mai è una aggravante…

  12. marco lorenzoni scrive:

    Ovvio che non basta una “semplice comunicazione”. Il Comune deve rispondere e spiegare, carte alla mano, tutti i contorni della vicenda che – nonostante i documenti e i progetti della ditta messi in rete e pubblicati dalla stampa- appare ancora piuttosto nebulosa. Credo che le opposizioni farebbero bene a presentare una interrogazione a risposta scritta. E anche la maggioranza farebbe bene ad attivarsi perché sia fatta chiarezza. Se alla fine risulterà tutto in regola, tutto chiaro e trasparente, tanto meglio. Ad oggi di chiaro e trasparente c’è poco. E lo stesso documento di Cascina Pulita Srl pubblicato sul sito di primapagina ieri, non spiega tutto. Abbiamo capito – e la ditta stessa lo aveva fatto capire parlando di “attività presente da anni” – che la cosa è partita sotto l’amministrazione Ceccobao. Scaramelli ne faceva parte, qualche carta l’avrà vista… Se è tutto a posto non ha nulla da temere. Altrimenti, il silenzio, le reticenze, i traccheggiamenti almentano solo i dubbi…

  13. pscattoni scrive:

    Sono del tutto d’accordo con quanto scritto da Anna (Duchini). Una sola precisazione. In via Porsenna 65 l’ufficio della Immobil-Eco di MAGYARI MARIA MIHAELA può non esserci più, perché la ditta ha volturato alla Cascina Pulita nell’aprile 2010. Insomma la ditta della signora Magyari ha funzionato per far “maturare” la prima autorizzazione che è stata rilasciata nel febbraio del 2010. Possiubile che dal 2008 al 2010 nessuno abbia mai notato niente (almeno una targa esterna o magari soltanto un nome sul campanello) e questa signora Magyari nessuno l’abbia mai vista? Io ho fatto una ricerca su Google e non appare se non per questa ditta. Ma sicuramente il sindaco e l’assessore alle attività produttive l’avranno sicuramente incontrata.

  14. Anna Duchini scrive:

    Dopo le informazioni scovate da Paolo Scattoni una semplice comunicazione dell’amministrazione comunale non basta assolutamente.
    Devono saltar fuori le carte! C’è un progetto? Che tipo di attività viene svolta attualmente nel capannone?
    Io passo spesso lì davanti e non ho mai visto via vai di camion o movimenti di sorta.
    Chi ci lavora? I rifiuti che vogliono stoccare da dove li prendono e dove li portano per il trattamento finale?
    Al numero 65 di via Porsenna che società c’è? Io non mi sono mai accorta di niente.
    L’attuale sindaco non era al tempo dell’autorizzazione assessore alle attività produttive?
    Insomma la faccenda mi pare piuttosto ingarbugliata e trattandosi di rifiuti pericolosi è bene che si sappia ogni cosa.
    Guarda che cosa salta fuori, certe volte, ad andare in comune a chiedere qualche foglio!http://www.chiusiblog.it/?p=21296

  15. marco lorenzoni scrive:

    Le risposte deve fornirle il Comune. A partire dal perché fu autorizzata quell’attivtà…
    Poi anche ad altre domande (ad esempio quelle indicate su http://www.primapaginachiusi.it).

  16. pscattoni scrive:

    A correzione di quanto scritto nel precedente commento. L’autorizzazione alla signora Magyari non viene data nel 2008 (anno di fondazione della sua società) ma nel febbraio del 2010. Il mese dopo c’è la domanda di voltura a Cascina Pulita al Servizio Ambiente della Provincia. che viene autorizzata in aprile. Insomma la signora Magyari ha girato la prima autorizzazione che appena rilasciata viene trasferita a Cascina Pulita.

    SERVIZIO AMBIENTE
    Disposizione dirigenziale
    Raccolta n. 526 del 13/04/2010
    Oggetto:
    CASCINA PULITA SRL: VOLTURA DELLA AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO RILASCIATA CON D.D.
    139 DEL 04/02/2010 ALLA DITTA IMMOBIL-ECO DI MAGYARI MARIA MIHAELA & C. SNC PER
    L’IMPIANTO DI RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI SITO NEL
    COMUNE DI CHIUSI IN LOCALITÀ QUATTROPODERI

  17. pscattoni scrive:

    Eh caro Luciano, le inchieste giornalistiche non sono più quelle di una volta 🙁
    L’autorizzazione originaria sembra essere del 2008!!! Non ricordo chi fosse sindaco allora. L’autorizzazione fu data a un’azienda la cui titolare aveva un cognome esotico e una sede in via Porsenna n.65 oltre che ai Quattro Poderi
    http://www.coobiz.it/azienda/immobil-eco-snc-di-magyari-maria-mihaela-c-chiusi/co7851156/contatti

    C’è una scheda ARPAT di questa autorizzazione. Quell’autorizzazione ora dovrebbe essere ulteriormente ampliata.
    Ora c’è Cascina Pulita con sede a Torino. Molto misteriosa anche questa perché per entrarvi bisogna iscriversi. Comunque c’è un video di pochi secondi che vi consiglio di vedere.
    http://www.cascinapulita.it/public/login.php

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