Suonano i Nuovi Forchettoni, e la platea applaude

di Carlo Sacco

Durante l’epoca berlusconiana abbiamo assistito ad attacchi furiosi da parte della componente del PD ex Margherita al partito del cavaliere e alla sua persona. Attacchi a tutto campo.

Non che non se li meritasse ma in quella sfrenatezza c’erano degli elementi che secondo me facevano riflettere. La sfrenata demonizzazione rifletteva quasi -come dire- un odio messo fuori con visceralità, non tanto per le ragioni profonde e criticabilissime della sua politica -non politica- ma visceralità che a stento celava una recondita paura che il cavaliere, nella sua modalità politica giudicata ”sciagurata”, potesse portare la gente in piazza, esasperata, provocare ed innescare scintille ormai in presenza di un humus sociale di forte opposizione più corposa per numero di quanto non si era visto negli anni ’70.

I settori sociali ai quali tali visceralità facevano riferimento erano senz’altro a sinistra (per naturalezza e teoria politica): la parte scontenta del PD, CGIL, FIOM e altri settori ma anche al centro. Un Centro che rischiava di venir schiacciato fra destra e sinistra, compresso dalla crisi. Con condizioni che lasciate passare nei varchi aperti dalla crisi avrebbero potuto portare allo scontro sociale e forse anche allo Stato autoritario. La Storia sociale e politica del Centro in Italia ha aborrito da sempre tale finalità a parole ma, sommessamente, mentre diceva di aborrirla aveva naturalmente costituite forze al suo interno tali da procurarla e predisporre il sapone nella strada in discesa affinchè la sinistra nel suo complesso cadesse in tale imboscata da sempre presente nella mente dei politici a sinistra e anche a destra per opposte ragioni evidentemente.

La risposta a tutto questo si è avuta con il PD e con la politica di sostegno al Governo Monti e da ultimo a creare le condizioni al proprio interno per allontanare l’IDV di Di Pietro il quale, secondo me, ha fatto benissimo a lanciare messaggi di chiarezza (cosa su cui il PD si è schierato contro sostenendo Napolitano) nella vicenda delle intercettazioni avverso i vertici dei passati governi “evidentemente” interessati alla tacitazione della vicenda mafiosa. L’IDV ha sostenuto e tutt’ora sostiene Ingroia, differenziandosi dalle mafie di governo rappresentate da ben noti politici, possiamo pur dirlo.

Adesso stiamo assistendo all’ultimo atto: la creazione da parte del PD delle condizioni per l’allontanamento di Di Pietro. Ben venga tale momento di chiarezza anche a costo di far pagare all’IDV in termini elettorali una perdita che non gli auguro. La triade che sostiene Monti è smaccatamente a favore della conservazione; prima irrideva Grillo beffandosene, adesso incomincia a tremare poiché c’è il rischio che eroda i voti a tutto lo schieramento e i giochetti di prestigio in barba agli italioti beoti non possano più funzionare, oppure funzionare di meno.

Questa non è una novità ma una evidenza. Qualche settimana fa a Villastrada ci fu un incontro con il segretario di Rifondazione Comunista, Ferrero per la presentazione del suo libro ”Pigs” sulla crisi Italiana e mondiale. A una domanda sui futuri schieramenti rispose che a sinistra del PD c’è una area che potrebbe raggiungere il 20% alle future elezioni e l’ultimo sondaggio di casa PD conferma che se si realizzasse tale eventualità (Sinistra Unita) il PD scenderebbe dal 38% al 20%. Queste cifre se veritiere, mettono secondo me in evidenza due cose fondamentali che rappresentano scritture incise sulla pietra delle teorie politiche che molti amano far finta di dimenticare (sia a destra che dentro il PD). Soprattutto ex margherita-rottamatori fornendo avallo a tali procedure:

A) Che in periodo di crisi dove le sorti della politica possono produrre una forte determinazione a Destra, al Centro oppure a Sinistra, il Centro di cui prima si parlava (il nuovo PD che incorporerà l’UDC ed altri settori una volta uscito Di Pietro e forse anche Vendola –ma su quest’ultimo non ci giurerei, anzi… finora non ha dato segni sostanziali di vita autonoma e attende di salire sul cavallo del vincitore) occuperà uno spazio politico dal quale potrà stabilire le alleanze del dopo elezioni, fatte con una legge elettorale con cui tutto è permesso ai vertici dei partiti. Già da adesso s’intravede quale spartizione via sia e la quantità di fumo da emettere per disorientare la gente che andrà a votare.

B) Che ancor oggi è sempre più palesemente valido il fatto che sia il Centro che con la sua politica imponga il terreno del confronto, le modalità e il modo di ridare fiato a se stesso, privilegiando il certo medio abbiente e preparando la vasellina per le fasce più basse. Con il contributo di sempre dell’Oltre Tevere che spera ancora una volta –come se non bastasse- di venirne beneficiato, e lo sanno tutti che così sarà. Allora dico, ma non sarebbe il caso di unirsi a sinistra, di buttare a mare le differenze e di poter rappresentare un pezzo di società fortemente caratterizzata a sinistra che possa inglobare IDV, PRC, SEL e altri in modo di potersi avvicinare a tale percentuale forse ancora più ingrossata dagli scontenti di tutti i lidi?

Parleranno, come ha fatto Bersani di “etica fascista” e di ammucchiata riferito a Grillo e alle sue improperie. Buon segno, visto che è preoccupato, dato che la sua inconcludenza ha portato a vanificare e sminuire le lotte anche dentro il Sindacato con l’aiuto interessato del Gatto e della Volpe che dicono di proteggere tutti mentre sono con Marchionne e rischiano l’impresentabilità.

S’incazzano solo quando gli toccano gli statali, una grandissima quantità dei quali assunti col sistema delle tessere.Ve li ricordate “I Forchettoni”? Ci risiamo fra un po’. Con la sola differenza che adesso la sinistra è più debole, mentre qualcuno si frega le mani e siede sulla sponda del fiume…che non è lo Yang Tze di Mao, ma è il Tevere di Walter che sfocia nel mare dello “Schettino” Massimo nonostante tutti e due indichino strade diverse per la sinistra.

Ma non servirebbe a quest’ultima uno scatto d’orgoglio invece che pensare al proprio orticello dove non nascerà nemmeno una pianta d’insalata? E Chiusi che fa nel contempo sapendo che la mucchina ha esaurito le tette? Nicchia, attendendo forse l’erosione di qualche consenso interno per l’azione dei vari Renzi ma spargendo cortine fumogene sulle cose veramente importanti come Bioecologia, Edilcentro, Ludovichi e altri. Parecchi altri.

In compenso fra gli applausi della clap si inaugurano le fontanelle (avete capito bene Le Fontanelle) con la quasi presenza fissa a turno delle persone che chiedono alla gente che riempie le bottiglie se sono soddisfatti, quando altri comuni da qualche anno si servono dello stesso mezzo con totale normalità. Allora è pur vero che il paese lo fa la gente, o no?

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2 risposte a Suonano i Nuovi Forchettoni, e la platea applaude

  1. carlo sacco scrive:

    Lo sò che è come tu dici Luciano, ma forse non hai messo in debito conto le resistenze del potere e le sue prebende. Giuocano un ruolo importante nel ricambio sia nei tempi sia nella qualità: vedi questione delle alleanze e legge elettorale tanto per dirne poche. Il tutto concorre ”alla questione morale” ma ti devo dire che più il tempo passa e più vedo segni dai maggior partiti che ”tutto debba cambiare perchè nulla cambi”. La storia ci insegna che l’unica cosa che ha spazzato via le incrostazioni sono le rivoluzioni (non solo quelle di piazza certo, ma anche quelle).
    Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Russia, Francia hanno fatto le loro (bene o male) e sono messi meglio di noi come intuizioni politico-sociali. L’Italia no! Un’importante componente delle ragioni del nò sai anche te qual’è, non me lo far ripetere perchè sennò già mi sono attirato gli strali e i mugugni di coloro che frenano e che si collocano oltre Tevere più quelli sensibili -quando sono al fondo delle cose- a tali teorie, anche a sinistra. Alla promessa del Paradiso parecchi non dicono certo di no, ben sapendo che il paradiso o l’inferno sono su questa terra. E allora spesso la doppiezza prevale, per egoismo, per paura, per una serie di motivi, ma portano tutti alla soddisfazione di quel bisogno recondito dentro di noi. E lì c’è qualcuno che in vita li attende per far loro pagare il dazio…e di no non lo dicono mai…cambiare non è facile….

  2. lucianofiorani scrive:

    Temo che questa proposta, anche se prendesse piede, arrivi fuori tempo massimo.
    Il primo problema che, secondo me, è in agenda è un profondo ricambio di classe politica. Quelli di destra e di sinistra, negli ultimi venti anni, si sono alternati al governo senza mai affrontare i temi più scottanti (democrazia, lavoro, tassazione, privilegi, assetti istituzionali…).
    Insomma una ceto politico che ha fallito va mandato a casa, poi torneremo a dividerci secondo i principi, i valori e gli interessi.
    Non credo bastino più riposizionamenti di schieramento.

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