Riforma elettorale: una proposta per prepararsi al peggio

di Paolo Scattoni

Lo spettacolo che stanno offrendo i partiti sulla riforma del sistema elettorale è davvero penoso.

In un polverone abbastanza denso l’impressione che si ricava è che ci sia un  diffuso interesse a fare finta di volere la riforma da una parte, ma dall’altra parte con la speranza che tutto rimanga così com’è: un parlamento già deciso all’ 80% già prima delle elezioni. Le elezioni divengono un mero referendum su quale coalizione dovrà governare, sulle persone che lo formeranno.

Che cosa si può fare? Non molto, ma allo stesso tempo non si può rimanere inerti di fronte a tanta protervia. Avanzo un’idea: proporre ai partiti delle coalizioni più importanti, nel mio caso a quella di centrosinistra che si tengano primarie auto organizzate di collegio.

Propongo che si riprendano le circoscrizioni del vecchio sistema. Per ciascuno di questi collegi la coalizione che organizza può proporre un nome, ma allo stesso tempo che vi possano essere altre candidature tramite raccolta di firme (p.e. 1500). Se non ci saranno alternative il candidato di partito potrà essere inserito ai primi posti del collegio unico. Se invece ci saranno due o più candidati allora la candidatura sarà determinata da chi ha vinto e la posizione in lista in base alla percentuale ottenuta. La cosa può funzionar anche per i collegi del Senato.

Come si giustifica la proposta? Innanzitutto perché la suddivisione dei collegi è già pronta. Inoltre a sostenere quel sistema c’è il milione e duecentomila firme raccolte per il referendum che la Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile.

Proviamo a fare un’ipotesi su cosa potrebbe succedere in Valdichiana. Ipotizziamo che Rosi Bindi riesca ad ottenere la candidatura della coalizione di centrosinistra. Se ci saranno 1500 firma di cittadini che preferiscono un altro candidato (un’ipotesi di fantasia: l’attuale sindaco di Montepulciano). I due candidati si potranno confrontare e alla fine chi vince diventa candidato.

Un metodo semplice anche se non perfetto. Almeno si eliminerà una procedura di scelta tutta chiusa nelle contrattazione fra i partiti di coalizione e che allo stesso tempo incoraggia la formazione di gruppi e realtà di base.

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA. Contrassegna il permalink.

Una risposta a Riforma elettorale: una proposta per prepararsi al peggio

  1. marco lorenzoni scrive:

    Ma come? I partiti – parlo anch’io di quelli del centro sinistra, degli altri mi interessa poco – si stanno scannando e svenando per mantenere l’attuale situazione (anche se a parole dicono il contrario) che garantisce loro il controllo totale degli eletti, prima ancora del voto, e tu vorresti cambiargli le carte in tavola e scompaginare i giochi, introducendo addirittura elementi di trasparenza e di “aderenza” al territorio? ma allora sei proprio un rompipalle, caro Scattoni. Li vuoi proprio vedere sul lastrico questi poveri partiti!

I commenti sono chiusi.