Una politica di sinistra a Chiusi non c’è

di Carlo Sacco

Partendo da una considerazione di Anna Duchini riguardo all’ipotesi di un’alleanza tra destra e sinistra voglio proporre qualche ulteriore spunto.

Non credo proprio che i cittadini di destra non siano cittadini, vorrei vedere… ma la loro cooptazione ipotizzata per sorpassare la esistente maggioranza anche se permettesse di raggiungere un successo, il giorno dopo credo che potrebbe far sorgere delle grosse discrasie sull’andamento della amministrazione della politica a Chiusi.

Mi si può dire: quale sarebbe la differenza fra l’attuale maggioranza e quella ipotizzata? Nessuna, è vero. Ma finchè non è evidente a tutti che l’attuale maggioranza compie uno sfacelo al quale lei stessa è stata designata e ad esserne il controllore il problema non si pone. Gli schematismi ormai sono superati perchè oggi sono tutti euguali? Non lo so, me lo chiedo.

Io invece, guarda un po’, propenderei per una sinistra vera, che con un sistema di alleanze faccia cadere la maschera a chi si dichiara di sinistra o centro sinistra e compie atti validando l’andazzo a cui Chiusi soggiace da decenni. Ora stà prendendo piede che non occorra teoria ma pragmatismo. Forse parecchi hanno dimenticato che non viviamo in una società ordinata e rispettosa dei diritti di tutti ma in un sistema economico dove la legge del più forte riesce ancora a piegare le istanze pubbliche a suo piacimento.

La più forte fatica è riconoscere dove si formano le idee e le aggregazioni di chi comanda per i suoi interessi e cercare di romperle per costruire un ambiente e una società più a misura delle persone, non a misura esclusivamente del profitto. Tanti Comuni ci sono riusciti e muovono i primi passi in tale direzione. Perchè a Chiusi non si fà?

Tanti dicono che non c’è bisogno di teorie, c’è bisogno dei fatti. C’è bisogno anche dei fatti certamente, ma i fatti non devono validare l’esistente e farlo funzionare oliandone i meccanismi. La funzione del centro che si pone sia a destra che a sinistra sostiene detta teoria.

E’ pragmatico a seconda di ciò che convenga a chi lo sostiene. Fa funzionare i meccanismi dell’esistente e ritiene di beneficiare i suoi adepti che sono la maggioranza degli elettori. E’ cambiare musica questo? Io ritengo di no, ma tutto questo ha pervaso l’intera società Italiana che invece sta andando a fondo. Si vede che qualcosa di strutturale in tale meccanismo non funziona.

Vi siete mai chiesti che quale spettacolo dia di se stessa una sinistra che faccia solo funzionare meglio i meccanismi che producono il dissesto? Provate a guardarvi intorno, anche nella nostra Provincia e vi accorgerete che la tanto vantata superiorità rispetto ad altre era solo effimera. Ad un colpo di vento più forte il castello crolla, travolgendo principi, re, regine che si salvano sempre, il popolino invece accende le candele e va in processione, come è avvenuto l’altro ieri a Roma e o prega per l’uscita dalla crisi dell’Italia.

Seguendo ciò che dicono pensate di salvaguardare anche ciò che vi appare vostro, conquistato in anni di lavoro e permesso da un assetto sociale al quale hanno contribuito molte forze aggregate? La strada per uscirne è sempre più in salita.

Chiusi dal canto suo avrebbe bisogno di ben altro. Intanto mi giunge all’orecchio la voce (la rivogo come l’ho ricevuta, non sapendo se sia vera o meno ma la dico tanto per rendere l’idea della mente di certuni cosa possa contenere) che sia stato chiesto di re-invertire il traffico davanti al Museo e farlo ritornare come era prima. Questo perchè gli occupanti delle panchine, che di solito sostano davanti alla strada, non hanno adesso più il controllo di chi entra a Chiusi con la macchina. Io spero che sia una fandonia bella e buona, una battuta, una ”visciaia” alla chiusina per modo di dire, ma se non fosse tale ritengo che non ci sarebbe neanche da stupirsi più di tanto.

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10 risposte a Una politica di sinistra a Chiusi non c’è

  1. pscattoni scrive:

    @Anna Duchini. Splendido!!! Se la Primavera ci farà avere una sintesi del dibattito e la nota Fiorini sull’argomento, questo modesto blog, com’è suo uso, potrà ospitarli.

  2. anna duchini scrive:

    La spiegazione è semplicissima: La Primavera nella sua ultima assemblea pubblica ha discusso anche delle osservazioni di Regione e Provincia.
    La sola a farsi viva è stata Rita Fiorini Vagnetti che ha inviato un documento in quanto non peteva essere presente, tutti gli altri a Chi l’ha visto.

  3. pscattoni scrive:

    intanto cerchiamo di capire perché queste precondizioni non ci sono e come si può operare perché ci siano. Con responsabilità diverse nessuna delle forze che siedono in consiglio sembra muoversi nella direzione giusta.
    Per quale motivo ad esempio nessuno ha voluto prendersi la briga di dibattere pubblicamente le osservazioni regionali. Il silenzio rifiuto di fatto avrà sicuramente le sue ragioni, ma ai duri di comprendonio come me, potrebbe essere utile una spiegazione.

  4. pmicciche scrive:

    Credo che si possano fare tutte e due le cose contemporaneamente. Un conto sono le regole del gioco che dovrebbero interessare indistintamente tutti, un conto è un progetto di gestione per la Città che può e anzi deve avere posizioni diverse in campo. Il punto di incontro è che poi qualcuno si dovrà fare collettore e garante anche delle “regole del gioco”, qualcuno che finalmente amministri e possa renderle effettivamente operative. In ogni caso pensare che 3 anni dall’inizio di una campagna elettorale sia un tempo lungo è quantomeno ingenuo, soprattutto a Chiusi dove l’immobilismo cronico forse necessiterebbe di ben altri tempi per essere smosso.

  5. pscattoni scrive:

    Non capisco tanta passione. prima di pensare alle elezioni che si terranno fra quattro anni, non sarebbe meglio discutere delle pre condizioni della democrazia.
    A Chiusi non si riesce ad avere accesso a un documento grazie all’arroganza di chi crede che il voto ottenuto sia l’autorizzazione alla dittatura o alla propaganda più becera. Le richieste di dibattito ignorate da chi ha riesponsabilità politiche. La stampa che tiene la balla e non viene adeguatamente ripresa.
    Personalmente ho fatto delle proposte sulla trasparenza. Se chi ha la seggiolina, grande o piccola che sia, non risponde sarà il caso di partire la lì.

  6. pmicciche scrive:

    Caro Fiorani, qui il discorso si fa forse troppo complesso per “banalizzarlo” nella giustamente limitata capienza del Post. Per dirne i titoli, il problema oggi è il senso di smarrimento, la crescente entropia – troppa informazione, troppe sollecitazioni – per cui le persone avranno sempre più bisogno di ancorarsi ad un “sistema”. Il fatto di trovarsi d’accordo su alcuni punti tra diversi soggetti non significa che i risultati ottenuti siano realmente efficaci e, soprattutto, che alla fine si “vincerà la guerra”. “Piano strutturale, Trasparenza e partecipazione, Bioecologia, Fondazione Orizzonti, Centro merci, Crisi economica e occupazione, Stadio….” . Ci vorrebbe la controprova per sapere se, su questi temi, un affondo più ideologico non avrebbe aggregato più consenso; parlarne in un gruppo è un conto, essere realmente concreti ed efficaci come chiede Luca Scaramelli è un altro. Si rischia il “falso movimento”, la pura sensazione del Fare. Poi nessuno vieta a chi è d’accordo di esserlo comunque ma almeno il proponente sia portatore di una forte identità, evitando la trappola di: Uno, nessuno, centomila. Detto questo io penso che proseguendo su questa strada l’altro Scaramelli rischia una riconferma e, puntando il pollice sul naso, di ritrovarsi ad agitare le altre dita all’indirizzo del suo omonimo.

  7. lucianofiorani scrive:

    L’esempio di Monti non mi pare calzante.
    Qui a Chiusi, in questo primo anno di amministrazione, ho visto sulle questioni più importanti (Piano strutturale, Trasparenza e partecipazione, Bioecologia, Fondazione Orizzonti, Centro merci, Crisi economica e occupazionale, Stadio…) costantemente schierate da una parte i vertici del Pd, Sel e socialisti dall’altra una parte del Pd, la Primavera, la destra, Rifondazione e una significativa parte del mondo cattolico, con Banca e associazioni economiche a fare i pesci in barile.
    Vorrei sapere dov’è la sinistra e dov’è la destra.

  8. carlo sacco scrive:

    Concordo quasi totalmente su ciò che ha detto Miccichè.Con quanto asserito da Fiorani vorrei porre l’accento sulla ”Diga” Montiana quale ultimo baluardo alla società del benessere, regolata, rispettosa degli altri e della comunità civile. La Diga è stata eretta con l’apporto fondamentale del Centro Sinistra mentre la Destra inizialmente era scettica e aveva paura a partecipare, poi quando ha toccato con mano che c’era la vasellina per gli operai e per i deboli, ha accettato di partecipare all’asse che vede -dicono-il 75% del popolo italiano schierato in una difesa tipo CLN, poichè al difuori di quello” c’era il baratro”. In una società composita il baratro c’è per quelli che stanno più in basso mentre per coloro che stanno al centro c’è una piccola discesa a misura di ognuno. Se Monti avesse dato dei segnali di equità tali da far pensare a chi sta peggio di avere un attimo di respiro forse oggi avrebbe qualche consenso in più perchè sembra che li stia perdendo e che la gente sia veramente stufa. A Chiusi invece tutto questo non accade: la gente, il sindacato, i partiti che danno il segno della loro non esistenza, sembra un mondo disincantato. Nulla si sa e si attendono gli eventi. Quali? Forse le telefonate delle Banche che invitano a ricoprire gli scoperti.

  9. lucianofiorani scrive:

    C’è questo nodo sinistra-destra che mi pare sia diventato un ostacolo insormontabile. Così come “quale sinistra” è qulla buona.
    Sul primo mi limito a ricordare l’esperienza dei comitati di liberazione. Tutti contro un nemico comune. Nessuno (o quasi) rifiuta quell’esperienza ma in concreto, quando se ne ripresentano le condizioni, e oggi penso che siamo in una situazione che richiederebbe nuovi Cnl, parte una raffica di distinguo che fa solo il gioco di chi non vuol cambiare un andazzo che ha già fatto troppi danni.
    Sulla “sinistra vera” ci sarà modo di riparlarne.

  10. pmicciche scrive:

    Negli anni ’70 abitavo a Verona (vedi Veneto “bianco”) e regalai ad un amico democristiano (più tardi anche assessore) un libro di filosofia politica per il suo compleanno. Mi ringraziò con un sorriso ironico: ” Tu mi vuoi far Pensare ma la politica è soprattutto Fare”. Gli effetti di quel “fare” senza una guida forte del pensiero li possono apprezzare soprattutto coloro che si ritrovano un debito pubblico come quello italiano sulle spalle come viatico per il loro futuro. Se Destra e Sinistra – come visioni diverse del rapporto cittadino/stato – producono così tanto fastidio, diciamo che a Chiusi c’è bisogno di una formazione “politica” che abbia una visione unitaria, organica e innovativa su quale futuro prospettare, con una grande attenzione ai temi sociali e della solidarietà, alla cultura e ad un rinnovato ecologismo, che prospetti un’attiva azione maieutica del “pubblico” – quindi non solo quale prestatore di servizi – e che si voglia fin da ora candidare alla guida di Chiusi. Poi se uno di Destra vi aderisce, in fondo saranno anche problemi suoi. Ah dimenticavo….qualcuno dirà che il PD sarebbe già tutto questo. Si ma lo è sulla carta, come lo era la DC dell’amico assessore veronese ma senza quello stesso numero di iscritti; la differenza è tra il dirlo solamente e l’azione concreta. Ed è qui che finalmente il Fare segnerebbe la differenza dal Pensare.

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