E’ tutta colpa della crisi?

di Luciano Fiorani

Stanno diventando davvero tempi cupi. Ormai basta mettere il naso fuori di casa e l’unico argomento di cui si sente parlare è la crisi. I motivi ci sono, per carità, ma ogni piccolo segnale sembra buono per aumentare la sfiducia e il pessimismo.

Quello che non si intravede minimamente è lo spirito di reazione, insomma si ha l’impressione che si attendano gli eventi con rassegnazione.

Ripeteo, la situazione è molto pesante, ma forse qualcosa si può fare. Intanto cominciare a discuterne seriamente perchè mi pare ovvio che non tutto può essere addebitato alla crisi che ci è piovuta tra capo e collo.

La difficile situazione del Monte dei paschi non è certo dovuta “solo” alla crisi, viene da più lontano e ha radici nel modo in cui è stato gestito l’istituto. Se si vuol far finta che le scelte (vedi Antonveneta) dei vertici della banca non abbiano influito sulla situazione attuale si continui pure a inveire contro il destino ma è chiaro a tutti che così non è.

Stesso discorso vale per molte aziende locali oggi in balia della crisi. Siamo sicuri che sono state fatte in passato le scelte giuste? Nella nostra zona è il tessuto industriale a subire i colpi più pesanti, un tessuto legato prevalentemente all’edilizia. Ma che l’edilizia fosse un settore saturo lo si sapeva da un pezzo e certo non è facile, come ironizza qualcuno, esportare calcestruzzo.

La crisi morde duro ma di barlumi di innovazione non se ne vedono e di scuola non se ne vuol parlare. Eppure su cosa bisogna puntare dovrebbero averlo capito tutti.

Commercio e turismo sembrano paralizzati e anche al mitico centro commerciale di Po’ Bandino c’è un po’ di movimento solo alla Lidl.

In questa situazione è accettabile rimanere con le mani in mano? Possibile che non si riesca a tirar fuori uno straccio di idea? Certo, se associazioni di categoria, Consiglio comunale, sindacati continuano a rimanere assenti cresce la sensazione che non ci sia nulla da fare se non aspettare che passi la bufera.

Un vecchio adagio popolare recita: aiutati che Dio t’aiuta. Beh, è proprio il caso che tutti si facciano, almeno, un bell’esame di coscienza. 

 

 

 

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16 risposte a E’ tutta colpa della crisi?

  1. pmicciche scrive:

    Luciano Fiorani ha già risposto per me su quanto riguarda l'”alzare la voce”.
    Aggiungo solo che anche i “gruppi di studio” per evitare che siano elitari o dopolavoristici, devono avere una forte “pubblicità” ovvero uscire dalla ristretta cerchia di chi li attiva e coinvolgere, almeno per linee generali, tutta la cittadinanza. I Partiti non ci sono più e le tanto sbandierate Trasparenza e Partecipazione alla fine si sono dimostrate arnesi da campagna elettorale. Chi mantiene acceso il dialogo tra cittadino e amministratori? Si aggiunge il fatto nuovo di una crisi che è “strutturale” e una risposta che abbia delle concrete possibilità di riuscita la si può avere solo col concorso di tutti. Non è più una tra le scelte possibili ma una necessità impellente. Se poi chi ha in mano il Potere deciderà di continuare come nel passato con metodi oligarchici, si prenderà un’enorme responsabilità, etica prima ancora che politica.

  2. lucianofiorani scrive:

    XSorbera. Riguardo ai “toni” più alti auspicati da Miccichè mi sento di poter dire che non si tratta certo di usare temini poco urbani quanto di smuovere l’assopita opinione pubblica chiusina con temi e linguaggi che inducano almeno a qualche riflessione, a qualche presa di posizione; insomma a uscire un po’ dal guscio in cui troppi sembrano rintanati.
    Quanto alle iniziative, da qualunque parte proposte, credo che debbano essere valutate con quel metro.
    Ultimamente si è finalmente cominciato a discutere di temi “inusuali” per Chiusi ma che da tempo fanno parte dell’agenda politica nazionale dei gruppi più svegli e avvertiti.
    Quello che non è più accettabile è il continuare a muoversi come se si fosse in una perenne campagna elettorale.
    Quello che è successo con la Fondazione Orizzonti d’arte è emblematico di un modo di fare non più riproponibile. Da nessuno.
    Credo che chi ha idee debba esporle senza tante preoccupazioni perchè le elezioni sono lontane e la crisi morde adesso, Non è più (se mai lo è stata) l’ora dei tatticismi.

  3. Paolo Scattoni scrive:

    @Marco Lorenzoni. Il confronto fra un Consiglio di Amministrazione (che può avere anche più di settencomponenti) non funziona. Il Consiglio Comunale a differenza di un organo di gestione di un’impresa è pubblico. Se poi le componenti della miriade di partiti esistenti non sono rappresentabili pazienza. Quello che invece importa è che siano persone oneste e competenti.

  4. enzo sorbera scrive:

    @Luciano. Non conosco personalmente Micciché, anche se ho avuto modo di apprezzare (molto) il lavoro che fa e ne leggo i commenti qui sul blog. Non mi pare sia il tipo da “alzare la voce” (certo, a bisogno, tutti lo siamo, i tipi, ma l’educazione che lo contraddistingue mi pare lo tiri verso i toni pacati :-)) Quanto all’handicap di partenza, è vero che ce lo portiamo dietro, ma perché aspettiamo sempre che… ci diano un passaggio. Che fine hanno fatto le idee dei gruppi di lavoro avanzate in campagna elettorale? Per quanto mi riguarda, io ci sono (è vero che con ABC stiamo lavorando intorno ad alcune tematiche similari, ma allargare il cerchio mi è sempre piaciuto). Mi pare che UIDU sia un’altra realtà disponibile e che anche altri abbiano voglia di approfondire le questioni. Se poi si risolverà solo in una chiacchierata, almeno avremo fatto conoscenza.

  5. carlo sacco scrive:

    Marco, non mi sembra proprio che la maggioranza ferrea sarà quella che non andrà a votare. Io mi sono espresso in quel modo intendendo che nonostante coloro che dissentiranno (chiamala come vuoi anche ”antipolitica” per una richiesta però di politica), si relizzerà un asse automatico -e già si vedono i prodromi che va dalla destra al centro sinistra(ABC) per i quali tutto converge nel dare ragione ai movimenti che Casini sta portando avanti da più di un anno e mezzo e cioè l’interpretazione e la prassi che ”in tal modo la pensino la stragrande maggioranza degli italiani”, i quali messi davanti al baratro hanno scelto di unirsi (non hanno scelto un bel nulla invece…) per evitare il burrone.
    Secondo me invece il burrone è gia da molto che è arrivato, prosegue, sotto un sistema tipico e ormai conosciuto del si salvi chi può, che dà i suoi frutti e rimette in sesto le discrepanze. Chi vince e chi perde non c’è nemmeno da domandarselo. E’ Il 18 Aprile 1948 in altre edizioni, ma la sostanza cari amici quella è! Ecco perchè faranno il pieno, anche con i voti di quella che tempo fa era considerata sinistra, alla quale occorrerebbe un bell’invito a vedere un film degli anni ’60 con Alberto Sordi dal titolo ”tutti a casa”.
    Ma ormai se si alzano le poltrone gli vanno dietro, tanto gli sono attaccate al fondoschiena, mentre una serie di prebendari piccoli e minuti (di spessore) si affannano a procurare i voti. E questa armata è il 70% dell’Italia.
    La goduria e l’origine di tutto questo ha inizio al di là del Tevere poichè in politica è bene sempre chiedersi: ” tutto questo a che serve” e non lasciatevi bacare la testa dai discorsi che si sentono, certa gente lo sa meglio di chiunque altro.

  6. marco lorenzoni scrive:

    No Paolo, un consiglio di 7 persone è un Cda, non un’assemblea elettiva rappresentativa. Chi si candidderà più a fare l’opposizione sapendo che non conterà praticamente nulla come il due (stavolta è letterale) di briscola? E anche la maggioranza di 5 consiglieri, sarà frutto di coalizione: se i partiti sono 3, come a Sarteano il partito di maggioranza avrà 3 consiglieri al massimo, una famigliola, una combriccola di amici, un circoletto esclusivo… ma ci prendiamo per il culo?

  7. pscattoni scrive:

    Non credo che sia un problema di numero dei consiglieri. Il vero problema è come gli eletti siano in grado poi di interpretare la volontà e le aspirazioni dell’elettorato. Nel passato ci sono stati consiglieri che non magari sono intervenuti un volta all’anno. Possono essere anche 50, se quello è l’atteggiamento servono davvero a poco. Se invece nel consiglio ci sono perone attive e capaci allora anche sette consiglieri possono fare davvero la differenza

  8. marco lorenzoni scrive:

    Il precedente post era in risposta a Carlo Sacco.
    Quanto alla crisi economica locale la Primavera ha annuciato la richieesta di convocazione di un Consiglio Comunale aperto in cui si parli di Edilcentro e delle altre situazioni critiche… Il sindaco non può “trattare” da solo, è giusto, utile e doversoso il coinvolgimento dell’istituzione nel suo complesso e la cittadinanza deve essere informata su quella che è la situazione e su come ci si muove per trovare soluzioni. Meno male che è… Primavera

  9. marco lorenzoni scrive:

    la maggioranza ferrea sarà quella che non andrà a votare…
    Che poi a decidere sia la minoranza che esce maggioranza dalle urne è un dato assodato. Le moderne democrazie occidentali funzionano così…
    Il 6 e 7 maggio si vota in alcuni comuni. A sarteano per esempio: lì il nuovo consiglio sarà composto da 7 eletti, 5 di maggioranza e due di opposizione… ma può essere rappresentativo e democratico un consiglio di 7 persone? Che peso avranno quelle due di minoranza? Che ci va a fare la gente a votare se questo è il sistema?

  10. pmicciche scrive:

    Sul sito di Prima Pagina Marco Lorenzonici riferisce di un diretto interessamento del Sindaco sulla questione Edilcentro. Bene e male allo stesso tempo.
    Bene perchè ci mancherebbe altro non lo facesse; male, come scrive Lorenzoni, perchè a noi cittadini arriva l’impressione di un attivismo personale, avulso dalla tanto proclamata Partecipazione. Così come, aggiungerei io, di un risveglio improvviso dopo le grandi opere pubbliche del passato (Pensilona) del Presente (Stadio) e del futuro (la Chiusi capitale del mattone che insegue i suoi primi 10.000 abitanti).
    Edilcentro è solo uno dei muri che si apprestano a crollare attorno a noi se un’azione corale dei cittadini e delle forze imprenditoriali non viene stimolata e avviata, dal Sindaco in primis. Certo le dimissioni della Rosati non sono un bel segnale…..ma non ne sappiamo le ragioni e quindi per ora si sospenda il giudizio…..

  11. lucianofiorani scrive:

    XSorbera. Infatti, senza capire cosa sta succedendo è difficile provare a muoversi ma mancando del tutto luoghi e occasioni in cui si possa provare a metter in comune quello di cui si dispone (competenze e riflessioni) qui si parte sempre ad handicap.
    Forse ha ragione Miccichè, per riattivare un minimo di confronto c’è bisogno anche di un linguaggio e toni appropriati.

  12. lucianofiorani scrive:

    E’ pur vero che nel silenzio assoluto anche un flebile sussurro fa il giusto rumore, però concordo con Miccichè; è ora di alzare un po’ i toni in modo che (almeno) non si possa dire che tutti tacciono.

  13. enzo sorbera scrive:

    Scusate, àuguri. Ma potremmo farci anche gli augùri, male non faranno 🙂

  14. enzo sorbera scrive:

    Mi pare che più di un problema nasca dal quadro poco chiaro in cui matura e si sviluppa questa situazione critica. Voglio dire che molto del silenzio in cui cadono gli eventi è dovuto alla sfiducia generalizzata verso l’informazione circolante, percepita il più delle volte come manipolata e manipolante – Sacco fa l’esempio del giochino sulla legge elettorale, ma si pensi ai capitali scudati, all’art. 18, e via andare – (e fare la figura del fesso non piace a nessuno). Non disponendo di fonti “sicure”, ognuno cerca di interpretare i segni e di farsi un quadro in cui spera di vedere il (proprio) bicchiere mezzo pieno (manca solo che si faccia ricorso agli aùguri). Più che discutere, credo che sia importante analizzare e cercare di farlo mettendo insieme più competenze possibili.

  15. pmicciche scrive:

    In più occasioni e in diversi ambiti, si erano identificate nei mesi scorsi alcune peculiarità e potenzialità di Chiusi e del suo territorio. La base dell’analisi – sebbene per sommi capi – era stata abbozzata ed è quindi pronta per un approfondimento operativo. Persino nel citatissimo “programma di SEL” alcuni spunti facevano intravedere una visione più organica e una prospettiva che avrebbe provocato quel positivo slancio psicologico di entusiasmo, sempre connesso ad un’azione comune di rinnovata progettualità.
    Se è quindi vero quello che dice Luciano Fiorani, è vero anche che Chiusi è “chiusa” e impermeabile a qualsiasi sollecitazione che possa incrinare l’asse tribale che la regge: non solo l’Amministrazione ma anche altre forze in campo si dimostrano poco interessate al Bene comune come obbiettivo primario. Bisognerebbe suonare le trombe – anche con una certa spazientita veemenza – ma persino chi avrebbe la volontà di opporsi teme di disturbare e canticchia sottovoce la sua “lamentatio”.
    Il Piano Strutturale – vero e proprio quadro prospettico del futuro di un territorio – non ha interessato nemmeno i giovani, che sarebbero i principali destinatari di tutto ciò. Se persino a loro va bene così e non hanno nulla da obbiettare, i pochi che la pensano diversamente sono cordialmente invitati a spostarsi altrove a svolgere la loro attività senza disturbare i manovratori.

  16. carlo sacco scrive:

    Gli esami di coscienza come tu dici non sono cosa di questi tempi…guarda per esempio il ceto politico che annaspa cercando di rimediare una LEGGE ELETTORALE che non permette di dire prima con chi si vogliono alleare. Anche un bambino capisce che il tutto tenda alla conservazione del loro potere, e non è qualunquismo, nè populismo.
    Quindi prima si vota poi decidono loro la direzione politica di dove andare e con chi fare le alleanze, capito chi abbiamo votato o no? Ed hanno il coraggio di dire che sono il nuovo e dietro lo spauracchio della crisi chi dovrebbe essere di più il partito degli incazzati per mandato di rappresentanza di coloro che la crisi la patiscono più di tutti fanno come il cosidetto ”furbino del deserto che correva dietro all’aereo per stare all’ombra”.
    Attorniati dalle Banche che fin’ora hanno ricevuto senza dare e da tal ceto politico vuoi che la gente abbia lo spirito di vedere la via della ripresa? Ma come è nel grande, la stessa cosa e le stesse ragioni e le stesse condizioni sono nel piccolo come a Chiusi.
    L’asse nazionale PDL, Centro, Centro sinistra è diventato un tutt’uno che stà sul c… -sul collo dicevo- agli italiani di qualsiasi fede politica e con un minimo di sensibilità. E quindi appare chiaro che dalla crisi si esca a destra e l’operazione Monti ne è il viatico. Attento che gongolano tutti, gongola il 75 percento del paese. C’è di già una maggioranza ferrea per il futuro, ed è quella che farà uscire l’Italia dalla crisi.

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