La lotta di classe dopo la lotta di classe

di Luciano Fiorani

Il maggior problema europeo è il debito pubblico, abbiamo vissuto a lungo al di sopra dei nostri mezzi, le pensioni scavano voragini nel bilancio dello stato, agevolare i licenziamenti crea occupazione, la funzione dei sindacati si è esaurita (sono residui ottocenteschi), i mercati provvedono a far affluire denaro e lavoro dove massima è l’utilità, il privato è più efficiente del pubblico nel gestire acqua, trasporti, scuola, previdenza, sanità…, è la globalizzazione a imporre la moderazione salariale e infine le classi sociali non esistono più”.

Questo elenco, “un po’ alla buona”, non è attribuibile a qualche amante del senso comune ma è il nucleo di idee che ogni giorno ci vengono presentate come l’essenza della modernità da tutti i media, quasi tutti i politici, buona parte dei sindacalisti, migliaia di docenti universitari e naturalmente da innumerevoli persone comuni.

Il libro di Luciano Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe (Laterza-12€) comincia col ragionare sul perchè tale repertorio di idee risulti del tutto impermeabile alla realtà.

Il maggior studioso del lavoro e dei processi produttivi nell’epoca della globalizzazione ci fornisce una chiave di lettura puntuale e convincente su quella che lui definisce la nuova lotta di classe. Da oltre un ventennio è in corso una controffensiva delle classi dominanti che, nel mondo occidentale, sta riducendo redditi e diritti delle classi lavoratrici.

Un libro dedicato in particolar modo ai giovani il cui ingresso nel mondo del lavoro è sempre più problematico. Il lavoro è sempre più mal pagato e questa che è ormai diventata una costante accomuna tute blu e impiegati.

Tutti gli indicatori segnalano uno spostamento di ricchezza dalle classi subalterne (compresa la classe media) a vantaggio dei pochi super ricchi. Una tendenza tutt’altro che naturale ma realizzata con metodo scientifico da tutti i governi occidentali.

Il libro abbonda di esempi dati di fatto. Uno a caso: in Francia negli ultimi dieci anni sono state ridotte le tasse sui grandi capitali per un ammontare di 100 miliardi di euro. Come ha fatto fronte lo stato francese a questo ingente mancato introito? Con un taglio equivalete a scuola, sanità, trasporti e pensioni.

Il professore emerito non dispensa ottimismo perchè se la classe dominante è consapevole della sua forza e dei suoi obiettivi quella avversaria pare aver perso i riferimenti sociali e politici. Tutto indica, secondo Gallino, che dalla crisi se ne uscirà “da destra”, e non bisogna farsi illusioni con le coalizioni di centro sinistra perchè ad oggi la medicina è solo una: ridurre diritti e redditi di chi lavora.

Un libro che non è solo una voce fuori dal coro ma un modo per ragionare in maniera un po’ più approfondita sulla crisi e su ciò a cui stiamo andando incontro.

Buona lettura.

 

 

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8 risposte a La lotta di classe dopo la lotta di classe

  1. carlo sacco scrive:

    Vi ricordate tempo fa, ma comunque non molto addietro specialmente da fonti culturali politicamente centriste si gioiva perchè il riferimento alla lotta di classe sembrava che fosse un retaggio del passato,roba da anni ’50 ed ancora prima talvolta….? Chissà cosa penseranno oggi i vari soloni rispetto a tale concetto,quando in un mondo che si tinge sempre di più di ombre fosche,di miserie umane e sociali che interessano centinaia e centinaia di milioni di uomini ai quali viene negato il diritto alla cultura,alla salute, all’istruzione,all’acqua ed anche al cibo,al lavoro,e per di più risultando evidente che in tale mondo la concentrazione della ricchezza interessi sempre meno uomini o corporations che diventano sempre più ricchi e potenti fino ad oscurare bilanci di interi stati, mentre i poveri sono sempre di più e sempre più poveri,non si pensi che la lotta di classe negli ultimi 20 anni nel pianeta non l’abbiano invece messa in atto i ricchi contro i poveri?
    Se tali fatti sono veri -e tutti oggi sanno che non sono smentibili- sembrerebbe che i soloni a cui mi riferivo avrebbero sparso fumo, del resto facile a capirsi che tale era. La lotta di classe è viva e vegeta e non è mai cessata, o si pensa che nel mondo del consumismo chi ha il frigorifero e automobile ancora si possa dichiarare agiato? C’era un pensiero che circolava in tali anni che diceva che non si potevano classificare le persone socialmente, comportamentalmente, come modo di pensare e modo di agire.
    O andate a spiegarglielo adesso ai centristi attuali, sedicenti liberi pensatori, che avevano sbagliato perchè tale errore era da loro in specie consapevolmente ripetuto volutamente in ogni occasione, Ecclesia compresa….le maggioranze silenziose di De Carolis erano maestre in tali affermazioni. Adesso al posto di De Carolis c’è Casini, che la memoria ce l’ha, ma guarda caso -per interesse- ce l’ha molto corta. Volutamente però.

  2. marco lorenzoni scrive:

    Secondo me la lotta di classe c’è ancora. Magari non più solo tra padrone e operaio, ma tra chi sta in una certa fascia sociale e chi ne sta fuori. I politici di professione per esempio – tutti anche i consiglieri regionali, per capirci – stanno in quella fascia, i cittadini comuni, con uno stipendio normale, ne stannno fuori. Chi non ha uno stipendio normale, ma vive delle fluttuazioni del mercato , delle situazioni contingenti come molti artigiani, commercianti, precari… sta ancora più sotto… I disoccupati, i pensionati al minimo, i giovani senza lavoro, ancora più giù…
    E se a comandare, a fare le leggi, a determinare le riforme sono solo coloro ch stanno nella fascia più alta e non imamginano nemmeno come si sta nelle fasce più basse, allora è facile intuire come va a finire… O no?

  3. carlo sacco scrive:

    Per Enzo Sorbera. Mondo Operaio era una rivista storica e devo osservare che rappresentava però una variante quasi totale alla linea del PSI di allora.Tu parli del ventilatore che buttò fango per non dire peggio su quel partito. Ciò secondo me(ma non è tutta questa la spiegazione) si doveva alla posizione ambigua di quel partito che per la sua pretesa autonomia nella sinistra dove gli spazi erano pochi, derivanti peraltro alla sua partecipazione trentennale ai governi con la DC, era stato inondato di potere e di prebende furbescamente dal partito egemone al governo per tenersi un sicuro alleato. Non si può secondo me recriminare che tangentopoli sia stata l’azione di un schieramento per usare la via giudiziaria per far finire la prima repubblica. Il potere quando si assume molto più del proprio peso elettorale fa diventare sempre più golosi poi in qualche modo si paga tale posizione.L’era Craxi parla di questo, altro che autonomia.Una mia vecchia zia diceva sempre. ”la gola ha il buco stretto, mangerebbe la casa ed il tetto”…..altro che il casuale ventilatore…..sai quanti altri ventilatori c’erano stati prima in casa DC ….eppure quel partito era sempre lì,inossidato e potente,legatosi con lo stato, ed occupandolo.E da lì faceva ciò che voleva o quasi, sapientemente però, cosa che il neonato accanto non seppe fare.

  4. ……”del tutto imperbeabili alla realtà”….verissimo. Il problema è che la realtà a cui ci si riferisce è quella che deriva dal concetto di vita……’l’organismo il cui collo si allunga sempre di più, prosperirà a svantaggio del suo simile il cui collo non si è allungato’. Mi sbaglio o è cosi che la Giraffa viene vista.
    Estrapola il ‘sempre più’ ed il ‘meno’, ed ecco che abbiamo la nostra società dove, tutto, è una frenetica, assurda ricerca del sempre più, non semplicemente del ‘più’, ma del sempre più. Nel frattempo noi continuiamo a dare la colpa a questo o quello, mentre la colpa è di tutti o, per meglio dire, la colpa è di una teoria che tutti sottoscrivono senza che ci sia alcuna prova a favore.
    Se non ci credete fate un giro sull’internet, è più facile che andare in biblioteche o consultare università.

  5. enzo sorbera scrive:

    “socialista” era anche sinonimo di marxista-cicchittista. 🙂
    Al di là dei luoghi comuni, il PSI era (anche) una bella fucina di sperimentazione: Mondoperaio, per dirne una, era una rivista coi contro…fiocchi. Poi il ventilatore del pio albergo ha schizzato fango dappertutto.

  6. carlo sacco scrive:

    Forse Gallino non ha trovato adeguato ascolto ed ospitalità nella sinistra perchè la sinistra non è più sinistra abiurando a quello che una volta era inteso come il suo compito storico:l’emancipazione delle classi subalterne.E basterebbe solo questo per rendere chiara anche ad un bambino quale sia stata e quale continui ad esssere la pressione di tutti quegli schieramenti politici, economici e sociali che portano l’acqua al molino della revisione e della messa al sicuro da parte dell’Occidente della sua azione devastatrice del resto del mondo: il colonialismo economico e l’espansione del mercato globale hanno il proprio apparato pensante negli USA. Ed allora come fa la sinistra che non contesta più certe tesi sfornate dal capitalismo più bieco ad inserire la propria azione riformatrice nella politica senza subirne il condizionamento ? Accettando la ragione del meccanismo si fa essa stessa partecipe e permette proprio ciò che la distingueva e la additava agli occhi delle masse alle quali prometteva di poter cambiare la condizione. Col risultato che nessuno contesta più il Capitalismo, che esso stesso è rimasto il solo modo di produzione al mondo e mangiandosi le risorse della terra in poco tempo impedisce ai più di concepire altre alternative poichè reprime ogni idea che possa portare alla propria sostituzione pacifica. Ed allora chi si crede a sinistra è bene che ne prenda atto di tutto questo e che la smetta di collaborare col fumo sparso da chi è sempre stato zelante servitore dei processi capitalistici e faccia una opposizione seria, altro che a parole e dicendo sempre di sì come avviene anche in casa nostra !Perchè lo sanno anche i sassi che quella non è sinistra.

  7. marco lorenzoni scrive:

    Chissà perché Gallino – che è una mente lucida della sinistra – a sinistra non ha mai trovato adeguata visibilità. Qualche tempo fa – mi pare – gli proposero un seggio in parlamento e forse anche una candidatura a sindaco di Torino… ma molto tempo fa. Sarà perché non è più giovanisimo – classe 1927 – oppure perchè dice cose che agli “strateghi” della sinistra attuale fanno venire l’orticaria?
    Mi risulta pure che Gallino fosse socialista (“finché è stato possibile esserlo” disse una volta). E una volta tanto la parola socialista non fa rima con arrivista, fancazzista, tangestista, migliorista, opportunista, cerchiobottista, anticomunista… Mica poco, in fondo.

  8. carlo sacco scrive:

    Nell’epoca del ripudio di Marx è chiaro che la controffensiva doveva passare per dette strade tracciate e sempre rinforzate da coloro che hanno posto l’uomo al centro della sua trascendentale rinuncia a pensare, facendolo sensibile al ricatto morale della sua vulnerabilità naturale nel tempo e facendo soprattutto leva sul suo sogno eterno irrazionale : l’immortalità.Ma lasciamo da parte l’aspetto legato alla spiritualità.Mi piace sempre annoverare il pensiero di un professore di scuola marxista, un americano conosciutissimo di nome Paul Sweezy che nella sua più celebre opera:The Monopoly Capital(il Capitale Monopolistico) cita sempre la prassi storica del Capitalismo come la forza più grande di trasformazione della società,che dispiega il suo processo di accumulazione quale condizione intrinseca per la quale alla fine in un mondo di risorse limitate gli uomini compressi saranno coloro che -vittime del modo di produzione- faranno cambiare tale modo.Non ci sono alternative.Oppure ce n’è una: l’estinguersi di tutto.A questo dovranno pensare le vittime del Capitalismo.Il sogno dell’eternità dopo la morte appartiene a chi se ne serve da sempre, lasciamolo a chi ci crede, anche se qualcuno recitava che alle cose per farle vere basta crederci.

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