In coma vegetativo da un anno dopo un intervento alla spalla

Riceviamo, da Federico Grazi, e pubblichiamo.

“A un anno dal drammatico epilogo dell’operazione al tendine di una spalla, alla quale si era sottoposto Silvano Grazi (54 anni) presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Nottola, tutto tace da parte dei Vertici della ASL 7 Siena.

L’intervento non fu concluso in quanto Silvano Grazi fu colto da un improvviso arresto cardiaco, da subito evolutosi in stato di coma vegetativo irreversibile mentre si trovava ancora sul tavolo operatorio.

Silvano giace allettato ormai da gennaio dell’anno scorso, affetto da tetraparesi in seguito ad anossia cerebrale, sottoposto a analgosedazione e terapia antiepilettica, alimentato per via parenterale. Respira esclusivamente con l’ausilio di respiratore artificiale domiciliare, presso la propria abitazione, dove i familiari lo accudiscono costantemente.

La famiglia di Silvano si trova ad affrontare difficoltà enormi, ancor più adesso che si è esaurita la cassa malattia a cui il paziente aveva avuto accesso dalla prima certificazione del suo stato. Il periodo concesso era di un anno, ma lo stato di Silvano non lascia spazio ad alcuna speranza di recupero. Il figlio e la moglie di Silvano hanno dovuto riorganizzare la propria vita in funzione e a sostegno di quella del papà e marito.

E’ il figlio Federico, costretto a lasciare il proprio lavoro già all’indomani dell’accaduto, a lanciare l’ennesimo appello. “Dai documenti in mio possesso – racconta Federico, assistito dall’Avv. Paolo Bacalini del Foro di Fermo – si evincono chiaramente alcune importanti anomalie, come le correzioni incomprensibili riportate sulla cartella clinica di mio padre, ritirata il giorno stesso della sua dimissione”.

Tengo ad evidenziare – continua Federico – l’inefficienza lavorativa di una delle assistenti domiciliari, della quale ho chiesto la sostituzione alla cooperativa sociale che gestisce i servizi assistenziali e domiciliari per conto della ASL 7, le incomprensibili difficoltà sollevate dalla C.O. 118 ad autorizzare (dato l’obbligo di utilizzo del ventilatore polmonare) la presenza del medico a bordo dell’ambulanza ogni volta che si impone il trasferimento presso le strutture ospedaliere preposte per accertamenti e approfondimenti (nonostante la certificazione rilasciata in data 07/06/2011 dal Direttore U.F. Cure Primarie ASL 7 Zona Valdichiana Senese Dott. Giovanni Tiezzi)”.

Deluso dalle lungaggini procedurali, Federico è fermamente intenzionato a mantenere i riflettori accesi su questa vicenda, “in modo che la magistratura faccia luce sulle oggettive responsabilità. Anche se questo non riporterà di certo la sua condizione familiare a come era prima di quel 14 gennaio 2011”.

Del caso si è già interessata la consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), producendo un’interrogazione alla Giunta per ricostruire l’accaduto, cercare di capire le eventuali responsabilità del caso e le eventuali negligenze. Staccioli continuerà a seguire l’iter degli accadimenti in prima persona.

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