Continua l’odissea degli 8 profughi africani

di Simonetta Bardini

I ragazzi africani, richiedenti asilo politico, accolti dalla Confraternita della Msericordia, hanno sostenuto il colloquio a Torino con l’apposita commissione il 20 gennaio.

Un mese dopo, è arrivato il diniego, per sei dei sette richiedenti. Uno solo ha avuto il riconoscimento, per motivi umanitari. L’ottavo ragazzo  sosterrà il colloquio dopo aver compiuto diciotto anni. Li avevamo avvisati che le probabilità di ottenere l’asilo erano molto poche (sembra siano del 5%), ma nonostante questo i ragazzi ci speravano, qualcuno pregava.

Ed erano quasi sempre sereni nella loro semplicità e naiveté, pur nella lunga – vorrei dire assurda e incomprensibile – attesa di quel famoso colloqio ( i ragazzi sono arrivati a Lampedusa il 5  e altri il 6 maggio 2011 e hanno dovuto aspettare fimo al 20 febbraio 2012  per sapere se potevano restare!).

Adesso il clima è un pò più teso e preoccupato… La Regione Toscana si è accollata le spese legali per sostenere il ricorso, e per loro è già stato presentato, però sappiamo, che anche questa volta, le probabilità di successo sono quasi nulle. Poi eventualmente ci sarà la possibilità dell’esposto.

Perché questa attesa kafkiana? Me lo chiedo pur desiderando e sperando che possano esser accolti. Tra l’altro, questi otto ragazzi, sono quelli più carini e educati, tra tutti quelli presenti in provincia di Siena.

Se dovranno tornare nelle loro nazioni Ghana, Niger e Sierra Leone dovremo, in qualche modo, cercare di autarli a  trovare lavoro, a metter su un’attività. Li abbiamo conosciuti,  gli siamo stati vicini, abbiamo fatto insieme un pò di strada, ora non possiamo abbandonarli a se stessi… sono tutti orfani…

Stiamo cercando modalità per aiutarli concretamente al loro rientro.
Intanto, per questi ultimi mesi, il comune e la Misericordia hanno stipulato un accordo, secondo il quale i ragazzi possono essere utilizzati, come volontari, nella pulizia dei giardini e in altri lavori di pulizia e manutenzione. Altrimenti rimangono in casa inattivi.

Fino ad ora infatti hanno avuto la possibilità solo di rendersi utili con qualche lavoretto alla casa di riposo o partecipando alla vendemmia e alla raccolta delle olive. Per i nostri ragazzi è stato un avvenimento speciale anche la conoscenza della neve che non avevano mai visto.

Hanno partecipato a un corso di italiano, svoltosi alla  Casa di Riposo, in luglio e agosto e poi ai corsi del Centro Territoriale per L’Educazione Permanente che li ha guidati a sostenere l’esame per la certificazione della Lingua Italiana. Tutti hanno preso  il livello A2 e Hassan, da subito, più dotato nelle lingue, ha ottenuto il B1.

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