Il perchè di una ricerca genealogica

di Fulvio Barni

Forse potrà sembrare fuori dal tempo l’idea di una ricerca genealogica e lo parrà ancora di più se doveste pensare che questo sia stato un modo per cercare, per poi in seguito vantarsene, titoli di nobiltà o di aristocrazia.

Vi assicuro invece che tutto ciò non è stato dovuto che al grande desiderio che sentivo dentro me di conoscere, sommato alla passione che ho per tutto quello che è storia, le origini, gli avi, le discendenze e gli avvenimenti della mia famiglia, sia essa stata famosa o, per fortuna, come si è rivelata anche nel passato, modesta.

Le persone, oggi, spesso distratte dai molteplici impegni della vita quotidiana, nella maggioranza dei casi, non hanno il tempo per approfondire le vicende dei propri antenati, ma alla fine risulta come se la conoscenza di chi li ha preceduti non facesse parte della loro cultura. Nel mio caso, al contrario, è stato proprio la voglia di fare luce nel passato che mi ha spinto a trascorrere molte ore negli archivi, a sfogliare manoscritti e documenti.

Ho iniziato nel 2007 questa ricerca che mi ha dato il piacere di scoprire stralci di vita e curiosità della mia stirpe che, altrimenti, non ne sarei mai venuto a conoscenza. Certo, il non aver trovato riferimenti a personaggi famosi, titoli onorifici e quant’altro di simile, non mi ha certo favorito. Se la mia casata avesse avuto origini nobili il compito sarebbe stato molto più semplice, infatti, o possedevamo un nostro archivio storico con tanto di documentazione, o le storie dei miei avi abbondavano negli archivi pubblici, facilitando ampiamente lo scopo che mi ero prefisso.

Ho iniziato questo lavoro dapprima nell’archivio della parrocchia di San Secondiano Martire nella Cattedrale di Chiusi, grazie alla disponibilità di don Mosè Mannelli, ex parroco della suddetta Cura, caro, vecchio amico di famiglia, per approdare nell’archivio della Collegiata di San Martino a Sinalunga. Un altro grande aiuto mi è venuto da Internet che, per caso fortuito, mi ha dato la possibilità di rintracciare, all’interno di un sito, dove un appassionato di ricerche, nonché volontario dell’archivio storico diocesano di Siena, aveva pubblicato, in forma digitale, i registri dello “Stato delle anime” delle parrocchie dell’arcidiocesi fuori della città , un nostro avo.

A questo punto sono partito per Siena, ed anche lì ho passato ore  tra gli scaffali dell’archivio, ma la tenacia, e tanta fortuna, mi hanno aiutato. La parte più difficile è stata comunque quella di individuare i soggetti che m’interessavano, di sapere dove essi abitavano e infine di cercare di scoprire le terre dalle quali provenivano, senza peraltro trascurare lo studio etimologico del cognome. Tutto ciò mi ha permesso di formulare ipotesi e talvolta trarre conclusioni che, voglio sperare, siano aderenti il più possibile alla realtà.

Questo lavoro mi ha dato la possibilità di scoprire che i miei antenati fin dal 1650, data alla quale mi è stato possibile risalire fin’ora, facevano i mugnai al “Mulino del Palazzo” di Orgia, sul fiume Merse, piccola frazione nel comune di Sovicille (Si), fino al 1770 circa. Anni in cui emigrarono a Sinalunga e da lì, divenuti muratori con Carlo, padre di Natale, capostipite di tutti i Barni di Chiusi, emigrarono intorno al 1810 nella nostra città, dove quasi tutti i figli maschi discendenti portarono avanti questo mestiere fin quasi alla fine del secolo scorso.

Chiedo scusa per questo mio articolo che potrebbe apparire come il vantarsi di avere un albero genealogico documentato, ma non è così. Ho chiesto di pubblicarlo soltanto perché ho toccato con mano la moltitudine di conoscenze che si possono acquisire, oltre alla propria storia, rovistando tra quelle vecchie ed ingiallite carte. Chi ha tempo e voglia lo faccia, non rimarrà deluso e, soprattutto, non se ne pentirà perché non avrà sprecato tempo prezioso.

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3 risposte a Il perchè di una ricerca genealogica

  1. Anche a me è piaciuto molto questo articolo. Riflette esattamente ciò che penso e provo. Per conto mio, rivelare l’identità dei miei antenati man mano che vado avanti nelle mie ricerche, scoprire le loro condizioni di vita, non sempre gradevoli, i luoghi in cui hanno vissuto; ciò che stò per scrivere sembrerà sciocco per certe persone ma imparando a conoscerli ho la senzazione di farli rivivere una seconda volta.
    Sarà anche il fatto che essendo originario della Valdichiana, precisemente di Scrofiano fraz. di Sinalunga, ma residente ormai da moltissimi anni all’estero, la nostalgia della mia terra si fa sempre più forte.

  2. Fulvio Barni scrive:

    Il sito è “siena@ilpalio.org”. Lì si trova lo stato delle anime delle parrocchie della diocesi di Siena del 1767 (una specie di censimento che i parroci compilavano solitamente durante le benedizioni pasquali delle case). Però, per iniziare una ricerca, bisogna partire dall’antenato più lontano conosciuto, ad esempio il bisnonno, recarsi nella parrocchia a cui apparteneva, ammesso che i vecchi registri siano ancora lì e non siano stati portati all’archivio diocesano, ed andare a ritroso negli anni, consultando i registri dei battesimi, matrimoni e morti per individuare gli ascendenti. Tutto questo va fatto tramite le parrocchie perché altrimenti attraverso gli atti dello stato civile più indietro del 1866, anno in cui fu istituito tale servizio, non riesci ad andare.

  3. Giulio Fiorani scrive:

    Mi è piaciuto molto come articolo, e ha anche stuzzicato la mia curiosità, mi piacerebbe molto sapere di più sul conto della storia della mia famiglia.
    Quale sarebbe il sito nel quale hai trovato questi registri dello “Stato delle anime”?

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