TRASPORTO PUBBLICO O PROFITTO PRIVATO?

 

di PMiccichè

Un articolo apparso sul Corriere di Siena riporta il commento di Marco Nasorri, capogruppo Pd in Consiglio Provinciale circa la soppressione dell’ultimo Eurostar da Roma a Chiusi da parte di Trenitalia. Nasorri polemizza con Camastra del Pdl reo di aver votato contro il documento di protesta presentato da Pd, Idv e Sel.

Nasorri ribadisce poi l’importanza della stazione di Chiusi e del servizio ferroviario nell’economia di questo territorio.

Ovviamente, in linea di principio, non posso che essere d’accordo ma mi preoccupa non tanto quello che afferma ma ciò che egli non dice e, soprattutto, quanto il partito che lui rappresenta non sta facendo.

Lascia infatti il tempo che trova il caso, di per sé marginale, della soppressione di un Eurostar, ormai anacronistico per una stazione come Chiusi; il 18.25 da Roma compie il percorso in 1h13 minuti ovvero 8 minuti in più dell’Eurostar e quindi il vulnus si sarebbe potuto risolvere facilmente inserendo un altro Intercity. Rimane invece il problema di come il servizio stia scadendo per quantità e qualità, sia per la situazione dell’accoglienza “a bordo” che rispetto ai tempi di percorrenza.

Enfatizzare la soppressione di un Eurostar senza notare che, ormai, per raggiungere Roma si impiegano spesso 2 ore è, a mio avviso, un errore di prospettiva. Ugualmente, almeno da parte del PD, si è percepita in questi ultimi anni una scarsissima resistenza al degrado giornaliero del servizio pubblico ferroviario regionale e nazionale (che non fosse Freccia Rossa). Capisco il profitto ma le esigenze sociali, il servizio pubblico, il rispetto per i lavoratori? Vecchi arnesi di un linguaggio da evitare perchè rischia di identificare il PD con un partito di Sinistra?

La Stazione di Chiusi ha poi due novità: un’imponente Pensilina esterna e una nuova “sala d’attesa” – ambedue francamente inutili quanto a priorità – mentre è ormai anni che non vi è più la segnaletica elettronica al binario di una delle piattaforme più utilizzate e manca sia il deposito bagagli che l’ufficio informazioni (almeno per la stagione estiva).

L’appello lanciato da VivailTreno (www.vivailtreno.it) ha poi raccolto un certo riscontro tra iscritti e dirigenti di SEL e della Primavera di Chiusi ma scarsa considerazione da parte del PD.

Diciamo che il gioco della “politica degli annunci” – genere molto in voga da alcuni anni a questa parte – pare abbia appassionato non solo i dirigenti del PDL ma anche quelli, come dice Grillo, del PD meno L.

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9 risposte a TRASPORTO PUBBLICO O PROFITTO PRIVATO?

  1. pscattoni scrive:

    si andrebbe lontano…. appunto

  2. carlo sacco scrive:

    Certo Paolo, ne convengo, ma vedo che spesso si inneggia al liberismo paragonandolo al liberalismo sociale che anch’esso come esempio applicato nella storia non è che abbia dato grandi frutti. Li ha dati solo in quei paesi dove ci sono state le condizioni di maggiore civiltà portate dal connubio del liberismo e del socialismo(paesi nordici), ma queste sono condizioni troppo particolari per farle diventare un esempio sotto gli occhi di tutti e rimangono storia a parte. Sono nazioni di 10-20 milioni di persone al massimo ed è chiaro che la ricchezza ivi prodotta si ripartisca con maggiore equità ed è altettanto chiaro che si possono permettere di dare lezioni di etica agli altri. Daltra parte il principio comunista è fallito sulla sclerotizzazione del potere,cosa dove non ha fallito la socialdemocrazia,ma che invece è rimasta delimitata agli stati ed alle condizioni dove è stata applicata.Spesso attualmente-specialmente nelle organizzazioni assistenziali internazionali tipo Onu, FAO,WHO,ecc, la parte più socialmente arretrata ed auto protettiva di se stessa, sono proprio le nazioni reputate più progressiste(Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Svizzera)che con i loro funzionari si puppano con legislazioni ferree una grossa parte delle risorse stanziate dalla comunità int.le.Alla barba della socialdemocrazia.Ma come hai detto te al riguardo del treno, si andrebbe lontano…..

  3. pmicciche scrive:

    Caro Carlo, il liberismo è una cosa, il liberalismo sociale e la socialdemocrazia un’altra….e le attuazioni pratiche del comunismo – che non hanno dato proprio una gran prova di sé – un’altra ancora….ma il discorso ci porterebbe lontano e, con il servizio ferroviario che abbiamo attualmente, la cosa diventa sempre più difficile….

  4. carlo sacco scrive:

    …e la rivoluzione come diceva qualcuno di ns. conoscenza non è un invito a pranzo…é foriera di tragedie, dolori, lutti,miseria e dissesto individuale e sociale.Sono già tramontate quelle peculiarità e quegli aspetti ed interpretazioni della storia per le quali si pensava che il Capitalismo fosse il male minore:vi ricordate ?:” daltronde un altro sistema non esiste ed occorre rendere perfettibile quello che si ha”.Bene,abbiamo visto da ogni parte, in ogni luogo remoto e vicino della terra che tale sistema, vecchio ormai di 2000 e più anni(da quando esiste l’uomo in pratica)non cambia e se lo si sottopone a qualche possibilità di cambiamento provoca guerre, lotte, contrasti, per alla fine riperpetuarsi. Intanto il globo e l’umanità si è ammalata, è sofferente, è stravolta.Non ci sono medicine. la pur fliebile speranza di cambiamento dovrà venire dalle sue vittime e non dai loro opulenti maestri occidentali, che serbano al loro interno ampie sacche di ciò che il Capitalismo stesso produce a proprio interno :benessere per pochi e miseria per molti.Allora mi domando perchè chi voleva cambiare il mondo ne accetta tutte le metodologie assimilandosi a coloro che ne hanno da sempre beneficiato ? Parlo del maggior partito della sinistra tanto per essere chiaro !

  5. carlo sacco scrive:

    Caro Paolo(Miccichè),tu dici che non sei contrario al profitto privato previo poterlo contenere nei limiti dettati dall’interesse sociale passando prima per quello individuale.
    Anche questa è una idea che attiene al liberismo di parecchi decenni fa,quando applicata a nazioni con pochi abitanti, dove già esisteva una coscienza sociale bene o male consolidata e che la prassi storica(guardando la realtà del mondo dove codesta idea ha agito e si è sviluppata)ha segnato fino a farci arrivare ai tempi in cui siamo, che chi domina il mondo è una oligarchia di 500 persone.Il profitto-per sua intrinseca natura, dico e ripeto NATURA, non desidera limiti,rifugge da questi e dove corre il rischio che gli vengano imposti dalla socialità e dalla politica, si organizza rapidamente per distruggere tali limiti, pena il suo non più esistere.
    Lo stesso Monicelli dice apertamente oggi, dopo tutto il vissuto e quindi alla fine del discorso ”che la speranza è una trappola”. Il limite è che il sistema resta, rimane, si riproduce, mentre la vita degli uomini è troppo corta e rarefatta per prendere coscenza di ciò che è successo prima di loro. E’ questa una delle forze che reggono il sistema economico e che segnano il modo di pensare degli individui. E’ stato assodato che l’unico modo di cambiare questo status è la Rivoluzione. Altro non credo che vi sia.

  6. pmicciche scrive:

    Caro Paolo, la competizione aereo/treno è la causa solo in seconda battuta del problema; quella in prima battuta è il Profitto. Intendiamoci bene, io non sono contrario al Profitto in quanto tale ma solo se disciplinato e inscritto in un patto della Collettività che – attraverso lo Stato – crei la possibilità di una sana e vera concorrenza salvando però in primis il principio della Solidarietà sociale. Il trasposto ferroviario può essere anche terreno di profitto ma solo dopo aver svolto la sua funzione sociale e democratica. Se la rete non è sufficientemente capiente per ambedue, il Profitto si rivolgerà ad altri settori. E così deve essere nell’Istruzione e nella Sanità. Io credo che il Pd debba in fretta rimettersi a dire e fare qualcosa di Sinistra, perché se la pressione congestionasse troppo la pentola, potrebbe portare ad una esplosione dagli esiti tutt’altro che scontati.
    Per il momento faccio mio un pensiero del grande Monicelli espresso poco prima di salutare e togliere il disturbo http://www.youtube.com/watch?v=ceRfUjZkUfA

  7. pscattoni scrive:

    Sono d’accordo con Paolo (Miccichè) e Luciano (Fiorani) la politica dell’alta velocità va in direzione opposta a quella di un solido welfare. Nella competizione treno/aereo chi ci rimette sono i pendolari.
    Il nuovo orario contiene alcune “perle”. Il regionale cosiddetto veloce delle 8.32 per Roma se ne sta venticinque minuti fermo a Orte perché la linea è utilizzata dagli eurostar. A parte che non si capisce perché quei venti minuti non lidebba fare in partenza o a Chiusi quando arriva semivuoto, quello che invece si capisce è chi ci perde e chi ci guadagna.

  8. carlo sacco scrive:

    Se dici che sono tutti uguali sei un qualunquista; se rifiuti o metti in discussione dici il progresso tecnologico applicato all’economia di mercato ti chiedono se vuoi andare a lume di candela; se proponi una riflessione sulle prerogative di come si ricicla il mercato per reggere alla concorrenza e per fare utili distribuiti ancora verso chi ha , ti dicono che sei un comunista; se attendi che politici e politicanti diano una risposta su questo aspetti invano : assumendo il risolino sarcastico di chi nella propria sufficienza ” sà tutto” rifuggono dal confronto per stare rintanati nelle stanze del potere. Certo dopo carriere che li hanno portati a fruire di posizioni di privilegio figuriamoci se si abbassano a questo tipo di diatribe.Gestiscono- ed anche male- l’esistente che hanno contribuito a produrre, attendendo altre prebende dal sistema premiante.Ma parecchi nelle loro parentele che a loro seguiranno andranno a fare le badanti a Russi e Cinesi.Tutto questo è già in atto.

  9. lucianofiorani scrive:

    Ha perfettamente ragione Miccichè. Sarebbe il caso di smetterla con le furbizie degli annunci e delle polemicucce di bottega.
    Il servizio ferroviario non è più un servizio pubblico anche se pagato con i soldi di tutti.
    Tutto il resto è contorno.
    O si discute di come far muovere gli italiani con il treno o si continua a fare il gioco delle tre carte.
    La “politica ferroviaria” incentrata sulle frecce (rosse, argento…) è deleteria per il paese, la democrazia e l’economia. Non sembra che il susseguirsi di governi di vario orientamento politico abbia scalfito o messo in discussione questa politica.
    Moretti va bene a tutti da destra a sinistra. E’ su questi aspetti che avremmo piacere che politici e politicanti si pronunciassero. Invece…

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