Va all’adozione il Piano “covato” per otto lunghi anni da Luca Ceccobao

di Paolo Scattoni

Domani alle 15, in un orario improbabile per chi non può prendersi una pausa dal lavoro, il Consiglio comunale delibererà l’adozione del Piano Strutturale.

Dopo quasi quarant’anni inizia il percorso di un piano che dovrà sostituire l’attuale Piano Regolatore Generale. Quarant’anni di storia urbanistica che hanno pesantemente trasformato, il più delle volte sfigurato l’immagine di Chiusi. Forse l’occasione avrebbe dovuto suggerire data e orario più appropriati.

Per fortuna il Consiglio ha già votato la possibilità di registrare la seduta del Consiglio e mettere a disposizione sul sito del Comune la registrazione dei lavori. Così anche a quelli come me che mercoledì pomeriggio debbono lavorare sarà possibile rivedere e risentire l’andamento dei lavori.

Dobbiamo dire subito che questo non è il Piano di Stefano Scaramelli che ovviamente in pochi mesi non avrebbe potuto farlo redigere. Non è neppure il Piano di Marco Ciarini che nel lontano 1998 (ebbene si, sono passati tredici anni!!!) dette inizio al procedimento e successivamente alla designazione del progettista e dei consulenti.

E’, a tutti gli effetti, il piano “covato” per otto anni da Luca Ceccobao.
Lo abbiamo avuto a disposizione pubblicato nel sito del Comune per alcune settimane. Purtroppo le infauste previsioni che avevamo fatto sulla base di un documento “apocrifo” diffuso un anno fa, sono state quasi del tutto confermate. Questo che ci viene presentato è un brutto piano per molti motivi. E’ forse necessario ancora una volta spiegare i “miti” che sembrano accompagnare le discussioni da bar che si fanno e che denotano qualche carenza di informazione. E’ necessario sfatarli.


Il piano strutturale non può di per sé rilanciare il settore edile.

Infatti una tale idea è del tutto infondata perché il vecchio strumento urbanistico ha sempre consentito e ancora consente ampie possibilità di intervento. Ci sono ancora nel piano vigente abbondanti aree di espansione. Per molte di queste già sono stati approvati piani di lottizzazione convenzionata ancora da attuare o solo parzialmente attuati. Se oggi a Chiusi si costruisce poco è perché manca la domanda e non perché mancano le possibilità di edificare. Giorgio Cioncoloni, consigliere di minoranza, ha letto alla presentazione del Piano strutturale al teatro Mascagni alcuni passaggi di un documento dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (non certo di una qualche associazione ambientalista) dove si dichiara in maniera chiara e decisa che per l’edilizia residenziale nuova gli spazi sono ormai ridotti e l’attenzione dovrebbe essere posta sul recupero e miglioramento tecnologico del patrimonio edilizio esistente. Se lo dicono loro…..

La domanda ipotizzata (900 unità residenziali per più di 2.000 abitanti!!) non può comunque essere giustificata sugli andamenti demografici del passato.

I dati dell’andamento della popolazione degli ultimi 60 anni ci dicono che la popolazione di Chiusi è stabile. Ha raggiunto un picco nel 1981 quando si sono superati i 9.000 abitanti per poi calare di nuovo. Fra il 2001 e il 2010 è cresciuta di appena 230 abitanti, ma voci sui dati provvisori del censimento indicherebbero una nuova diminuzione di popolazione e del numero delle famiglie. Per queste ultime, comunque l’aumento si limiterebbe a 12 unità all’anno negli ultimi 8 anni. Se proiettiamo questi dati sul decennio successivo la previsione si limiterebbe ad appena 120 famiglie. Anche in questo caso pare che i dati di censimento, provvisori, indichino una flessione.

Il Piano strutturale trascura dati importanti.

Oltre al dato sulla popolazione che si poteva avere in mezz’ora di lavoro il piano non è riuscito a fornire, in fase di previsione, la differenza fra residui di piano dovuti al recupero, a trovare cioè nuovi usi ad aree già urbanizzate che ospitano attività dismesse (vedi ad esempio l’area della Fornace e quella dell’ex pastificio Rettori ed ex albergo Moderno, etc.). Già queste aree da sole potrebbero tranquillamente assorbire le nuove residenze necessarie per i prossimi 10-15 anni. Non si è quindi capito quante delle aree residue del vecchio PRG sulle quali oggi insistono ancora usi agricoli potrebbero esser ancora preservate. Anche in questo caso si potevano acquisire questi dati in un paio di ore di lavoro di un impiegato. In un progetto costato per le sole analisi qualche centinaio di migliaia di euro la mancanza di questi dati è davvero un mistero.

Il Piano non ha considerato il fenomeno delle case vuote.

Anche in questo caso sarebbe bastato poco. Il comune di Orvieto, con un accordo con il locale ufficio postale (quindi utilizzando i postini) è riuscito a recuperare dati sulle case vuote del centro storico. Il Censimento potrà darci il dato ma arriverà troppo tardi. Per ora si valuta a sensazione e il patrimonio di edilizia residenziale inutilizzato sembra essere assai rilevanti. Perché non sia tata condotta un’analisi in tale senso rimane un mistero. Sarebbe costata non molto e sicuramente una frazione di quanto si è speso.

Le previsioni del Piano strutturale minacciano il paesaggio.

Da questo punto di vista il Piano non risponde al criterio di sostenibilità. Si è sentito parlare (lo ha detto il Sindaco) che si deve pensare a una “congiunzione” fra Chiusi Scalo e Chiusi Città. E’ una scelta sicuramente sbagliata perché intaccherebbe una parte importante del nostro paesaggio e la percezione del centro antico da valle. Per essersi opposto a questa scelta un valido urbanista fu estromesso in pochi giorni e si mise così fine a un’esperienza avanzata di urbanistica allora all’avanguardia.

 Si potrebbe continuare entrando nel dettaglio delle scelte specifiche. Quello che ho voluto evidenziare sono le scelte di fondo sbagliate e la cui comprensione è accessibile a tutti.

Dalle posizioni espresse in più occasioni è possibile prevedere che la votazione finirà con un 9 a 4. Sarà interessante vedere quali saranno le motivazioni su questi punti da parte di maggioranza e opposizione. Per quelli che come me non potranno essere presenti finalmente la registrazione sarà uno strumento importante per capire la ratio delle diverse posizioni.

Poi inizieranno due mesi importanti, quelli delle osservazioni, quando tutti potranno avanzare le proprie proposte alle quali dovrà essere data risposta e questa volta nero su bianco in un documento ufficiale che andrà di nuovo in Consiglio.

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2 risposte a Va all’adozione il Piano “covato” per otto lunghi anni da Luca Ceccobao

  1. pscattoni scrive:

    Almeno la memoria !! La trasparenza sino ad ora non ci è stata concessa, dobbiamo cercare di prendercela.
    Le prossime settimane, quelle che vengono concesse per la presentazione delle osservazioni saranno cruciali anche sotto questo aspetto.

  2. anna duchini scrive:

    Il blog un merito senza dubbio ce l’ha.
    Tra qualche tempo, quando il piano strutturale comincerà a mostrare i suoi effetti, non si potrà dire che nessuno li avrebbe potuti prevedere.
    Qui è stato scritto in tutte le salse che non sarà un beneficio per Chiusi.
    E quello che è stato scritto rimarrà a futura memoria in questo archivio.

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