Vedo con piacere che non sono sola a criticare una politica che non giova a Chiusi

di Rita Fiorini Vagnetti

Le riflessioni proposte dai rappresentanti della lista Primavera mi sembra siano in linea con quanto da me espresso negli interventi succinti ma, ritengo, sufficientemente chiari, sulla presentazione del Piano strutturale.

Non sono quindi sola, se questa e’ la chiave di lettura, a “respingere” una proposta che non ha niente di accettabile per il futuro di rinascita e rinnovamento di una cittadina ridente ma ora  assopita in un letargo preoccupante, quasi irreale.

Non sono sufficienti le feste, le fiere, i mercati, pur nella logica di una partecipazione sociale di comunicazione e di personali conoscenze, comunque da apprezzare. Ci vuole ben altro.

Cosa possiamo o dobbiamo fare non solo come amministratori ma come cittadini che hanno deciso di non “rinnegare” la propria citta’, mettendo in seconda linea i propri interessi personali?

In verita’ si tratta anche di interessi legittimi perche’ sono il proprio futuro e quello dei propri figli…in un certo qual modo si tratta di “sopravvivenza”.

Ma non con questo sistema antisociale e vorrei spingermi oltre, perche’ non adeguatamente rappresentativo e partecipativo, per quanto mi riguarda e comunque con il rispetto per coloro che hanno materialmente e tecnicamente lavorato al Piano, sono convinta di dover votare contro se non ci sara’ una modifica reale con la proposta di un “piano di sviluppo” per il lavoro e l’occupazione.

E non certo per una forma masochistica di opposizione arida e improduttiva ma piuttosto per il rispetto della verita’ e di tutta la cittadinanza, Chiusi scalo, Chiusi citta’, montallese, Macciano, Montevenere e cosi’ via.

In fondo, fare il bene di Chiusi, vuol significare fare anche quello delle zone limitrofe in un programma pero’ che tenga conto in modo globale ed unitario delle diversita’ territoriali con le caratteristiche di ogni paese che ha comunque una sua storia con un suo passato e una sua posizione umana, sociale, professionale…  

Infine credo sia anche opportuno volgere l’attenzione al pericolo che viene dal mondo finanziario dove la situazione non e’ certo rosea e di facile soluzione; allora e’ meglio, a mio avviso, andare per gradi, fare piccoli ma importanti passi che non mettano, ulteriormente a rischio la flebile economia del nostro paese.

Ci sara’ tempo per modifiche e cambiamenti che pero’ devono poggiare su uno zoccolo duro di sicuro successo perche’ realistico.

Il mio invito ad aprire un tavolo di confronto delle varie forze del mondo del lavoro e’ piu’ che mai valido, fuori da certi schemi partitici che non fanno bene al paese ma continuano a dare un’impressione di disagio e fastidio a quanti hanno lottato e si sono impegnati in prima persona per ottenere, nel passato cosi’ come nel presente, certi vantaggi, certi diritti  per il proprio territorio

Ora gli stessi obbittivi sembrano sfumare nell’oblio, e questo fa male e fa pensare…    

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5 risposte a Vedo con piacere che non sono sola a criticare una politica che non giova a Chiusi

  1. marco lorenzoni scrive:

    E’ vero che le posizioni critiche non sono riuscite a trasformarsi i consenso popolare. Però fino ad un cento punto. Perchè chi ha vinto le elezioni governa legittimamente, ma non è maggioranza nel paese. Il centro sinistra ha pres 2.900 voti, meno della metà degli aventi diritto al voto (7.000 circa). Tra primavera, Lista Fiorini, Pdl e “non voto” la somma è più alta di 2.900…
    E’ chiaro poi che chi governa decide anche se, di fatto ha un consenso risicato. In tutte le assemblee pubbliche sul Piano, quelle del 2008 e quelle degli ultimi mesi, pochissimi sono stati gli interventi decisamente a favore, molti quelli “critici”. nel 2008 anche il rappreentante della Confidustria Roberto Rossi ammonì che “lo sviluppo non passa solo da mattone!” E se lo dice un costruttore!
    E dal 2008 la situazione è decisamente peggiorata dal punto di vista del mercato. Quindi le logiche sono altre: quelle che ha citato Anna Duchini.

  2. carlo sacco scrive:

    Una firma grande come una casa Anna Duchini !!

  3. anna duchini scrive:

    Belle le considerazioni di Miccichè.
    Alla prima domanda risponderei proprio di si. Il Piano strutturale è espressione dei pochi direttamente interessati: proprietari di terreni e immobili, studi di progettazione, aziende del settore, banche e amministratori comunali che hanno coordinato tutta l’operazione.
    Alla seconda domanda risponderei che tutte le forze contrarie a questo Piano non sono riuscite a trasformare le loro istanze in consenso popolare maggioritario (come si è visto chiaramente alle ultime elezioni).
    Però il silenzio a cui assistiamo non è il frutto di mancanza di argomenti ma il risultato di intrecci, di scambi e di favori compresi i soldi pubblici distribuiti dalla Fondazione e dalle banche a singoli e associazioni, le carriere politiche personali legate a promesse di affari, al ruolo di grandi elettori di realtà importanti come le parrocchie ecc…
    Questi intrecci rendono gran parte dei cittadini non liberi ma dei semplici sudditi.
    E poi, la chiamano isola felice o civilissima Toscana.

  4. pmicciche scrive:

    La presentazione del Piano Strutturale si è svolta in due fasi: quella “in pectore” durata molti anni e quella “formale” avvenuta nelle ultime settimane. Rispetto a quella in pectore quella ufficiale si discosta di poco e quindi rimangono valide tutte quelle osservazioni critiche ma anche propositive che da più parti, e in tempistiche differenti, vennero fatte. Agli atti vanno messe, nell’ordine, le storiche riserve del Prof. Scattoni (in qualità di addetto ai lavori) e di Prima Pagina, quelle contenute nel programma di SEL, quelle del Programma della Lista Primavera, del documento pre-elettorale dei dissidenti del PD e della Lista Fiorini. Osservazioni critiche non tutte omogenee fra loro ma che rappresentano sicuramente una larga fetta della Società Civile ma anche di quella Politica.
    Se ne deduce che “moralmente” il Piano Strutturale sarà quindi l’espressione di una elite minoritaria?
    Significa che tutti questi soggetti non sono stati in grado di trasformare in consenso popolare le loro istanze, lasciando il cittadino nell’apatia politica del puro assenso passivo, quello che si ottiene per la sola mancanza di argomenti di dissenso?

  5. lucianofiorani scrive:

    In effetti a favore del Piano strutturale si sono espressi pubblicamente (nelle due assemblee al teatro o sugli organi di informazione) non più di cinque cittadini, oltre il sindaco ovviamente.
    Quattro di questi sono esponenti del Pd.

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