di Paolo Scattoni
Lunedì la notizia ha avuto pochi secondi nei telegiornali, neppure tutti. L’Italia ha aderito alla cosiddetta alleanza dei paesi per il nucleare guidata dalla Francia che da tanti anni persegue l’obiettivo del “tutto nucleare”. Questi paesi, tutti con centrali attive, unica eccezione la nuova arrivata Italia, sostengono il nucleare come unico strumento possibile per la decarbonizzazione. I miei ricordi vanno a cinquanta anni fa quando militavo nel movimento antinuclearista. Quelli he all’apoca sostenevano he c’erano alternative al nucleare venivano trattati come ingenui sognatori.
Oggi l’Italia con l’adesione senza dibattito all’alleanza nuclearista vuole negare una scelta di ben due referendum e sembra che lo voglia fare con una legge che li annulla.
Oggi, però, gli “ingenui” di cinquant’anni fa hanno dalla loro parte i numeri. Vediamo di analizzarli. Ci sono Paesi che già riescono a soddisfare per intero o quasi il fabbisogno di elettricità con fonti rinnovabili. È il caso dell’Islanda, della Scozia. C’è poi un gruppo di nazioni che hanno già dismesso (Germania) o programmato la dismissione a breve (Spagna) del nucleare per una decisa politica per le rinnovabili.
Allo stesso tempo la nuclearista Francia ha gravi problemi con alcuni dei suoi più vecchi impianti.
Recentemente su chiusiblog invitavo a rispondere ad una semplice domanda “per quale motivo il costo dell’energia in Italia supera del 40% quello della Spagna?. Purtroppo non ho ricevuto risposta. Alla luce dell’adesione all’allenza nuclearista mi permetto di porla di nuovo.
Qui a Chiusi abbiamo sperimentato l’assurdo. Un progetto per la produzione elettrica tramite fotovoltaico ha visto la ditta campana SDM evitare di versare i seicentomila euro dovuti e godere al tempo stesso di una ricca liquidazione per andarsene. Certamente se questi sono i metodi c’è poco da sperare.