di Paolo Scattoni
La campagna elettorale per le amministrative sta entrando nel vivo. Sul web si trovano cose interessanti come l’auto-presentazione di alcuni candidati e altre, che almeno a me non interessano, come il tifo per uno o per l’altro: “forza che vinciamo”, “sei il meglio”, “in bocca al lupo”, e altre amenità.
Io credo che invece bisognerebbe stare molto più attenti a quanto sta succedendo in queste settimane di transizione. È stato già scritto su una sorta di decisione di imperio del sindaco uscente di assegnare i locali della Villetta ad una scuola privata sottraendoli ad una scuola pubblica che li utilizza da decenni. Abbiamo anche scritto sulla temporanea sottrazione degli spazi del palazzetto agli usi sportivi per farne un hub vaccinale, senza aumento dei vaccinati rispetto a prima, con costi non indifferenti.
Per concludere con gli esempi ecco allora la questione dell’impianto Cascina Pulita da realizzare alle Biffe per il trattamento di rifiuti agricoli anche pericolosi.
Non ho bisogno di ripetere che quanto ipotizzato a suo tempo che l’area delle Biffe è stata in qualche modo destinata al trattamento rifiuti per una vasta zona di utenza (vedi carbonizzatore, depuratore e ora trattamento rifiuti agricoli.
Da semplice cittadino ho cercato di capire come si possa ottenere qualche informazione su Cascina Pulita. Soprattutto dopo che il gruppo Vergero pubblica sul sito del Sole24Ore un lungo comunicato dove afferma che a Chiusi verrà presto aperto un nuovo impianto di trattamento rifiuti. Come noto la procedura di autorizzazione è in capo alla Regione e allora ho pensato di rivolgermi al Difensore Civico regionale. Contatto telefonicamente e il funzionario che mi risponde mi consiglia di contattare il responsabile del settore rifiuti. Provo a telefonare. Nessuna risposta. Scrivo una mail. Di nuovo nessuna risposta e sono già passati alcuni giorni.
Scrivo di nuovo all’ufficio del Difensore civico con posta certificata e ieri mi è arrivata la comunicazione che la mia richiesta è stata ufficialmente passata alla direzione competente. Questa volta è la richiesta ufficiale del Difensore Civico. Aspettiamo gli esiti.
Ma non è finita qui perché nella nuova destinazione (ex proprietà Nigi) ci sono in corso lavori, ma il cartello di cantiere non c’è. È quindi impossibile capire chi abbia autorizzato quei lavori. Telefono allora ai vigili. Mi viene riferito che anche altri hanno fatto richiesta simile, ma non è possibile controllare subito per mancanza di personale. La verifica sarà effettuata a giorni. Così sabato scorso telefono di nuovo al comandante dei vigili che mi dice che la verifica sul campo è stata fatta. I lavori in corso sono soggetti ad una comunicazione di inizio attività (SCIA) a seguito del deposito del progetto.
Aspetto di nuovo, ma il cartello non emerge. Magari c’è e non è stato visto. Scrivo di nuovo ai vigili depositando la mia domanda al protocollo. Siamo al 15 di settembre. Vediamo che succede.
Magari anche casi come questo possono essere oggetto di campagna elettorale. per evitare di sentirsi dire ad elezioni avvenute che la responsabilità è tutta del sindaco di prima.
X Enzo Sorbera. Che la forma sia sostanza nei processi decisionali pubblici è per me pacifico da quando ho iniziato a fare ricerca su pianificazione e gestione urbanistica circa mezzo secolo fa.
Sulla possibilità di uno n”specchio dei processi decisionali” ho fatto una personale sperimentazione con chiusiaperta.it. Il software di Media Wiki (gratuito) secondo me è il più adatto perché permette di tracciare la decisione tramite la funzione cronologia e raccogliere gli interventi con la funzione dibattito.
Sulla organizzazione interna per l’iniziativa ho qualche idea che potrebbe servire per iniziare a discuterne.
Come dice la mia amica Elona, “in democrazia la forma è sostanza” (il suo pensiero è molto più articolato, ma penso di riassumerlo correttamente), perché la democrazia non è uno status, una dimensione acquisita una volta per sempre: è un processo che richiede il lavoro giornaliero di ridefinizione dei confini e di controllo. E la forma è l’abito mentale che riveste le azioni, ne attesta la correttezza procedurale. Detto questo, occorre anche sottolineare la necessità di disporre di informazioni reali e verificabili. Purtroppo, spesso si raccoglie un flatus e lo si gonfia a vento di verità. Questo è un esercizio deleterio. Sarei d’accordo sullo “specchio” (a parte le difficoltà materiali di costruzione di un simile strumento) purché quanto viene reso noto sia “certificato” con l’indicazione della fonte e controllabile. C’è poi un altro aspetto che riguarda, oltre le modalità di selezione, la determinazione della scala di urgenza e di importanza del problema. Anche qui, occorrerebbe qualche correttivo all’entusiasmo (nel senso greco del termine, ovviamente) che invece spesso ha accompagnato l’additare della luna.
Rispondo sia a Luciano (Fiorani) e a Giorgio (Cioncoloni). Intanto una buona notizia (so fa per dire), finalmente il cartello è emerso. Ci racconta che i lavori sono iniziati il 4 maggio. Con appena cinque mesi di ritardo!!!
Per quelli che dicono” quante storie per un cartello” rispondo che senza gli estremi che il cartello contiene è difficile richiedere un accesso agli atti. E perché può essere importante leggere il progetto e i documenti a corredo? Molto semplice. Cascina Pulita ha pubblicato un lungo comunicato su un sito del Sole24Ore, aprirà un centro di trattamento rifiuti agricoli alle Biffe. Poi su Primapagina ha corretto,tratterebbe di un “trasferimento”. Per quanto ne so un trasferimento di un’attività di trattamento rifiuti necessita di una procedura completa di Valutazione di Impatto Ambientale promossa dalla Regione. Da cittadino me ne preoccupo. I residenti e gli operatori alle Biffe forse di più
Per quanto riguarda la promozione della conoscenza mi sento di riproporre la mia vecchia idea, uno “specchio” dei processi decisionali. Utilizzando l’approccio della scelta strategica, ormai sperimentato da più di mezzo secolo. In questo caso si tratterebbe di costruire con il software utilizzato anche per Wikipedia, una sorta di enciclopedia dei problemi di Chiusi alla cui redazione può partecipare chiunque. L’idea sarebbe quella di mettere in comune tutti i pezzi di conoscenza sparsi su quelle materie, a prescindere dai risultati elettorali.
Paolo (Scattoni), il mio commento non verteva sull’opportunità o meno di autorizzare industrie insalubri ma sui controlli che devono essere eseguiti su quelle già autorizzate, infatti ho detto che “il primo compito di un’amministrazione pubblica locale sarebbe quello di un controllo assiduo su queste aziende nel rispetto della salvaguardia della salute dei propri cittadini.”
Mi sembra che questa affermazione sia pertinente perché la presenza o meno del cartello di cantiere fa sicuramente parte dei controlli che devono essere attuati.
Nel caso in questione i lavori in atto sono ben visibili e sotto gli occhi di tutti quelli che percorrono quella strada, compresi i vigili che vi passano davanti diverse volte al giorno.
Il fatto poi che non rispondano alle legittime richieste di un cittadino o che si neghino è molto grave e sintomatico di una situazione amministrativa che deve essere ricondotta ai democratici princìpi di trasparenza che stanno alla base dei rapporti con i cittadini e che forse in troppi hanno dimenticato, compresi molti cittadini, come quelli che ritengono “sciocchezze”, tanto per citare anche Luciano (Fiorani), quelle che invece dovrebbero essere normalità.
Per Giorgio Cioncoloni. Ci chiedi: “…Ma a Chiusi abbiamo una società culturalmente avanzata?”
La mia impressione è che una bella fetta di popolazione vive serena e beata nella notte dei tempi, quando in pochissimi pensavano per tutti.
Sulla questione del “cartello di cantiere”, sollevata a Chiusi per la prima volta da Paolo Scattoni, decenni fa, mi sono sentito sovente rispondere (sia per i lavori della piazzetta che per quelli di Cascina Pulita): ma fatela finita con queste sciocchezze che non significano niente.
Ho la sensazione che, in questa città, diamo troppe cose per scontate.
p.s. Chi era vicesindaco quando La Primavera chiedeva uno stretto controllo del Comune sulle industrie insalubri senza mai avere un impegno o una risposta?
X Giorgio Cioncoloni. Il post non tratta dell’opportunità o meno di autorizzare industrie insalubri.
Il problema posto è quello dell’assenza di un cartello di cantiere per lavori in corso in una proprietà privata. Quel cartello è OBBLIGATORIO. Nessuno è ancora riuscito a spiegarmi perché non ci sia oppure comunicarmi che il cartello invece c’è e ci siamo sbagliati.
Questa cosa l’ho segnalata più volte alla polizia municipale. Ieri ultima richiesta tramite protocollo all’indirizzo protocollo.chiusi@legalmail.it
Questa mattina ho telefonato ai vigili per chiedere del comandante Giannini. “oggi non c’è”. Chiedo allora di parlare con chi lo sostituisce. “Nessuno”. Meglio di così?
Ma perché tanto interesse per il cartello? Semplice, il cartello dovrebbe contenere gli estremi per richiedere l’accesso agli atti.
Come vedi siamo ancora ai preliminari.
Chiusi è da anni sede di alcune aziende insalubri di prima classe. Questo non significa che le aziende inquinino a prescindere ma che hanno un alto potenziale di rischio.
Il primo compito di un’amministrazione pubblica locale sarebbe quello di un controllo assiduo su queste aziende nel rispetto della salvaguardia della salute dei propri cittadini.
Possibile che non si riesca a far passare questo semplice concetto?
Negli anni trascorsi come consigliere comunale de La Primavera di Chiusi ho cercato in ogni modo di sensibilizzare gli amministratori di maggioranza con interrogazioni e mozioni, senza però ottenere grossi risultati.
Speriamo che la sensibilità per l’ambiente, che tutte le liste in lizza per le prossime elezioni dicono di voler praticare, cambi questo atteggiamento quasi di deferenza nei confronti di tali aziende che con l’ultima amministrazione ha toccato veramente il colmo.
Interessi economici e salvaguardia dell’ambiente devono essere elementi che, in una società culturalmente avanzata, devono per forza andare d’accordo.
La domanda però sorge spontanea: ma a Chiusi abbiamo una società culturalmente avanzata?
Già due testimonianze. Possibile che non si riesca a far rispettare la legge. In fondo è un semplice cartello che deve contenere alcune informazioni che possono poi permettere una richiesta di accesso agli atti. A questo punto pensare un po’ a male non è più peccato, ma semplicemente prudenza
Confermo che, stasera (16/9/2021), passando da quelle parti ho controllato di proposito e dal cancello non si vede nessun cartello di cantiere.
Uno che se ne intende diceva: la legalità comincia dalle piccole cose, come rispettare e far rispettare un cartello di divieto di sosta!