Fra ieri ed pggi ho raccolto due segnali di ottimismo sui richiedenti asilo africani delle nostre parti. Per la Chiesa cattolica ieri era il giorno dei migranti e dei profughi. Sono andato a Chianciano nella chiesa di Sant’Antonio dove sapevo che un mio amico riceveva la sua prima comunione. Sapevo anche che sarebbe stato battezzato David, un altro giovane nigeriano, che gioca nella squadra della UISP di Chiusi.
Ho invece trovato un bel gruppo di ragazzi che conscevo che facevano la prima comunione, La messa è stata celebrata dal vescovo Manetti. Senza entrare sull’aspetto religioso, quello che mi ha impressionato la grande parteciazione con una chiesa piena con i tanti di Chiusi che partecipavano perché amici di questi ragazzi oppure perché padrini o madrine del loro battesimo di uno o due anni fa. Piano piano la diffidenza si sta sciogliendo, con buna pace di chi vuole lucrare politicamente sull’invasine degli africani.
Un secondo segnale l’ho raccolto questa mattina. Mi è capitato fra le mani un elegante biglietto da visita che recita: “Lavori vari di agricoltura. Pulitura verde, vendemmia, oliveti (potatura e raccolta), aiuto per qualsiasi produzione agricola”. Il biglietto è intestato a “Profughi Africani”.
Ne so vagamente la storia. È un’azienda fondata da alcuni migranti africani ai quali è stato donato una cifra con cui hanno comprato un mezzo di trasporto e si gestiscono autonomamente lavori per aziente agricole della zona. Al netto delle spese i proventi vengono poi suddivisi.
Se non ho capito male uno degli organizzatori dell’iniziativa è un immigrato che faceva parte di un gruppo sul quale otto anni fa ha più volte scritto Simonetta Bardini che li ha inizialmente seguiti.
Sino ad ora il lavoro agricolo stagionale era gestito da alcuni imprenditori tunisini, che comunque garantivano la regolarità dei contratti. L’autogestione è ben altra cosa.