Qualche volta è utile girare per il web. Io ho trovato un articolo sul Tirreno cronaca di Piombino-Elba che mostra una drastica differenza fra il PD di Piombino con quello di Chiusi. Per comodità riporto la prima parte dell’articolo che dice tutto, se però non vi fidate vi lascio il link all’articolo
PIOMBINO. Il Pd non ha partecipato alla manifestazione in piazza del 23 febbraio, che «come era facile prevedere si è trasformata in una passerella elettorale». Il Partito democratico però intende rispondere alle domande che sono state poste dal Comitato ai politici in piazza Cappelletti, e viene smontato uno dei cavalli di battaglia del centrodestra e del Comitato, oltre che di altre liste civiche e partiti minori sulla presenza dell’azienda di lignite Creo. Il Pd risponde in maniera netta: il progetto Creo ha mosso un solo passo, quello della preassegnazione, ma il Pd non condivide il progetto.
«Gli approfondimenti che abbiamo raccolto dall’osservazione del progetto e dagli incontri con i tecnici della società proponente non sono esaustivi né rispetto alla sostenibilità economica del progetto né rispetto alla tipologia e provenienza dei materiali da trattare. L’amministrazione ha già comunicato ai proponenti che non intende andare oltre”
C’è poco da aggiungere. A Piombino l’impianto di carbonizzazione gemello di quello di Chiusi non lo vuole il Comitato locale, ma neppure il PD e l’amministrazione comunale.
Ora vediamo se gli ossequienti vorranno negare anche questo.
La cosa riguarda anche almeno altri due comuni: Cetona e Città della Pieve.
Con la costruzione del carbonizzatore Chiusi perderà completamente le speranze sul fronte del turismo . Rimarranno fuori iniziative eccellenti che potrebbero essere portate avanti, rivolte verso le cure per gli anziani e la riabilitazione, favorita come è per la sua posizione strategica nella comunicazione ferroviaria e stradale.
Zingaretti l’ha detto chiaramente- Qui già è stato detto spesso, ma la voce solitaria (immagina di chi) è sino ad ora rimasta inascoltata.
Comunque ora la posizione del PD di Piombino da una parte e dell’Amministrazione comunale dall’altra hanno parlato chiaro. Dubito che il PD locale e l’Amminisrazione comunale si esprimano su questo rifiuto. Aspettiamo che parlino i bravi giornalisti , interpreti autentici dei quali ci dobbiamo accontentare.
A Chiusi la politica è scomparsa da tempo lasciando spazio solamente alle amministrazioni comunali che senza il lcontrollo e il supporto del confronto politico sono state e sono ostaggio delle scelte dei sindaci che si sono succeduti.
Manca anche una informazione veramente libera, troppo spesso i vari mezzi di comunicazione locali sono semplicemente la cassa di risonanza della maggioranza.
Proprio oggi è stato eletto ufficialmente il nuovo segretario del PD, si attendono ora vere novità per gli organi dirigenti a livello locale che sappiano essere autonomi dagli amministratori e che finalmente si esprimano sulle diverse questioni.
Condivisibile l’analisi di Luciano (Fiorani). Provo a dare un’interpretazione. Capannori ha una tradizione nel trattamento dei rifiuti. La popolazione è sensibilizzata da tempo e un pacco come quello proposto lo capiscono. Poi c’è la sede del centro di ricerca “Rifiuti zero” del premio Goldman Rossano Ercolini. Piombino ha una tradizione di partecipazione politica. Da noi purtroppo siamo molto indietro, il partito per molti è da seguire con fede acritica e ciò incide su temi come quello del carbonizzatore. Io spero che il nuovo segretario PD tenga fede alle intenzioni e valorizzi situazioni come quelle di Capannori e Piombino piuttosto che quella di Chiusi.
Capannori, Piombino e Chiusi stesso impianto e stesso partito di governo, il Pd, ma nei primi due comuni c’è stato un coro di NO.
A Chiusi solo Il Comitato Aria e la Lega si sono detti contrari.
Indubbiamente le posizioni delle forze politiche sono significative ma a me salta all’occhio (e infastidisce) ancora di più l’atteggiamento delle popolazioni.
Nei primi due comuni evidentemente il senso del proprio territorio è assai diverso da quello che c’è qui da noi.