ACEA: la fretta consiglia la costituzione tempestiva di un comitato per l’informazione

img_20140909_120658_800_800di Paolo Scattoni

Nella vicenda ACEA già possiami mettere a segno un risultato. L’insistenza funziona. Il sindaco ha finalmente reso pubblico il documento tecnico che spiega le intenzione della società ACEA ambiente. Non è poco in una vicenda che si è dispiegata in tempi assai rapidi. Dobbiamo congratularci con l’amministrazione comunale? Forse, ma non è detto.

Il bando per l’alienazione dell’area dell’ex centro carni di proprietà comunale è del 27 settembre di quest’anno, termine il 31 ottobre. C’è una sola offerta, quella della società ACEA ambiente del gruppo ACEA spa, il cui azionista di maggioranza è il comune di Roma.

Anche l’esame dell’unica offerta è piuttosto veloce. È carente in relazione ai vincoli ambientsli e le previsioni urbanistiche. Nel verbale si dice che il progetto va oltre l’area a bando (l’attuale depuratore di Sienambiente?). In pochi giorni l’imtegrazione viene inviata. La giunta delibera sui risultati del bando la 271 del 28 novembre, subito dopo la delibera viene posta in approvazione nellaseduta del consiglio comunale del 4 dicembre. Tanto subito che ci si dimentica di pubblicare quell delibera all’albo pretorio soltanto il 1° dicembre e solo dopo una segnalazione di un consigliere di opposizione. Il consiglio quindi delibera a maggioranza la delibera di giunta, ma ancora la riposta tecnica dell’ACEA non è conosciuta. Soltanto il 20 dicembre i consiglieri ricevono quel testo che il giorno dopo il sindaco leggerà in consiglio a seguito di una interrogazione “amica” dei consiglieiri di maggioranza. Il cittadine che scrive la riceverà  oggi a seguito di una richiesta di accesso del 4 dicembre.

A pensar male si può dire che questa decisione risolve molti problemi. Sicuramente quelli di Sienambiente che da anni gestisc un impianto di depurazione molto chiacchierato sulla sua regolarità. Venderebbe ad ACEA e così si liberebbe di un impianto contestato. ACEA ambiente riuscirebbe a piazzare un impianto che è ancora sperimentale in Spagna, ma che in Italia nessuno sembra volere. Infine il comune che potrebbe risolvere almeno nel breve periodo i suoi problemi di bilancio emersi con il festival Orizzonti e gli investimenti per il palazzetto a Pania (già i primi 29.000 euro vengono previsti nel bilancio 2017).

Ma siamo certi che la “sperimentazione” valga davvero la pena?

Tutte ipotesi ovviamente. Per questo però sarà necessario seguire la vicenda. Personalmente credo nella necessità di costituire un comitato, non tanto per opporsi a prescindere, ma per raccogliere informazione.

Già un po’ di informazione è consultabile su https://www.chiusiblog.it/?page_id=33667

 

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