di Paolo Scattoni
Qualcuno ha affermato che i recenti sviluppi della crisi della Fondazioni Orizzonti sono stati un fulmine a ciel sereno. La trovo un a metafora del tutto inappropriata. Quella più adatta èquella della macchina contro un muro, nonostante i numerosi avvertimenti. In questi giorni sto cercando di mettere uno dietro l’altro i post pubblicati sull’argomento su questo blog. Mentre altri si dilettavano a recensire i vari spettacoli, nel blog ci si concentrava invece sulle modalità di gestione, sulla sostenibilità dell’operazione e sugli effettivi ritorni sull’economia locale.
La ricostruzione è ancora incompleta, ma l’ho voluta pubblicare ugualmente perché già sufficiente a farsi un’idea di come ragionavano coloro che qualche dubbio ce l’avevano. Per ora sono arrivato a mettere insieme 28 post dal 2012 che hanno pur suscitato un qualche dibattito perché su quei posta ci sono stati 191 commenti. Non ho fatto il conto di quanti siano stati i contatti, diciamo qualche migliaio. Un migliaio sui post degli ultimi 15 giorni.
Quello che non ho trovato, almeno nel blog, sono le risposte alle obiezioni presentate. L‘accesso all’informazione è stata assai difficoltosa e il bilancio 2016 della Fondazione l’ha potuto per primo pubblicare questo blog dopo una formale richiesta di accesso agli atti. La pubblicazione sul sito della Fondazione ‘è stato soltanto qualche giorno dopo. Di fronte a questo rifiuto a rispondere c’è stata invece tanta propaganda. I due video su youtube che ci ha segnalato Luciano Fiorani oggi appaiono nel migliore delle ipotesi patetici.
Come possiamoprocedere. Luigi Einaudi affermava che occorre “conoscere per deliberare“. Altri politologi ci hanno spiegato che il più delle volte questa conoscenza non viene resa disponibile (anche se le norme obbligherebbero) e allora continuiamo cercare. Intanto se qualcuno mi vorrà aiutare ad esplorare l’archivio di chiusiblog sarà il benvenuto. Altri hanno maggiori possibilità per esplorare altri, sicuramente più importanti archivi.
Sono amico di Allan Rizzetti. Quali siano le sue fonti di reddito dalle sue numerose attività nel campo musicale non lo so e se anche lo sapessi ovviamente non lo direi. Posso soltanto dire che le attività sinora svolte dalle nostre parti non gli hanno portato reddito e talvolta forse ci ha rimesso in proprio. Perché allora gli amici di Fritz hanno fatto come dicono loro i viaggi in “Toscana”? Io penso fondamentalmente per il gusto di ritrovarsi un paio di volte all’anno e qui incontrare un pubblico che li apprezza e vuole loro bene. Certo ci fosse un riconoscimento economico sarebbe meglio. Non ci piove.
Sicuramente esiste questa dimensione, come esiste quella, per esempio, di Gianni Poliziani o di Francesco Storelli. A volte queste esperienze superano persino di qualità alcune di quelle professionistiche.
Non vanno però mischiate con Allan Rizzetti e i suoi “amici” che sono dei professionisti sottopagati (anche se in questo per scelta), né con gli studenti di un Conservatorio/Istituto Superiore di Musica che poi di questo studio – come per un ingegnere o un architetto – faranno la base del loro lavoro. Lavoro dal quale dovranno anche produrre un reddito come ogni altra categoria di professionisti e lavoratori. Spesso si forma l’equivoco che nel campo artistico basti il potersi esprimere. Purtroppo poi il mutuo va pagato e il fruttivendolo pure…se bastasse recitargli un monologo per avere in cambio la verdura, sarebbe già un gran passo avanti…:)
x Paolo Miccichè. Certo che è così. Esiste però anche questa dimensione. Tutti ci auguriamo che i talenti musicali (così come quelli in altri campi) venissero adegatamente valorizzati e facessero della musica la loro professione. Non è così, non per questo non meritano spazi di espressione. Il maestro Virgilio Bianconi lavora presso l’ospedale di Castiglione del Lago, o almeno fino a poco tempo fa. È perà riuscito con la sua associazione (http://www.tmusike.it/) a promuovere cultura musicale valorizzando il bel teatro di Panicale. I soci di Teathron Musikè pagano 20 euro di tessera, 50 i sostenitori. Non se che tipo di provvidenze l’associazione da Comune (con meno abitanti di Chiusi), regione e ministero (sarebbe interessante saperlo), ma coloro che frequentano quelle iniziative ne parlano molto bene. Come scrivi tu nel tuo “Libello bianco” la valorizzazione della cultura e lo sviluppo del turismo culturale possono passare per numerose combinazioni.
Paolo, funziona se hai un altro mestiere e questa ne è l’integrazione; un’integrazione di cui non hai bisogno vitale. Altrimenti non ce la fai e, francamente, credo che infatti gli amici di Fritz non ce la facciano, come non ce la fanno ormai nemmeno le vecchie compagnie di giro. No, la cosa non sta in piedi, quantomeno non per poter permetter a chi ci lavora di campare di quello.
Poi si possono non pagare le persone o i fornitori ma questo è un altro discorso….
Se insegni per un semestre regia in qualche università americana, se insegni musica in un liceo musicale, ma ci sono molte realtà di questo tipo, hai bisogno di un contatto con il pubblico. Così ho interpretato, per quanto mi è stato dato di capire, le riduzioni che gli Amici di Fritz hanno offerto in zona e che nella mia ignoranza ho molto apprezzato. È la stessa filosofia di altre realtà come quella che porta avanti Virgilio Bianconi a Panicale (http://www.tmusike.it/). Non per niente Rizzetti parla dell’impegno del gruppo come una rivisitazione del carro di Tespi. Il grosso dei è quello che si riscuote al botteghino con piccole integrazioni da parte delle amministrazioni locali con la disponibilità dei teatri e il finanziamento della breve permanenza presso il locale ostello (vedi Radicofani).
Caro Paolo, lasciamo perdere il discorso sulla opportunità o meno della partecipazione degli “Amici di Fritz” al Festival Orizzonti. Veniamo al costo di 2.500€ di cui chiedi conto. Evidentemente si tratta di un costo non congruo e, nel caso specifico, giustificabile semmai a livello promozionale. Questa è la cifra che, giustamente, dovrebbe percepire il solo Allan Rizzetti per cantare il ruolo di Figaro. Del resto, basta fare un semplice conto al volo. Se abbiamo dieci persone che partecipano e ognuno deve avere viaggio, albergo e vitto pagati, più un minimo compenso, si arriva facilmente a 300€ a testa e quindi a 3.000€ complessivi. Se poi una parte sono di spese, quanto resta al singolo artista o tecnico? Se facesse dieci recite al mese, tra i 1000 e i 1500€ lordi…..dubito però che siano solo 10 e che facciano dieci recite al mese, quindi….
L’Opera è la più cara in assoluto tra le Performing Arts e non è quindi questa la strada da percorrere, nonostante la bravura di Allan e dei suoi eroici amici.
Per dirla tutta ho dei dubbi anche su operazioni come “Traviata” al Festival Orizzonti, opera difficilissima e costosa che, però, non avendo visto non posso commentare…però…
Consiglio di leggere attentamente l’intervista al link indicato da Luciano (Fiorani) nel post precedente per avere un’idea del livello di ridicolo al quale la Fondaziopne ha esposto la nostra città.
Icampanelli di allarme in passato erano stati tanti. Nel mio lavoro di mettere insieme quello che era stato scritto sul blog mi sono imbattuto in un commento del maestro Allan Rizzetti ad un post di Luciano del 9 ottobre 2015:
“Ma guarda…. E per la Compagnia “Gli amici di Fritz”che scrisse alla Fondazione Orizzonti che propose di portare l’opera L’AMICO FRITZ presso il Teatro Mascagni a COSTO ZERO, non c’è stata nemmeno una risposta. Qualcuno mi spiega come mai noi portiamo in giro per l’Italia le opere liriche a 2500 euro e qui si parla di un buco di centinaia di migliaia di euro?”
Già una domanda che era già stata posta anche in precedenza alla quale non si è voluto rispondere. Magari di fronte alle macerie potranno trovare il tempo. Così tanto per capire di chi sono le responsabilità.
Magari si scopre che il medico chiamato a curare Orizzonti è stato uno dei principali responsabili del male.
Il disastro non l’ha visto solo chi non ha voluto vederlo.
La Rete non è il vangelo ma ci permette di supportare le incerte memorie. E’ un fatto decisivo perché possiamo controllare anche chi ha detto cosa.
Il passaggio successivo dovrebbe essere individuale, cercando di rispondere ad una semplice domanda: Possiamo continuare a fidarci di chi ha dimostrato incompetenza e scarsa serietà?
Perché a Chiusi si mormora, ci si affida ai “si dice”, si sta coperti (e, generalmente, allineati) ma il mondo non finisce a Po’ Bandino o a Ponticelli e c’è chi ancora non ha alcuna difficoltà a parlar chiaro: http://www.glistatigenerali.com/teatro/a-chiusi-si-chiude-svanisce-la-compagnia-di-latini-al-festival-orizzonti/
Io personalmente e la lista possiamo abbiamo mantenuto sempre alta la guardia su questa vicenda. Continueremo a farlo in ogni forma, compreso il lavoro di chiusiblog