Abbiamo ancora vivo il ricordo dell’evento dell’inaugurazione della cosiddetta sala convegni ricavata nell’edificio di via della Villetta, una volta occupato dal laboratori del professionale Marconi. A molti è sembrata un’iniziativa elettorale con il prosindaco che fa un giro sul kart costruito dagli studenti e con un contorno di scolari delle elementari, plaudenti chissà per cosa. Chissà se il prosindaco, futuro sindaco secondo le più accreditate previsioni, si sarà chiesto se gli spazi tolti ai laboratori possano aver costretto gli studenti a lavorare al montaggio del kart che stava guidando in uno spazio “ristretto”?
Del problema dei laboratori e più in generale della riqualificazione della nostra scuola professionale si è dibattuto sin dai tempi di chiusinews (2010) all’indomani della perversa “riforma” Gelmini. Quella cosiddetta riforma tagliava in maniera drastica molte ore dedicata alla pratica in laboratorio. I politici di queste parti, in teoria contrari a quella riforma, si sono adeguati trasformando lo spazio dei laboratori in qualche cosa di totalmente inutile. Fra gli altri mi piace citare un intervento di allora del tecnico Paolo Salvadori. Il dibattito si è riacceso recentemente proprio in occasione della suddetta inaugurazione.
Ma se queste cose erano già state scritte quale sarebbe dunque l‘ulteriore contributo di questo post? Si tratta di una informazione che mi era del tutto ignota e, ho verificato, anche a gran parte dei docenti delle scuole tecniche e professionali.
Sulla parte delle tabelle degli insegnamenti di laboratorio il TAR del Lazio ha sentenziato la illegittimità e deciso il ripristino della vecchia distribuzione delle materie; non una ma per ben tre volte. La prima volta nel 2013 ha sentenziato in questo senso. Poi nel 2015, visto che il Ministero non aveva ottemperato ha deciso la nomina di un commissario per l’attuazione della sentenza del 2013. Infine, visto che l’azione del commissario non aveva sortito effetti con una sentenza di poche settimane si è di nuovo espresso sull’obbligo del ripristino. Allora è probabile che non solo oggi gli spazi per i laboratori non sono adeguati, ma lo saranno ancor meno domani se le sentenze del TAR troveranno finalmente attuazione.
Intanto gli studenti (ed ex studenti) del Marconi stanno ottenendo risultati di eccellenza e molti di più ce ne sarebbero se la scuola rispondesse alle esigenze che anche la magistratura amministrativa ha più volte riconosciuto.
Ma lo stato di diritto è sempre in auge?
Bisogna sostenere le cause giuste (se poi si rivelano perse, pazienza. Ma insistere è sempre una buona regola).
ASSOLUTAMENTE NO. Anzi uno o più interessati potrebbero inviare una semplice raccomandata al MIUR in autotutela e chiedere l’applicazione della sentenza. Magari può essere fatto con l’aiuto di un legale del sindacato che ha ottenuto le sentenze. Una cosa semplice che si può fare in un ora, da inviare raccomandata, meglio con posta certificata. Debbono rispondere entro 30 giorni e quindi dovranno rispondere non solo ai docenti che sono stati sacrificati, ma anche dal punto di vista degli utenti e cioè degli studenti. Purtroppo queste sono battaglie di lunga durata, ma il messaggio è chiaro ed efficace: direbbero a Napoli “Accà nisciuno è fesso”.
Grazie Paolo
ma che forse forse noi non siamo poi dei Don Chisciotte nel prendere le parti dei ns ragazzi visto queste notizie ?