Cercasi casa disperatamente

di Rosa Iannuzzi

Ho voluto titolare così questo articolo, riprendendo il titolo di un film del 1985, interpretato da Madonna e Susanna Arquette, per raccontare la condizione di chi cercando una casa in affitto si imbatte in situazioni quasi sempre imbarazzanti, qualche volta spiacevoli, quasi mai soddisfacenti, dato l’esito piuttosto negativo delle faticose trattative.

Se possedere o meno una casa, decretava fino a pochi anni fa – in maniera piuttosto singolare, ma parliamo dell’Italia e degli italiani – la distanza non solo economica tra le persone, ma anche e soprattutto morale – “ma come a 50 anni vivi ancora in affitto?” “Possibile che tu non abbia mai pensato di comprare casa?” “Almeno lasci qualcosa ai tuoi figli” – oggi con la grave crisi economica in atto, con l’aumento vertiginoso delle separazioni – non sempre ci sono ancora mamma e papà disponibili a riprenderci in casa – non avere una casa di proprietà non è più una colpa. E così capita un bel giorno di dover cercare una casa in affitto.

La maggior parte delle case disponibili sul mercato degli affitti presenta queste caratteristiche: ammobiliate, con mobili che quasi sempre sfiorano il ventennio se va bene – con bagni quasi sempre da ristrutturare, per non parlare della condizione delle finestre o delle tapparelle. E che dire dei pavimenti? Se tutto va bene sono più meno omogenei in tutto l’appartamento, altrimenti può capitarvi di assistere ad un patchwork vertiginosamente desolante.

Tutto viene presentato con un’ossequiosa cerimonia dove le parole sono farcite di esclamazioni, di insostenibili sottolineature che mirano tutte allo stesso obbiettivo: farvi credere che quello che state vedendo è esattamente ciò di cui avete bisogno.

E tutto quello che non vedete – semplicemente perché non c’è – viene sapientemente omesso per spostare la vostra attenzione dal necessario al superfluo: cosa ve ne fate dell’ascensore se il vostro appartamento è al terzo piano? Le scale sono belle larghe, luminose, potete tranquillamente fare una sosta tra una rampa e l’altra. Le finestre sono mangiate dall’umidità e forse vi sorge il dubbio che qualche spiffero possa farsi largo nei giorni di vento? Ma guardate che bel terrazzo, e il panorama che si gode non vi lascia senza parole? Il bagno lascia un po’ a desiderare e vi viene il dubbio che prima o poi quel rubinetto vi darà dei problemi? E’ soltanto un’impressione, una bella pulita e tutto torna come nuovo. Nella seconda camera ci stanno giusto i due lettini, senza comodini e forse anche senza armadio? Avete una porzione di soffitta dove potete mettere le vostre cose. Poco importa se per salirvi dovete tirare giù una scala a scomparsa e nella botola ci passate appena con il corpo.

Quando poi il discorso finisce sul prezzo, allora tutte le qualità che vi sono state appena elencate prendono corpo, e che corpo…. Se siete fortunati vi chiedono circa 450 euro, per un appartamento di circa 70-80 metri quadri non ammobiliato e non sempre dotato di un garage. Altrimenti si superano tranquillamente i 500 euro. Se lo traduco in lire mi viene male. Un milione, come quel personaggio di Sergio Tofano, il signor Bonaventura, ve lo ricordate? La mia non vuole essere una critica tout court, semplicemente un racconto: il racconto di una situazione spesso imbarazzante.

Qualche volta mi chiedo se i proprietari di molti di questi appartamenti da me visitati negli ultimi due anni a Chiusi, darebbero lo stesso appartamento in affitto ad un loro parente, al proprio figlio. Ecco a volte basterebbe soltanto questo: un po’ di attenzione verso il prossimo, un po’ di cura. Poco tempo fa su questo blog pubblicai un articolo che parlava e reclamava la dignità. Credo che spacciare case poco dignitose per abitazioni sane vendendole a caro prezzo, sia ledere la dignità delle persone.

Aver scelto di non comprare una casa, di non possedere delle mura, non significa non portare la propria casa nel cuore, nel tentativo rinnovato di provare tutte le volte a ricostruirla….. perché la misura del valore di una persona non sta nella misura dei metri quadri calpestabili. Basterebbe ricordarsi solo di questo anche nell’approvazione di piani regolatori che possano prevedere case popolari, case a riscatto, case in affitto. Affinchè non sia sempre il privato a delineare il confine tra la dignità e il diritto.

 

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7 risposte a Cercasi casa disperatamente

  1. Io credo che la legge e la pratica politica seria, alla lunga, abbiano anche una funzione pedagogica. La politica poi è principalmente soluzione, sempre provvisoria, dei problemi. Quello che cambia il mondo, alla fine, non è la politica ma l’ amore con cui si fa politica!

  2. carlo sacco scrive:

    Claudio, sì tutte cose positive ma ho moltis- simi dubbi che possano essere realizzate in tale sistema;questo era il contenuto del mio intervento.Il mercato non tollera l’ incertezza e spingerà sempre basandosi sul bisogno:”Se non tocca ad uno toccherà all’altro” la scorta è quasi infinita,perchè è quasi infinita la schiera di chi ha bisogno.Sono questi i punti cardine di dove fà forza il sistema.La rigidità che tu dici è dovuta al fatto che il possessore di beni allontanerà sempre da se la possibilità che quei beni possano rendergli la metà in un libero mercato.In pratica la destinazione sociale di un bene contrasta profondamente con
    la sua rendita:il bene è prodotto dal privato perchè ne abbia profitto,diversamente non lo fabbricherebbe.Il fine è il profitto, non l’utilità sociale;per cui se ho il profitto produco e cerco di salvaguardare il mio profitto,la perorazione della destinazione sociale viene dopo,anche se ci insegnano che si realizzi parallelamente. Questo t’insegna il sistema da che mondo è mondo, purtroppo.E cambiarlo come diresti te non si fa con le disposizioni di legge.Magari lo si facesse…..

  3. Carlo, ho detto al netto delle tasse. Ho criticato il modo di agire dell’ intermediazione immobiliare che non rischia nulla e non favorisce la circolazione e l’ uso di beni essenziali. Critico l’ azione politica che non lavora per rimuovere le rigidità del mercato e crea così ulteriori sprechi. Come le chiami le case sfitte? Ho detto che un piccolo risparmiatore che possiede una seconda casa va aiutato a non pretendere canoni che vanno al di là del valore di uso e di mercato. La politica deve incoraggiare l’ umanizzazione del mercato, specialmente quando si tratta di merci essenziali alla vita dignitosa delle persone.

  4. luciano fiorani scrive:

    Se non si invertono i termini, economia al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio dell’economia, credo che l’amara realtà descritta da Rosa (Iannuzzi) dovremo continuare a sorbircela per un bel pezzo.

  5. carlo sacco scrive:

    Il discorso è molto lungo Claudio e la sua spiegazione risiede nel contesto strutturale della natura di questa economia che viviamo. Quindi-se ho ben capito-tu piccolo proprietario accetteresti di veder dimezzati tuoi introiti cercando un privato che comunque te li garantisse un momento subito dopo la tua decisione,non ci vorresti pagare le tasse(quale ripercussione avrebbe questo te lo chiedo) ed in più il privato ti garantisse la certezza del mantenimento dello stato in cui tu l’hai ceduto ed in più i lavori di ristrutturazione non li pagheresti ma vorrresti che alla fine del contratto(immagino senza proroghe)il bene rientrasse nell’uso e nel possesso tuo.Lo sai come si chiama e/o chiamava questa condizione di esistenza in economia politica che avrebbe fatto si che avvenisse questo?: Carità/ oppure proprietà pubblica dei mezzi di produzione! Scegli te ! L’Italia per come l’hanno creata i partiti dediti alla lotta per difendere i diritti dei deboli ed altri partiti che fingevano di difenderli ma che in effetti privilegiavano da sempre chi sapeva come fare per mantene- re il privilegio,non è un luogo tale dove possono convivere tali forme.E quelle poche volte che succede ciò che dici,quello è frutto del compromesso di interessi diversi in attesa politica della resa dei conti come succede adesso nella sedicente sinistra.Una nuova sinistra ? Ed infatti s’è visto….

  6. Mi metto nei panni di uno dei piccoli proprietari di Chiusi testè citati e cerco una agenzia che mi aiuti a mettere a profitto il mio capitale immobiliare. Il mio sogno sarebbe: Invece di prendere 500 euro al mese, ne accetterei anche 250 se a) l’ agenzia stessa iniziasse da subito a garantirmeli. b) fossero al netto delle tasse e del mantenimento delle condizioni in cui lo consegno c) cetezza del rientro in possesso del bene a fine contratto pattuito. A quel momento sarei disposto anche a non conoscere l’ inquilino o a rinunciare a qualche anno di canone in cambio dei lavori di ristrutturazione. Il problema è che non esistono agenzie che operano sul mercato con assunzione di rischio di impresa. Roberto Donatelli mi diceva in passato che a Londra esiste qualcosa di simile. Si può cominciare a ragionare di cosa servirebbe, o cosa dovremmo rimuovere sul piano amministrativo e politico per favorire la nascita di tali agenzie anche da noi?

  7. Impossibile darle torto. Aggiungo, ad colorandum, che il prezzo da lei ipotizzato riferisce è valido a Chiusi e dintorni: se prova ad avvicinarsi nei dintorni di Siena, Arezzo, Perugia (e tante altre città) per superfici assai più piccole, sono richiesti non meno di 6-700 euro. Anche di questi tempi, nonostante la crisi nera che stiamo vivendo da alcuni anni.

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