Di tante ore, d’immagini, notizie, commenti, mi e’ rimasto negli occhi e nella mente solo un oggetto strano su cui indugiava un cameraman, in assenza di qualsiasi commento orale. Un’immagine indefinita, quasi oscena per la sua nudità, una porzione insignificante dello schermo gonfio della fastosità dell’aula parlamentare.
Chi avesse acceso il televisore in quei momenti non si sarebbe certo capacitato di quello stallo, insistente, niente affatto artistico su… la pelata di Bersani: solo la sommità del cranio, il volto nascosto tra le mani. Piangeva. Mi accade come ai bambini di scuola elementare di ritorno dalla gita ai Fori Imperiali di Roma: raccontano di una farfalla che hanno visto e di un certo tipo buffo. Io ho visto solo la pelata di Bersani e ho pensato a lui dentro e sotto, che piangeva, vittima del cambiamento.
Una nuova moda, una gara a chi ne fa di più, di cambiamento. Aveva appena assistito, sgomento, alla “carica dei centouno” non cani disneiani ma “suoi fidi”, con cambio di casacca dalla mattina alla sera.
Più cambiamento di cosi’!
“C’è sempre qualcuno che e’ più giovane e innovatore di te”, si disperava.ma non piangeva tanto per questo, quanto per la furia parricida dei suoi.
“Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo”, recita un testo orientale.
I suoi ne avevano fatti fuori due, di padri, in poche ore, Marini e Prodi, e ne avrebbero sterminati non so quanti altri se non fosse intervenuto tempestivamente Giorgio Napolitano.
Bersani piangeva sulla spalla della Storia, ma i suoi non capivano: pensavano si trattasse di dramma, mentre era vera e propria tragedia greca dove a trionfare era solo il Fato.
Cadevano le ultime propaggini del piu’ grande partito della sinistra italiana, cosi’ come era accaduto per la DC nel 1992
Il sigaruto, fiero Pier Luigi gemeva sotto il peso della valanga. Gia’ la sentiva la frase: prendersela con il Segretario, cosi’ come sempre, con Veltroni e D’Alema.
Il Partito non poteva sbagliare. Li vedeva i suoi affiancarglisi e sollecitarlo all’analisi e alla riflessione per riparare il danno, istigarlo a punire i traditori, a proclamare ai quattro venti, innovazione e cambiamento.
Pier Luigi Bersani ora non li sentiva piu’, mentre si asciugava gli occhi con la cravatta.
Quasi rasserenato barbottava tra se’: “Le parole prendono la muffa, porco boia, anche quelle messe sotto giuramento. Che volete riflettere, che volete capire “ragazzi, e’ tutto chiaro “.
Anche i “cattivi”, i “traditori” sono funzionali al disegno della Storia.