Piano Strutturale: In un anno è cambiato tanto. Ma resta un Piano assurdo

di Paolo Scattoni

Finalmente a poche settimane dall’adozione è stata pubblicata la bozza di Piano Strutturale. Ovviamente, non ci sono i tempi per un cambiamento prima di allora, soprattutto dopo 13 anni che non se ne è voluto dibattere in maniera decente, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione. Insomma “o così o così” questa è l’alternativa che graziosamente ci viene concessa. La documentazione è stata pubblicata da poche ore e quindi ce la dovremo studiare e poi dibattere anche su questo blog.

Vorrei fare, però, alcune considerazioni sull’utilità della tracciabilità delle decisioni che non ci è stata data. Lo faremo andando a rivedere il famoso documento della cui esistenza abbiamo saputo grazie a SEL proprio in questi giorni di un anno fa.

Prima di tutto siamo stati troppo severi nel definirlo “apocrifo” aggettivo per il quale il dizionario recita “Di scritto, documento, opera d’arte attribuita a un autore o a un’epoca ma in realtà non autentica”. E invece non era un falso perché anticipava addirittura la veste grafica della tabella sulle quantità del piano “vero”. Allora prendiamolo per quello che probabilmente era: un’ipotesi da considerarsi semidefinitiva di capitolo di relazione di piano.

Come ha già sottolineato Luciano Fiorani in un post pubblicato ieri ci sono 387.000 metri cubi in meno rispetto al vecchio docuemnto. Ma rimangono 400.000 metri cubi di nuova urbanizzazione. Insomma la cosa fa pensare.

Ma come si è arrivati ai 387.000 in meno? E’ saltata l’area APEA a Querce al Pino e così ci sono 245.000 metri cubi in meno. Potevano essere di più, perché si è visto bene di prevedere in quest’area nuove previsioni residenziali rispetto a quelle già contenute dal PRG vigente e un raddoppio delle volumetrie per alberghi e centro congressi.

Poi ci sono 100.000 metri cubi in meno a Montallese, dove però le previsioni rimangono sproporzionate. Infine 60.000 mc per le residenze nelle aree rurali, una questione di minima decenza.

Ci sono però aggiunte considerevoli e che pongono grandi interrogativi. Gli 11.000 da recuperare nel centro storico per strutture alberghiere e i misteriosi 35.000 metri cubi nelle nella UTOE denominata “propaggini di Chiusi Citta”. La famosa congiunzione fra Chiusi Scalo e Chiusi Città che nella bozza di un anno fa non era ancora così evidente.

Ora si può cominciare a discutere. A chi giova? Sono mutati gli equilibri che avevano determinato il vecchio documento?

Ecco una bella lezione per chi pensa che il piano urbanistico debba essere il gran disegno della Chiusi futura. Se in un anno le cose mutano tanto. è evidente che il gran disegno non ci può essere. Quello che dovrebbe essere è un processo trasparente e tracciabile dove si cerca di rispondere ai problemi del “qui ed ora”. Purtroppo trasparenza e tracciabilità non ci sono state date.

Pensate se gli “apocrifi” si fossero succeduto negli anni (o magari nei semestri) avremmo potuto dibattere il piano man mano che prendeva forma. E probabilmengte il tutto sarebbe durato molto meno di 13 anni.

Dobbiamo essere comunque grati alla “manina” che ha permesso di conoscere qual’era lo stato dell’arte appena un anno fa e come in un anno la minestra abbia cambiato gli ingredienti.

Comunque sempre immangiabile rimane.

P.S- Il momento delle osservazioni al piano rimane ormai l’unico per poter far conoscere a Provincia e Regione l’assurdità di questo piano.

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7 risposte a Piano Strutturale: In un anno è cambiato tanto. Ma resta un Piano assurdo

  1. pmicciche scrive:

    Apprendo ora che l’Assemblea del 21 Novembre è convocata per le ore 17. C’è un motivo per un orario del genere oppure si deve per l’ennesima volta ipotizzare scarsa sensibilità per chi ha un’attività lavorativa e non potrà essere presente?

  2. pscattoni scrive:

    Sono d’accordo con Marco Lorenzoni. C’è un grande silenzio intorno al Piano Strutturale. Dovrebbe esserci una sede “neutrale” dove ci si possa esprimere liberamente ed eventualmente porre le basi per intervenire in sede di osservazioni, non come singoli, ma come espressione di un dibattito cittadino.
    In un articolo pubblicato sul blog dopo questo credo di aver dimostrato come vi siano all’interno del piano elementi di forte contraddizione interna. Nessuno sembra preoccuparsene.

  3. marco lorenzoni scrive:

    Il 21 è ormai dietro l’angolo. Sentiremo in “viva voce” come la maggioranza e la giunta intende disegnare la Chiusi del 2020… Numeri compresi. Peccato che nessuno, al di là dell’annunciata assemblea indetta dal Comune, abbia ritenuto utile intervenire prima. Sarebbe stato interessante sapere, per esempio, come la vorrebbe la primavera la città del 2020, o la Lista Fiorini, oppure la Cgil, la Cna, la Confindustria…
    Ora al massimo qualcuno farà le bucce a posteriori a ciò che dirà il sindaco Scaramelli, rimanendo però a ruota, sulla scia… in posizione subalterna. Il grande dibattito, più volte annunciato sollecitato, non ci sarà. Avremo un piano sovradimensionato, basato su previsioni a dir poco ottimistiche, che non delinea nessuna idea di città, ma nello stesso tempo continua a prefigurare uno sviluppo basato solo sul mattone e apre le porte a possibili speculazioni da parte di quei soggett che in questo momento sono gli unici ad avere denaro disponibile… Quali sono questi soggetti? Non è tanto difficile da indovinare.

  4. pscattoni scrive:

    Paolo (Micciché) ti invito a leggere alle pagine 24 e 25 della relazione generale. Qui si cerca di rispondere a coloro, me compreso, che contestano tutto questo grande interesse per il mattone. Si fa riferimento a un’indagine (che non sono ancora riuscito a trovare nel quadro conoscitivo) sulla percezione del problema con la domanda “Come valuta la situazione di Chiusi rispetto alla casa?”. Bene sui prezzi delel case ci dà un giudizio positivo sui prezzi (suffciente, buona, ottima) che va oltre il 75%; per concludere “Nel complesso dunque non sembrano presenti grosse tensioni nel mercato nel mercatodelle abitazioni, anche se traspare una certa domanda implicita di alloggi a basso prezzo e di appartamenti in affitto”. Poi prevedono quello che prevedono, dimenticandosi il principio di non contraddizione”.

  5. pmicciche scrive:

    Mah, se parli con le persone – anche quelle storicamente di “Sinistra” – trovi molti nostalgici del mattone; che poi ne beneficino direttamente oppure indirettamente, poco importa. Il dato importante è che siano convinti che sia la cosa giusta.
    In ogni caso, un Piano Strutturale può tratteggiare uno scenario realistico, non realistico, giusto o sbagliato, di lungo, medio o corto raggio and so on…quindi le opzioni sono molte, non solo due: una “quadro e di lunga prospettiva” e l’altra “incrementalista” (se uso correttamente il termine, Professore).

  6. pscattoni scrive:

    @ Paolo Miccichè. Ma i Nostri pensano di avere un progetto come ipotizzi. Se leggi la relazione troverai che pensano alla nuova Chiusi del 2020. Deve essere stata una svista perché siamo a fine 2011 , se tutto va bene l’approvazione arriverà a metà 2012. 2087 nuovi abitanti in otto anni? Siamo veramente alle comiche. Occorrerebbe essere più umili e trasparenti per una prospettiva minimamente realistica. Non credo che in questo caso si prevede di più per accontentare più persone. I beneficiati delle scelte in termini di aumento di valore dei terreni sono pochi e non fanno massa elettorale.

  7. pmicciche scrive:

    “Ecco una bella lezione per chi pensa che il piano urbanistico debba essere il gran disegno della Chiusi futura. ”
    Nessuno voleva un “gran disegno” con piani quinquennali da realizzare a tappe forzate ma così come si fa per le sorti individuali o per le famiglie, si cerca di non si vivere alla giornata, si ipotizzano delle strade da seguire, si fanno delle scelte, si pianifica un futuro in base a risorse e attitudini. Nel nostro caso invece si vive in una perenne campagna elettorale e si distribuisce a tutti per accontentare la più larga base possibile anche quando si rischia di penalizzare il bene comune a favore dei piccoli appetiti privati. Si inventano 2.000 abitanti in più per giustificare anacronistiche colate di cemento. Prima che discutere sui metri cubi bisognerebbe chiedersi tutti – guardandosi bene nelle palle degli occhi – dove si vuole andare.

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