La Chiesa, le Banche e l’economia della “buffa”

di Marco Fè

La vivace ma corretta polemica sul ruolo delle banche apparsa su Chiusiblog nell’estate scorsa e soprattutto la crisi che gli istituti bancari, Monte dei Paschi in prima linea, stanno attraversando hanno riproposto la riflessione sul rapporto tra la Chiesa ed il potere economico. 

Nella nostra provincia molti e sostanziosi sono stati i contributi che la Fondazione Monte dei Paschi ha elargito alle diocesi e alle parrocchie, non solo per la restaurazione degli edifici, delle chiese ma anche per opere benemerite di assistenza, cultura e pastorale.

Ed è stato un bene perché la Chiesa, da sempre attenta a saper leggere i segni dei tempi, ha saputo cogliere le occasioni favorevoli per la sua crescita e la promozione umana della società in cui opera. Le banche, d’altro canto, soprattutto quelle di credito cooperativo, hanno trovato l’ opportunità per adempiere ad un loro compito statutario.

Questa collaborazione tra banche e Chiesa è stata quindi un bene, ma non è stato certo il meglio, perché, si voglia o non si voglia, anche inconsapevolmente, si crea una sorta di dipendenza tra l’istituzione ecclesiale e quella bancaria. Dipendenza di cui invece la Chiesa, per sua natura, deve essere assolutamente libera.

Potremmo dire che “in principio non era così”. Le prime comunità cristiane infatti si sostenevano da se stesse, condividendo i beni. “Tutti coloro che erano diventati credenti – si legge negli Atti degli Apostoli – tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno”.

In molte diocesi del così detto terzo mondo, la Chiesa si sostiene ed è economicamente florida grazie alla pratica antica e straordinariamente coinvolgente del pagamento della decima da parte di tutti i fedeli. Donare alla comunità ecclesiale la decima parte del guadagno di una famiglia contribuisce notevolmente alla promozione del senso di appartenenza, a vivere la Chiesa come una bella realtà di cui ciascuno è una parte diversa e preziosa.

E soprattutto l’indipendenza economica dai potentati economici, sia pubblici che privati, rende la Chiesa più libera di dire la verità, sempre, dovunque e a chicchessia, senza sconti a nessuno. La storia della Chiesa molto ci insegna riguardo anche alle elargizioni dei suoi membri.

Un segno del passato che parla ancora oggi è “la buffa”, ovvero quel cappuccio che si mettevano i soci di alcuni benemeriti sodalizi, come ad esempio le confraternite di Misericordia, di cui è ricca la  Toscana, che facevano restare segreto l’autore dell’opera buona.

Attuando così il monito evangelico “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”. E’ questo un tipo di economia alternativa che, visto il fallimento di quella corrente, proprio la Chiesa è chiamata a riscoprire. Anche perché è solo e soltanto la sua.

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20 risposte a La Chiesa, le Banche e l’economia della “buffa”

  1. Enzo le Chiese hanno una manutenzione giornaliera non indifferente. Se vai a pregare non devi pagare, perchè in realtà già lo fai (con le offerte, donazioni, etc…). Se vuoi visitarla come fosse un museo, paghi; non è ingiusto.

  2. enzo sorbera scrive:

    Oggi,a Toledo, ho cercato di visitare qualche cattedrale delle decine che ci sono in citta: erano tutte ad ingresso a pagamento (minimo 2,50 euro a testa). Certo, non una grande cifra,ma per quattro persone ogni volta, 10 chiese fanno 100 euro. Puntualmente, non sono entrato, neppure nella sinagoga di via de los reyes catolicos che,pure, e bellissima. Le esenzioni di cui gode la chiesa potrebbero giustificare un miglior atteggiamento nei confronti dei fedeli o miscredenti che cercano di visitarne i luoghi di culto. Fatto sta, che riescono ad allontanare anche i meglio disposti.

  3. carlo sacco scrive:

    I fedeli(in senso religioso) impiegati nelle banche sono di pari peso a quelli impiegati anche da altre parti, fedeli e non fedeli che siano. Su questo chi è esente dal sistema Italia scagli la prima pietra, e forse pochi verrebbero feriti credo…e quei pochi o molti (senz’altro molti)sarebbero coloro che se pur meritevoli sono rimasti a casa a girarsi le dita e a doversi arrangiare.
    Oggi è un altra cosa. E’ il sistema che sta crollando perchè non spalma più ricchezza a chi la produce (avveniva anche prima) ma solo alla rendita ed alle mafie politiche. Non è questa una cosa che ha deciso qualcuno alzandosi una bella mattina, E’ UNA PREROGATIVA STRUTTURALE DI QUESTO SISTEMA ECONOMICO, LO SI VOGLIA O NO! Detto questo, il problema è come se ne esce. Se si continua a mistificare ed a spargere fumo come fa l’establishment -ed anche il PD ne è dentro fino al collo, ma anche i suoi comprimari (benchè minori) non scherzano-, la situazione può solo peggiorare. L’unica ricetta è quella che la gente si debba far SENTIRE e che partecipi, nella democrazia e non spaccando vetrine, poichè se spacca vetrine porta solo beneficio di chi vuole ”conservare” e sono molti e SONO QUELLI CHE GODONO VEDENDO CHE SUCCEDE QUESTO. Sono quelli che sempre hanno detto che ”in medium stat virtus”. Questi nella loro genesi politica quotidiana e mentalità sono quelli che non hanno mai protestato, mai scioperato, …

  4. Nicola Nenci scrive:

    Dell’argomento specifico parlo nel mio primo commento, dove mi sembra di aver accennato ai fedeli e il loro impiego nelle banche, e quali a mio avviso siano le conseguenze di esso nell’economia locale.

  5. carlo sacco scrive:

    ”Chi non arriva a mangiare” è un fatto, non una teoria. Se non si è capaci di collegare ciò che stà dietro ad un fatto concreto come quello di non mangiare, con un insieme di fatti altrettanto concreti dove entrano rapporti di forza economici, politici, sociali(la politica e la sua concezione) si dice come arrivi a dire tu Giovanni, che coloro che non magiano non mangiano perchè non lo hanno trovato.
    Ma siccome dici che la mia è una teoria, chissà quella tua (tanto per dirne una) cosa può essere rispetto al fatto si creda ad un altra vita dopo la morte, (perchè le basi della certezza ferrea della Chiesa su tali fatti sono queste ed anche altre) certamente si chiama Fede. Oppure andando ancora di più sul concreto che la Chiesa non faccia politica(perchè c’è chi lo afferma ancora oggi nonostante tutto).
    Come vedi l’interpretazione è una cosa (volgarmente detto è come l’elastico delle mutante che dove lo tiri arriva…), la realtà del corpo vuoto è un altra. Non sarebbero discussioni sterili che non dovrebbero portare a nulla queste, poichè potrebbero influenzare il modo di sentire e di riflettere, e quindi anche di cambiare. Il tragico è che oggi come oggi non spostano una virgola sul modo di pensare. Lo dico anche per me. Ma i fatti sono fatti e tali debbono rimanere, e da lì occorre partire, non dalla fantasia.

  6. Carlo questi non sono fatti..questa è una tua teoria, che non c’entra assolutamente niente con il rapporto fra la Chiesa e le banche. Lo stesso vale per Nicola, con tutto rispetto per Marcellino 🙂 . Non vedo polemiche che potrebbero far parlare l’argomento trattato nell’articolo.

  7. carlo sacco scrive:

    ”La naturale” vocazione dell’uomo alla percezione spirituale non significa affatto che ci sia un’altra verità che rimane sconosciuta alla sua limitatezza. Ci può essere come no, a noi non è dato saperlo, per condizione e limitatezza nostra. E lì inizia la fede, ma questa è solo un fatto individuale. Ma è su tale limite, tutto umano, che s’innesta il ricatto morale di altri uomini, poichè nulla di quello che si dice è stato dimostrato ed allora l’ansia dell’uomo prende naturalmente la via della valvola di sfogo della religione. I peccatori quando si confessano credono di aver fatto un esame di purificazione e di manifestazione di volontà. Hanno in fin dei conti cambiato per un momento il loro status emotivo ed emozionale che consente loro di seguitare a vivere e pensare che non si muoia ma in qualche forma si continui a vivere è una molla che dà la forza di vivere.
    Può essere lecito tutto questo, se non venisse eretto a sistema di vita, organizzato, protetto, allargato ed esteso ad altri uomini. Tutti gli altri hanno gli stessi problemi poichè abituati sin dalla nascita a convivere con tali concetti, instradati a questo dalla educazione delle famiglie e dei preti. Sono come piante che nascono all’entrata di un tubo di ferro poichè nessuno fa vedere loro che vi possono essere altre scelte, quelle sì libere, basate sulla conoscenza che si acquista crescendo e non instradata da comportamenti forzati dopo la nascita, che si sviluppano seguendo la conduzione del tubo. Questo tubo è la Chiesa: cioè una istituzione e condizione di principi che sono basati sulla fantasia e su bisogni reali dove gli uomini trovano la panacea delle loro ansie, credendo.
    La realtà è un altra cosa. La realtà laica dà la libertà di credere e di non credere, la religione se non credi ti fa sentire (ai deboli) una pecorella smarrita, da redimere. Questi sono FATTI, che se non pensi ciò che producano nella persona allora è inutile parlarne. Senz’altro non ti ho convinto, ma credo di averti portato ragioni oggettive, tu -polemiche a parte- cose frutto del tuo credo. Non mi sembra che sia la stessa cosa anche se il mondo trabocca di templi di tutte le religioni. Ti saluto.

  8. Nicola Nenci scrive:

    Basta aprire un qualsiasi manuale di storia romana per capire quale sia stato il fenomeno delle persecuzioni. Io non nego nessun massacro in alcun modo, tantomeno subdolo. Un massacro l’ho appena citato, ovvero quello che racconta Marcellino. Mi occupo di storia antica e posso dire che i cristiani hanno subito le stesse pene che erano destinate ad un qualsiasi cittadino romano (di qualsiasi religione) colpevole di delitti verso lo stato. Vorrei ricordare che lo stato romano garantiva libertà di religione. L’anfiteatro flavio non è stato costruito di certo per i cristiani: vi organizzavano giochi ben diversi. Le battaglie navali, per esempio, o le rievocazioni della guerra contro Annibale. L’uomo è naturalmente religioso, ma la religione non implica necessariamente il concetto di anima che invece è cristiano. La religione pagana non concepiva l’anima, per esempio. Tuttavia l’anima nel corso del tempo ha fruttato alla Chiesa copiosi proventi. La vendita delle indulgenze è un buon esempio di come l’invenzione dell’anima abbia fatto raccattare soldi, e anche parecchi.

  9. No Sig. Nicola non è mai successo niente! Infatti al colosseo ci guardavano il Derby Roma-Lazio.. Anche Mahmud Ahmadinejad è riuscito a negare un massacro proprio come ha fatto lei adesso, in maniera subdola e contorta. La cosa peggiore è che tutt’ora ci sono persecuzioni contro cristiani che passano inosservate..
    L’anima non è un invenzione cristiana per raccattare soldi. L’uomo ha sempre avuto la percezione di una dimensione spirituale, infatti l’uomo è naturalmente religioso.
    Carlo non è riuscito a portarmi fatti concreti ancora una volta, perchè il fatto che la Chiesa si sia sviluppata in due milleni che lei ritiene cupi e pieni di violenza non mi sembra un fatto concreto sul quale costruire una polemica! peccato davvero! Quale è la polemica? W il Papa

  10. Nicola Nenci scrive:

    La ragione delle persecuzioni ha poco a che vedere con la fede. In realtà vere e proprie persecuzioni, oggi sappiamo che non sono mai realmente avvenute, almeno non così come raccontano i cronisti cristiani. Alcuni cristiani vennero condannati perché si rifiutavano di riconoscere nell’Imperatore un’autorità religiosa, e ciò significava commettere un crimine politico, non teologico. Per avere un’idea di come la Chiesa sia nata, sarebbe opportuno leggersi alcuni passi di Ammiano Marcellino, ma è uno storico pagano, e per questo non di parte e non credo che si abbia la mente così disposta a capire ciò che Marcellino racconta, ovvero fatti piuttosto cruenti: praticamente una guerra con centinaia di morti. Vogliamo discutere di cose reali? Io ne ho scritte, senza illazioni di tipo teologicheggiante, ma evidentemente fa comodo ignorarle.

  11. carlo sacco scrive:

    Giovanni, vuoi i fatti ? Eccoteli: La Chiesa è riuscita a sopravvivere ed a svilupparsi in due millenni che sono stati contrassegnati dal più cupo sottosviluppo e violenza sulla vita delle popolazioni (non tanto da lei stessa ma dalle condizioni umane dove operava) procurate proprio dall’animalesco istinto dell’uomo mancante di risorse, poichè le società erano dominate dai più forti.
    La Chiesa in tale contesto è stata un punto di riferimento per i deboli ma come tutti i poteri sia temporali che non temporali di conduzione, ha fatto capire a chi portava avanti dall’interno del potere (re, stati, potenti) che per dominare le scene politiche (quindi il vero potere) era necessaria una teoria, una struttura, e ricercare un consenso. Fare questo in quei tempi era alquanto facile poichè il bisogno e l’ignoranza ce n’erano a bizzeffe. Infatti questo ha fatto dandosi tali strutture, insieme anche ad altre cose, non tutte sempre a beneficio dei deboli. Prometteva allora come promette oggi un futuro in qualche modo dopo la morte. Come? Inventandosi l’anima (ma non solo questo) e relazionando col senso egoistico che l’uomo ha di sopravvivere, quindi un suo bisogno ancestrale.
    La vuoi un arma morale di ricatto più grande di questa? Ancora oggi è una idea dominante in tutte le società. Sul fatto che la Chiesa -come dici tu- sia illuminata dallo ”Spirito Santo”, se ti fa piacere pensare così non posso certo convincerti io, ma credo che ci abbiano pensato altri prima di me. I discorsi contorti li fanno coloro che indirizzano a pensare cose che sarebbe difficile se non impossibile provare. Ma come recita un detto: alle cose per farle vere basta crederci. E tu sapessi quanti sono coloro che tale detto conoscono e lo applicano e ne fanno un carattere distintivo della loro vita…Ti saluto.

  12. Nicola scrive: “La gestione del denaro, più che la fede, è ciò su cui ha posto le fondamenta la Chiesa, fin dall’inizio.” Infatti quei poveri pescatori che seguivano Gesù spagliavano di soldi..:) I fratelli patrizi davano i cristiani in pasto ai leoni 🙂 Grazie alla Fede dei primi cristiani poi la Storia ha riempito di benedizioni il cristianesimo anche temporalmente, e il fatto che dopo 2000 anni è più forte che mai ne è la dimostrazione palese. La Chiesa è stata sapientemente amministrata sia temporalmente che spiritualmente..la Chiesa è Nel Mondo. Ha una natura temporale, e una natura spirituale. E’ fatta di uomini che devono vivere, in un mondo di uomini, illuminata dallo Spirito Santo. Punto.
    Non capisco il problema che state ponendo? Cosa non va? Se riuscite ad esprimerlo in modo breve e coinciso, è preferibile, senza tanti fronzoli. Non vedo niente di scorretto. Scrivete fatti.

  13. carlo sacco scrive:

    Tanto per capirci Giovanni Ferretti: Io non sono di quelli che vorrebbero eliminare le Banche. Delle Banche c’è bisogno in uno stato moderno, ma è un uso diverso delle Banche che augurerei allo Stato e quindi come servizio alla comunità.
    Diversa è la cosa, molto diversa da chi occupa lo Stato per i fini di parte e quindi anche chi usa le Banche, come da sempre è successo, e chi di conseguenza le stesse privilegino. Da tale posizione(maggioranze politiche) diventa facile indirizzare una Banca che amministra i soldi di tutti per fini rivolti a privilegiare interessi di parte.
    Era solo questo che volevo farti notare.Ti sembra poco tutto questo oppure non veritiero? Irreale forse? Lo consideri normale prassi politico-sociale? Ti ricordo con molta modestia che in genere il modo di come ognuno di noi pensa è direttamente legato al modo in cui si procura da vivere. Ciò che alludeva Nenci nella sua risposta ritengo che sia molto veritiero: La Chiesa non è di natura divina come recitano i suoi ministri, la Chiesa è stata formata e continua ad essere formata da uomini, che decidono di affidare il compito alla Chiesa come istituzione di attrarre potenzialità, intenzioni, bisogni umani, quali anche il bisogno lecito a credere. Quest’ultimo personalmente parlando non fa parte dei miei bisogni, ma lo rispetto e credo che debba essere anche allargato, incoraggiato, ma dalla Chiesa e da chi crede, non da chi non crede e dallo Stato. Spesso le banche, tutte nessuna esclusa, vanno in senso opposto.
    Viviamo in terra di Siena, ti sei mai chiesto quale polmone d’ossigeno abbiano rappresentato le Banche che conosciamo per ceti politici ben definiti o credi davvero che per lavorarci si entri per concorso senza bisogno di altro?

  14. Nicola Nenci scrive:

    Il cristianesimo ha preso piede in periodo imperiale anche perché è diventata religione delle classi ricche, del patriziato, ed è cresciuto molto perché la chiesa è riuscita a “investire” sapientemente le ricchezze dei ricchi fratelli patrizi. Pretendere di svincolare il cristianesimo dal mondo economico è una prospettiva del tutto utopistica e antistorica. La gestione del denaro, più che la fede, è ciò su cui ha posto le fondamenta la Chiesa, fin dall’inizio.
    Se oggi si sente la necessità di svincolare il sistema finanziario da quello ecclesiastico (fenomeno mai esistito fin dal periodo dei primi cristiani) perché i fedeli stessi, per primi, non iniziano a licenziarsi dal lavoro in banca procurato loro dalle numerose lodi al Signore?
    Quasi un’intera generazione di ragazzi nati fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 a Chiusi oggi lavora in banca. Forse un nutrito gruppo sociale ha avuto innate capacità di tipo economico-contabile, oppure quel gruppo sociale ha avuto un retroterra favorevole per l’accesso a una certa professione. Come possiamo pretendere che vi sia sviluppo economico e culturale di una comunità se gran parte di un’intera generazione non produce economia perché, appunto, lavora in banca? Chi è che lavora e produce ricchezza che poi porta in banca contribuendo al sostentamento del sistema finanziario?

  15. carlo sacco scrive:

    XGiovanni Ferretti: Per la verità a me sembrava di essere stato chiaro e non confusionario. Forse confusionario è chi oggi ragiona con la mente dei preti (e ce ne sono molti che lo fanno normalmente senza accorgersene) che mischia a propria volontà (cioè a propria convenienza) il fatto della dimensione materiale con la dimensione spirituale.
    La dimensione materiale abbisogna di soldi, quella spirituale di rapporti umani, tutte due strettamente collegate nella prassi , ma di diverso valore, quasi opposto, se si prendono separatamente. Solo che la convenienza materiale nella quotidianità, fa sì che tutte e due appaiano come normalità, perchè il pensiero vi si assuefà fino a non distinguere più le differenze valoriali, e c’è chi lo sà molto bene di come funziona l’animo umano in questi casi.
    Poi, perchè mai non si potrebbe criticare come dici tu Giovanni ”il ruolo delle banche nei rapporti con lo Stato?”
    Come avrai ben capito non sono un credente, ma è la laicità come modus vivendi che in tal caso dà la dimensione e riconosce la libertà ad altri di credere o di non credere. E per questo c’è a dimostrarlo la storia dello stato moderno da almeno 2 o 3 secoli. E’ il contrario di quello che succede ed è sempre successo per la Chiesa che già da quando nasci ti timbra con i Sacramenti (dice lei), e ti dice che a seconda di come ti comporti in vita sarai condannato o rimeritato. Ma senza controllore non lo pagheresti ugualmente il biglietto?
    Penso di si. Sbaglio ?

  16. Scusa Carlo non riesco a seguire il tuo modo di scrivere, un po’ confusionario. Non credo si debba criticare i rapporti che uno Stato ha con le banche Carlo. Tutti gli Stati hanno rapporti con le Banche(naturalmente), e anche la Chiesa (che sarebbe lo Stato del Vaticano) ha bisogno di essere amministrata come un azienda dato che ha una dimensione terrena, oltre che spirituale. La ricchezza è un pericolo, non è un peccato. W il Papa

  17. carlo sacco scrive:

    E’ vero Luciano e Marco, ma anche in detta storia della Chiesa, appare un eterno dualismo di dedicarsi all’evangelizzazione delle anime (dicono loro) e a spartire un potere temporale che assicuri un flusso costante di denaro, poichè senza quello verrebbero meno tutte le iniziative che assume sia nella prassi pastorale che nella ricerca di consenso (in pratica funziona come un partito).
    E’ vero ciò che dicevi tu che il degrado della politica ha portato automaticamente alla ribalta col crollo degli ideali la sola permanenza dello status di attrazione religioso, ma più che per meriti della stessa Chiesa mi pare che ciò dipenda dai demeriti degli altri, anche perchè nella sua lotta spasmodica di stare al passo con i tempi spesso rivela l’inadeguatezza teorica sui problemi legati alla vita degli uomini.
    Se può i problemi non li evoca per risolverli ma per frenare, avendo il sacro terrore della crescita del materialismo nel mondo, non capendo che frenare i processi è cosa ben diversa dal guidarli, assumendo così un aspetto goffo e retrogado, mentre ci sarebbe bisogno dell’esatto contrario.
    Una politica alla Ernesto Cardenal, alla Don Milani che viene spesso evocato incensandolo a parole, ma negli atti ci si predispone sempre a fare il contrario (stare vicino al fuoco per sentire più caldo-Banche, potentati, relazioni politiche di vertice che rendano economicamente) o, alla meno peggio, a galleggiare.

  18. lucianofiorani scrive:

    Penso che quanto scritto da Marco Fè sia da leggere con attenzione perchè immagino che le riflessioni che ci presenta non siano esclusivamente personali ma indicative di un’area che anche all’interno della chiesa sta provando a fare i conti sul serio con i disastri che la finanza dopata ha prodotto e rischia di continuare a produrre.
    E’ un fatto che parole forti, su certi temi, oggi si possano più facilmente ascoltare da ambienti cattolici che non da chi si rallegrava di avere finalmente una banca.
    Che poi la storia millenaria della chiesa ci dica che sempre sono stati letti con attenzione “i segni tempi” è un altro paio di maniche.

  19. carlo sacco scrive:

    Un’altra cosa mi preme aggiungere e che mi sembra giusta per il futuro, sia per la Chiesa che per la Società Civile. Quando tu Marco parli di Donazione della Decima da parte dei fedeli, questa mi sembrerebbe davvero una cosa da perseguire in quanto rende autonoma la Chiesa per le proprie scelte poichè i fedeli (che possono essere più o meno d’accordo e che chiaramente versano all’istituzione che ritengono di mantenere, i fondi necessari alla bisogna di quest’ultima che gode della loro fiducia). Così mi sembra sia la cosa giusta, diversamente da quella in cui una istituzione bancaria (anche se storicamente creata dalla Chiesa e dai partiti politici ad essa legati) riversi alla Chiesa stessa le donazioni.
    In quelle donazioni vi sono anche i soldi dei non credenti e dei laici che vorrebbero vedere soddisfatte le loro istanze…e se si facesse la somma vera di quanto va alle parrocchie e di quanto è destinato alle istituzioni pubbliche, non credo che la bilancia penda dalla parte pubblica. Ci sono i bilanci a certificarlo ed oltre i bilanci i canali privilegiati di relazione in cui si amministra sempre in favore di un convogliamento di risorse che alla fine prendono la strada dell’oltre Tevere.
    Nell’italia dove si assiste alla crescita del bisogno generale della popolazione dovrebbe valere il principio laico, civile e democratico che chi crede sostenga la propria Chiesa. Vi sono meccanismi di devoluzione dell ‘8 per mille sull’Irpef fatti appositamente perchè i beneficiari siano sempre gli stessi. E la legge dei grandi numeri sta li a dimostrarlo.

  20. carlo sacco scrive:

    Caro Marco, come in tutte le cose ci sarebbe da dire molto, e molto è stato già detto anche su questo argomento, anche sul blog.Ma il dualismo di stare lontani dal fuoco(Banche e Potentati ) a parole e poi scaldarsi con lo stesso fuoco non l’ho applicato io che non sono un credente, e spesso i fedeli stessi vorrebbero vedere una chiesa diversa, molto diversa, cosa che non sempre riesce:ma non torniamo sulla solita diatriba che la stessa è formata da uomini e come tali possono deviare(non se ne può più di tali diatribe), ma oggi soprattutto il messaggio che ne esce dall’opera della chiesa nel mondo è quello del proseguimento dell’evangelizzazione che non è solo quello che tu annoveri come opere di assistenza e carità vere e fatte da persone coscienti.Spesso, per non dire quasi sempre è proprio il perseguimento e la a ricerca dell’evangelizzazione che crea scontri sanguinosi nelle comunità poichè scardina il modo di essere e di pensare e la vita di milioni di persone.Non ci sono solo i pozzi ed il mangiare che danno ai poveri la Caritas o mani Tese.La Chiesa è fatta da uomini ma per essere credibile,- ed oggi le riesce sempre di meno- dovrebbe considerare che non è più tempo di rimproverare e cancellare i vari Ernesto Cardenal del mondo poichè diversamente ci si schiera a parole per il soccorso alla povertà, poi quando si va a pesare ci si siede nel piatto della bilancia dei ricchi e degli oppressori.Così si mantiene l’equilibrio tanto caro a chi comanda il mondo e non si lavora per cambiarlo.

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