“Abbiamo dovuto scomodare il Prefetto per vedere riconosciute le nostre ragioni”

di Giorgio Cioncoloni

Subito dopo le elezioni amministrative, leggendo sia il Regolamento del Consiglio comunale che lo Statuto del comune, ci eravamo accorti che esisteva un contrasto tra i due strumenti relativamente ai giorni a disposizione dei consiglieri per la consultazione preliminare degli atti.

Lo Statuto ne prevedeva cinque mentre il Regolamento solo tre. Essendo chiaramente prevalente lo Statuto ed essendo migliorativo per quanto riguardava la possibilità di preparazione dei consiglieri, avevamo chiesto, con un ordine del giorno, l’adeguamento del Regolamento.

Nella seduta del consiglio in cui fu esaminata la richiesta, la maggioranza ci chiese di ritirare la proposta per poterne preparare una, condivisa, in sede di conferenza dei capigruppo in modo che la struttura avesse anche il tempo di organizzarsi per mettere a disposizione gli atti in tempi più lunghi.

Noi rifiutammo il ritiro dicendo che la condivisione poteva benissimo essere trovata in Consiglio comunale e che, se ci fosse stato veramente bisogno, avremmo potuto, tramite accordo tra i capigruppo ritardarne l’attuazione.

La nostra proposta non fu approvata. Votarono contro sia la maggioranza che la  Lista Fiorini.

Ritenendo di aver subito una negazione dei nostri diritti presentammo un esposto al Prefetto e al Difensore Civico Regionale i quali, valutando le nostre ragioni, hanno sollecitato l’Amministrazione a provvedere al più presto all’adeguamento che quindi, dopo un incontro tra i capigruppo, è stato portato in approvazione nel Consiglio comunale del 27 settembre nel quale abbiamo presentato il seguente intervento:

“Rispetto alla modifica del regolamento dobbiamo esprimere il nostro rammarico per il fatto che la maggioranza non ha saputo cogliere, a suo tempo, lo spirito di una proposta che aveva l’unico scopo di voler mettere in condizione tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, di poter dare il loro contributo costruttivo per i lavori del consiglio comunale. Avere qualche giorno in più per esaminare i fascicoli infatti non ha nessuno scopo politico recondito ma solo quello di poter svolgere al meglio l’impegno assunto con i propri elettori.

Per poter vedere riconosciuti i nostri diritti, oltretutto non nuovi ma sanciti dallo Statuto Comunale, siamo stati costretti a rivolgerci al Prefetto e al Difensore Civico quando dovrebbe essere il sindaco a garantirli, sia alla maggioranza che all’opposizione. Ancora non si è capito che i consiglieri comunali non rappresentano se stessi, belli o brutti, simpatici o antipatici che siano, ma i cittadini che li hanno eletti e quindi negare i loro diritti significa negare i diritti ai cittadini. Non ci sembra un comportamento coerente con i propositi di rivalutazione del ruolo del consiglio comunale da tutti espressi in campagna elettorale.

La motivazione con cui fu respinta la nostra proposta, quella cioè della ricerca di una condivisione sull’argomento, ci sembra solo una banale scusa per nascondere il vero motivo e cioè che la proposta doveva essere respinta perché presentata dall’opposizione. Noi infatti, con la nostra proposta, non cercavamo altro che una condivisione senza la quale non potevamo certo pretendere che fosse approvata, non avendo i numeri a disposizione. Ed infatti che cosa è cambiato da allora ad oggi? La condivisione che è stata trovata oggi nella conferenza dei capigruppo poteva benissimo essere trovata allora direttamente in consiglio comunale, bastava volerlo.

L’unica cosa diversa è stato l’intervento a nostro favore del Prefetto e del Difensore Civico che non vorremmo più disturbare perché dovrebbe essere anche un vantaggio per la maggioranza avere un’opposizione informata e aggiornata su ciò che accade all’interno dell’amministrazione e quindi in grado di dare dei contributi costruttivi nell’interesse della nostra collettività ed in linea con i principi di trasparenza e di partecipazione a cui dice di ispirarsi la maggioranza stessa.

Ci auguriamo che questo nostro intervento possa far riflettere positivamente la maggioranza in modo da riuscire, finalmente, a creare un clima di vera democrazia, di vera trasparenza e di vera partecipazione chiaramente nella salvaguardia delle proprie linee politiche distintive tra maggioranza e opposizione”.

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA. Contrassegna il permalink.

3 risposte a “Abbiamo dovuto scomodare il Prefetto per vedere riconosciute le nostre ragioni”

  1. carlo sacco scrive:

    Ma un manifesto non vi sembrerebbe giusto ? Viviamo in tempo di comunicazione, e dal momento che vengono portate le clap a sancire le presentazioni delle decisioni, io non starei a guardare tanto per il sottile. O no ?
    E’ ben poca cosa -lo sò- ma alla prossima tornata forse la clap sarà un po’ di meno.Intendiamoci, a me non dà fastidio la condivisione o l’essere contrari: è la dialettica nella quale si scontrano gli interessi ed è fisiologico questo per qualsiasi società,ma se è condivisione consapevole, contraria od a favore che sia ,ma profondamente argomentata. Dà fastidio il sentire i mormorii su argomenti indifendibili, come quelli per le mancate risposte accennate per esempio su bioecologia,la genericità superficiale del modo di trattare gli argomenti del tipo ”voi siete contrari a tutto”.Spesso i messaggi in politica non si fanno solo al destinatario diretto che deve recepirli,ma anche a coloro che sono all’intorno.E all’intorno c’è di tutto : spesso si parla a Tizio perchè Caio intenda.In definitiva vorrei più disponibilità all’ascolto da parte di chi governa e minore apparenza e più sostanza. Ed i conti con tale sostanza -se c’i fosse -, li deve fare una opposizione degna di tale nome.

  2. Nel leggere il post chissà perchè mi é venuta in mente quella frase pronunciata, mi sembra dal marchese Del Grillo “Io so io e voi non siete un c….”. I nostri amministratori di maggioranza passata la paura di perdere il comune, perchè paura l’hanno avuta, ora si arroccano dietro al fatto che loro e loro soli, hanno vinto. Un’analisi del voto, se l’hanno fatta é già stata rimossa, e allora avanti fino alla prossima, tanto ci sono cinque anni. Se qualcun altro non viene prima nominato in qualche organismo che dà più visibilità. Bravi consiglieri della “primavera”, avete dimostrato che la ragione vince sull’arroganza del potere.

  3. luca scaramelli scrive:

    Una bella vittoria della Primavera contro l’arroganza!

I commenti sono chiusi.