La bozza di Piano va resa pubblica prima delle assemblee del 26 settembre

di Paolo Scattoni


Sono davvero pochi gli elementi per interpretare l’attuale passaggio nella formazione del Piano strutturale.

C’è il programma elettorale di chi ha vinto le elezioni, risposte esitanti o negative a interrogazioni e interpellanze, l’annuncio il 12 agosto dell’arrivo di un plico del progettista con la “nuova” bozza delle linee di piano (ma la vecchia dov’è?) e infine l’annuncio che il 26 settembre dopo averla spiegata alle “associazioni” verrà presentata a noi ignari cittadini.

Per la presentazione al Consiglio comunale si vedrà. Con questi pochissimi elementi vediamo allora di costruire due scenari estremi. Poi ognuno interpreti come vuole il suo scenario intermedio.

Il primo scenario è quello che potremo definire della “massima neutralità tecnica”. Dopo l’insediamento il sindaco invia al progettista Andrea Filpa le linee programmatiche della sua maggioranza  relative al piano strutturale. Nel giro di un mese e mezzo il progettista fa pervenire un plico con la nuova bozza. A questo punto il sindaco programma un intenso periodo di studio e, calcolati i tempi, decide che spiegherà direttamente ai cittadini il 26 settembre pomeriggio i contenuti del documento.

Ecco cosa ci dice invece il secondo scenario. Con l’assenso del progettista il sindaco sonda in maniera informale regione e magari anche provincia (senza  la loro valutazione positiva il Piano non può essere definitivamente approvato) sui contenuti della vecchia bozza. Regione e provincia manifestano forti perplessità sulle quantità del Piano e indicano i punti di maggior contrasto con i contenuti e lo spirito della legge regionale sul governo del territorio.  I contenuti di questa analisi (informale) vengono poi comunicati al progettista che modifica la “vecchia” bozza.

Sosteneva Giovanni Astengo, uno dei maestri dell’urbanistica italiana della seconda metà del secolo scorso, che “L’assedio al piano inizia, inevitabilmente fin dalle prime mosse del piano stesso (…)”. Bene, il secondo scenario prevede che il mese e mezzo fra l’arrivo del plico, l’8 agosto, e l’iniziativa pubblica del 26 settembre, serve per capire cosa pensano gli “assedianti” delle variazioni introdotte nella “vecchia bozza”.

Potete formarvi la vostra convinzione posizionando il vostro fra questi due scenari.

Io però intendo qui portare una convinzione. L’opposizione ha ragionevolmente chiesto, sin dal secondo Consiglio comunale, di sentire il progettista Andrea Filpa. La richiesta è stata respinta perché, si disse, con questa mossa l’opposizione voleva facile visibilità. Ora il sindaco dice che prima i contenuti della bozza vengono da lui presentati alla popolazione e poi al Consiglio.

Secondo me questo significa che si vuole ritardare il più possibile la conoscenza del testo della cosiddetta bozza. Per quanto? Difficile dire.

Ma se il sindaco vuole allontanare da noi questo turpe sospetto da malpensanti di professione pubblichi SUBITO  la “bozza” così la possiamo studiare anche noi. Se poi l’opposizione che si sente ingiustamente definita “collaborazionista” perché non chiede (possibilmente con un po’ di decisione) questa documentazione?

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14 risposte a La bozza di Piano va resa pubblica prima delle assemblee del 26 settembre

  1. lucianofiorani scrive:

    Tranquillo Paolo (Scattoni) ci penseranno il Pd e Sel a diffondere tempestivamente il documento spedito dal progettista.
    E’ loro che lo hanno in mano e sono loro i campioni della trasparenza e della partecipazione.
    Vuoi scommettere che prima del 26 questi due partiti chiameranno i cittadini a discutere del Piano strutturale convocando assemblee in ogni angolo del comune?

  2. pscattoni scrive:

    Caro Paolo (Miccichè) mi piacerebbe ripubblicare gli articoli apparsi sull’Agorà nei primi mesi del 1983 dove soltanto la testartaggine di alcuni riportò alla luce e al dibattito una porcheria urbanistica di prima grandezza. Lì si mescolarono elementi politici, tecnici e amministrativi. La cosa andò in un certo modo: una sostanziale sconfitta, unico risultato la diminuzione della volumetria del misfatto di circa il 25% e un miglioramento della qualità architettonica. Oggi però quelli che dicevano allora che l’azione del sottoscritto in quella vicenda era contro lo sviluppo o ha semplicemente taciuto pur potendo parlare e scrivere, oggi non può che tacere. Secondo me la maggiore conoscenza ottenibile su quello che sta avvenendo è una precondizione perché la buona politica posdsa esplicare tutte le sue potenzialità. Proprio per questo io credo che si debba fare della tempestiva diffusione del testo della nuova bozza una battaglia politica. Chi pensa diversamente magari lo motivi. Coloro che invece sono d’accordo, si muovano per pretendere dalla politica questa banale e ragionevolissima richiesta.

  3. pmicciche scrive:

    Si potrebbe dire che l’approccio di Paolo Scattoni è quello dello studioso che presenta la problematiche mentre quello che auspica giustamente Romano Romanini è che la politica faccia quello che deve fare; la politica e, aggiungerei, anche la Società Civile nelle sue varie espressioni. E’ la politica che è latitante in questo momento oppure si muove con passo felpato, ritmo blando e incerta destinazione; tutte modalità inadatte al periodo storico che stiamo attraversando.

  4. pscattoni scrive:

    Hai voglia se interessa. Ptendi l’area di Santa Caterina (o anche soltantola potenzialità edificatoria), calcola quanto aumenterà di prezzo l’area interessata, poi dici quante centinaia di migliaia di euro se non milioni quel trasferimento di di diritti edificatori “graziosamente donati” dalla collettività che ne è titolare a un privato. Semplice, comprensibile e molto efficace.

  5. romano romanini scrive:

    Non è troppo complicato: è che così non interessa a nessuno. Ormai, dopo quarant’anni è evidente che o si riesce a riconiugare in termini nuovi tutta la problematica facendola uscire dallo spazio disciplinare e/o ambientalista (ormai angusto) oppure si continuerà a fare i profeti subendo poi le conseguenze in termini di crisi economica (che si aggiunge a quella globale) e sociale. Ovviamente sono personalmente contrario a S.Caterina e Porto di Mezzo ma questo non sposta nemmeno di un millimetro la loro probabilissima realizzazione anche perchè se, come dici tu, “ci sono interessi non proprio cristallini” o si riesce a creare consapevolezza nella collettività che gli interessi di questa comunità sono per investimenti in altre direzioni e in altri settori oppure si continuerà a fare i profeti-testimoni.

  6. marco lorenzoni scrive:

    Per Paolo Miccichè: le parole trasparenza e partecipazione, per il sndaco e questa maggioranza significano qualche comunicato di regime, qualche intervista in pantofole e un paio di assemblee nella stessa giornata, tanto per dire che le hanno fatte. Punto. Così era prima e così è adesso. Da questo punto di vista non è cambiato niente. O sbaglio?

  7. pscattoni scrive:

    Avevo inziato a scrivere la replica e sono andato molto al di là delle prescritte dieci righe. Proprio io il censore della lunghezza dei commenti? 😉 La trasformerò in un breve post.

  8. pmicciche scrive:

    Paolo, chiedendo se avresti dato una scampanellata al PD, intendevo dire se pensavi che qualcuno avrebbe – dopo i questionari di ascolto dell’anno scorso (con cui tanti fuochi nei camini sono stati accesi nel lungo inverno) – sentito l’esigenza, in quel grande partito popolare, di promuovere una approfondita analisi corale del Piano che è pur sempre il documento che tratteggia il futuro di Chiusi.
    Speriamo non sia rimasto solo tu a sventolare la bandiera del vero Partito Democratico……..

  9. pscattoni scrive:

    Non è un problema di indignazione, ma di mettere tutti in grado di giudicare. Poi se uno si indigna o si innamora della politica urbanistica del sindaco è una sua scelta. Allora io credo che quel documento venga reso noto per l’utilità di tutti. Se invece questa richiesta appare non logica e utile lo si dica, che problema c’è.
    Sull’ediliia purtroppo la logica di mercato che Romano (Romanini) invoca, non funziona. purtroppo ci sono capitali che non guardano alla redditività se non marginalmente. Sono quei capitali che magari rientrano scudati, quelli di origine non proprio cristallina e così via.
    Purtroppo i residui di un piano regolatore sciagurato, peggiorato da varianti altrettanto sciagurate permette ancora un milione di metri cubi. Si tratta quindi di sapere se quel milione non possa essere ulteriormente ridimensionato. Io credo che le scelte per Santa Caterina e Porto di Mezzo, per dirne due, sono scelte da respingere. Non credo scriva troppo compolicato.

  10. romano romanini scrive:

    appunto perchè ancora pensi che quando sarà “svelato” tutti si indignigno. Io dico che non succederà nulla a meno che non ci sia la capacità di trasferire su altri terreni e con altri argomenti le questioni che contano. Ripeto e lo chiedo a tutti (Sindaco compreso): in questi tempi di carestia (e peggiori ci aspettano) ma siamo proprio sicuri che un euro investito nell’edilizia sia il migliore degli investimenti possibili? Ovviamente tenuto anche conto del fatto che nessuno stà dicendo di non costruire nulla. LA formula Mc. 0 infatti non vuol dire non costruire nulla ma solo non costruire nulla oltre quello già previsto diverse centinaia di migliaia di mc (non mi dilungo nello specificare per la regola delle 10 riche). Quindi ripeto: tenuto conto che comunque investimenti nel settore edilizio (opportuni oltreche necessari) sono previsti, la carenza di risorse da tutti lamentata impone l’allocazione delle scarse risorse in modo ottimale e per farlo dobbiamo aprire un dibattito con tutti i soggetti della comunità singoli e organizzati, forze economiche e imprenditoriali e sociali. Se il Sindaco pensa che siccome è stato eletto allora può agire come vuole ne ha facoltà ma questo non ci impedirà di prendere le nostre iniziative.

  11. pscattoni scrive:

    Caro Romano (Romanini), io ho sempre ricercato la massima semplicità nel tentare di spiegare quello che avveniva nell’urbanistica chiusina. Se c’è qualcuno che pensa di farlo meglio si accomodi, sarò felicissimo di dare una mano se sarà utile. Ci ho provato per tutti questi anni metre molti sono stati silenziosi (sempre o per lunghi periodi). A me sembra che il passo più importante è quello di “svelare” quello che ci è stato cucinato e quindi è una priorità che il famoso documento venga conosciuto. E’ un disciorso da esperti o abbastanza semplice da essere compreso?

  12. romano romanini scrive:

    Appunto 40 anni e per ottenere cosa?
    E’ l’ora di finirla con le battaglie da esperti.
    O abbiamo la capacità di tradurre in termini semplici e comprensibili a tutti che oggi l’edilizia non costituisce più il volano dello sviluppo e che con la carenza di risorse quelle poche che ci sono vanno allocate secondo criterti nuovi, oggettivi e riscontrabili o altrimenti continueremo a parlarci addosso. In termini di ricchezza prodotta quanto rende un euro speso nell’ediliza? e quanto di quell’euro è è a carico del pubblico? Se come dice il Presidente della BCC i soldi sono pochi (ed è vero) allora quei pochi vanno spesi con estrema oculatezza indirizzandoli dove effettivamente possono massimizzare il ritorno.

  13. pscattoni scrive:

    Ma sono quasi quarant’anni che scamapanello! E’ da quando sono iscritto al PD (sin dalla sua fondazione) che chiedo inascoltato confronti sul Piano Strutturale. E’ stato anche per questo che non mi sono impegnato in campagna elettorale. L’ultima scampanellata credo di averla chiaramente data in questo post: “LA COSIDDETTA NUOVA BOZZA DEVE ESSERE RESA NOTA SUBITO NEL SUO TESTO INTEGRALE”. Basta così?
    D’altra parte io sono un semplice cittadino chi siede in Consiglio ha molto più potere di me. Vedano i consiglieri di maggioranza o di opposizione se condividono questa mia posizione che mi pare sia anche quella del Maestro Miccichè 😉

  14. pmicciche scrive:

    Io continuo ad interrogarmi su cosa significhino qui a Chiusi le espressioni Trasparenza e Partecipazione. Un passo importante come il Piano Strutturale deve essere l’occasione di un’analisi collettiva sul futuro di Chiusi. In ultima istanza il Sindaco e la sua Maggioranza faranno comunque le loro scelte ma il dibattito e la dialettica vanno garantiti, soprattutto in un caso come questo. A chi giova tenere le cose nella penombra? Si potrà autoconvocare un’assemblea pubblica su questo tema? Oppure alle opposizioni, ai giovani, alle categorie, ai cittadini tutto questo interessa relativamente? Qualcuno dia qualche segno di vita e di interesse!
    Prof. Scattoni – visto che è di casa – ci pensa Lei a dare una scampanellata anche a SEL e al PD?

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