A Londra va in scena il nostro futuro?

di Roberto Donatelli

Ho appena visto la televisione inglese che trasmetteva le immagini delle serie turbolenze che stanno succedendo in tutta Londra e che cominciano a spargersi nel resto dell’Inghilterra. Ho usato il termine “turbolenza” perchè credo quello che sta succedendo sia un sintomo della situazione in cui si trova la nostra società e anche il nostro paese (Chiusi).

I giovani, praticamente, non hanno nè un presente nè un futuro. Quelli meno giovani hanno (bene o male) un presente, ma non sanno, assolutamente, quello che il futuro gli riserverà; certamente niente di buono. Aziende che chiudono, lasciando così intere famiglie senza supporto finanziario e senza una prospettiva di trovare un altro lavoro, e via dicendo.

Non sto facendo il pessimista o il “Cassandra”, sto solamente facendo una descrizione della situazione in cui ci ritroviamo. Descrizione che è avallata dai commenti di varie persone che sono direttamente coinvolte nell’ambiente in cui i seri disordini sono scoppiati; capi di comunità, ufficiali di polizia, ministri e via dicendo.
Questi disordini, per ora, riguardano  l’Inghilterra,  quando si manifesteranno anche da noi? Bisogna fare qualcosa di concreto, al più presto, per far si che il presente ed il futuro ritornino ad avere un senso positivo.

Potremo cominciare con l’analisi delle seguenti domande:
Come è possible che il progresso porti con se un forte punto interrogativo sulla sua capacità di rendere il futuro meno incerto?
-Come mai le buone intenzioni di moltissime persone, e l’intelligenza sparsa nel mondo non sembrano riuscire ad eliminare il punto interrogativo di cui sopra?

Questa voce è stata pubblicata in CRONACA, ECONOMIA, POLITICA, SOCIALE. Contrassegna il permalink.

15 risposte a A Londra va in scena il nostro futuro?

  1. carlo sacco scrive:

    Donatelli, sono d’accordo con lei, ma il capitalismo è questo e funziona così. Quando comandano le classi più beneficiate si costituiscono tutti quei provvedimenti per salvaguardare ed espandere la loro accumulazione.Provocano la crisi ( oggi proveniente anche dall’acquiescenza della sinistra che sinistra non è ma centro-sinistra -il chè è diverso-) e poi quando la sinistra ritorna al governo trova tutto lo sfascio prodotto ed i meccanismi del sistema premono sulle classi più disagiate perchè più numerose per raddrizzare la questione. Questo è il dilemma e l’Italia s’impoverisce, ma come s’impoverisce l’Italia lo stesso -a velocità diversa-fanno gli altri stati dell’Europa.Il formulare di uscire da questa spirale perversa e che porta tutti allo sfascio è tabù, non se ne parla, facilitando così il programma intrinseco al sistema che è di destra, come lo è culturalmente il paese Italia. L’incendio sociale è vicino nel tempo ma personalmente non mi illudo, il sistema riuscirà ancora una volta a mettere i poveri contro i poveri e scaturirà la società autoritaria acclamata principalmente dagli stessi poveri, come successe nel 1921.Non abbiamo inparato nulla purtroppo Donatelli. Le sembrerà brutale la considerazione e fuorviante ma il ceto medio non esiste.Sono 500 persone che sostanzialmente reggono il mondo e che indirizzano l’economia mondiale.La funzione del ceto medio serve solo a non far scoccare la scintilla che incendierebbe tutto perchè in parte riceve la ricchezza prodotta-ma non decide nulla- ed anela a salire nella scala sociale come centinaia di milioni fanno, oltre che in fondo a rimanerne disillusi.Il rimanente qualche miliardo lotta ogni giorno per sopravvivere.La realtà è questa.E si assiste anche a Bersani che pateticamente sono tre anni che ripete che bisogna ”cambiare musica”….Aveva ragione l’intelligente Andreotti(non per niente aveva studiato dai Gesuiti, cosa che avrei augurato a D’Alema visto i risultati) quando diceva ”che il potere logora chi non ce l’ha”.Faceva la fotografia di ciò che è sempre successo.Purtroppo.

  2. Messo semplicemente e brutalmente…..se è vero che il cambiamento negativo”meno” porta all’estinzione..quelli che hanno “meno” ( i più “bassi” sulla “scala” sociale) sono già su quella strada, quindi tagliare ancora di più il loro “supporto” non è poi cosi drammatico. La sinistra nel cercare di “raddrizzare” questo terribile andazzo cercherà di tagliare a coloro che hanno di più……con conseguente ammutinamento sia dei ricchi che dei poveri che non riusciranno ad avere sempre di più…..un pochino, e punto a capo.
    Non sarà una analisi universitaria, ma credo che rifletti la nostra società……SEMPRE PIU’ = SOPRAVVIVENZA E BENESSERE…..MENO = STRADA CHE PORTA ALL’ESTINZIONE. Anche questo non è un discorso da esperti, ma credo sia UNA dell’essenze del concetto di evoluzione.

  3. ….credo che il problema sia più profondo……l’Inghilterra ha sempre avuto un efficace sistema di welfare che non riguarda soltanto la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita….a causa delle condizioni economiche (di tutto il mondo) alcune di queste iniziative sono state tagliate…..senza presente e senza futuro i giovani, specialmente in Inghilterra, al minimo cenno si scatenano. I tagli non sono dovuti ai Conservatori o ai Laburisti, ma sono una diretta inevitabile conseguenza della nostra interpretazione della Vita….cambiamento poisitvo ( + ) = sicura “fioritura”.. se negativo ( – ) = sicura estinzione… la domanda è: i significati di “più” e “meno” come hanno fatto a diventare, oltre che essere indicatori di quantità e comparazione, sinonimi di sopravvivenza e prosperita, ed stinzione?……l’organismo il cui collo si allunga sempre di “più” sopravviverà e prosperirà a spese del suo simile il cui collo “non si è allungato” o si è allungato “meno”…..non so lei, ma io ci vedo un diretto “link”….pensiamo per questo siamo, ma prima c’è l’essere, l’esistere. Noi siamo l’unica specie che, oltre che dagli istinti, è spinta dal “pensiero”. Cioè noi siamo un miscuglio di Natura e ciò che crediamo sia la Natura. Se le due cose sono più o meno in armonia le cose saranno più o meno o.k. Se in conflitto, beh….
    Fiori che si propagano via impollinazione, compito svolto da insetti ed ucceli speicalisti….che i fiori e gli specialisti DEBBANO essere contemporanei mi sembra una coerente ipotesi, sennò, PRIMA, come funzionava e, se funzionava perchè e come creare la simbiosi?
    Il concetto di Evoluzione dice che la simbiosi si è FORMATA con il passare del tempo. (?)…..mi sembra un opposto…..altre discussioni sul tema devono, io credo, partire dal fatto se la simbiosi deve essere istantanea o se può essere creata dal passare del tempo. Il come è un capitolo a parte.

  4. Paolo Giglioni scrive:

    Caro Donatelli, io sono sempre stato affascinato da Londra, prima dai racconti di mio padre che c’era stato negli anni “60, poi dalla lettura della sua storia,poi dalla musica ed infine da un bellissimo viaggio fatto con mia moglie nel 2009 !
    Era e rimane un mito per me ! La culla della mia idea di libertà, di quello che desidererei per me, l’idea di non dover scambiare un diritto per un piacere e soprattutto l’alto senso civico che ho vissuto in quei giorni ! Certo lei mi può insegnare per quanto ci ha vissuto ! Adesso con queste rivolte, con questo malessere o meglio disagio sociale, ti rendi conto che le politiche liberiste dei Tories, di Cameron diretto discendente della Thacter, del loro sogno della Big Society, ci riportano indietro, del fatto che al di là delle rivolte violente, sempre da condannare, questi non sono più immigrati, ma inglesi che chiedono gli stessi diritti dei loro coetanei, mi ricordano le Banlieu francesi, il disagio di non sentirsi ancora integrati o meglio essere esclusi. Non si tratta solo di avere le scarpe firmate come qualcuno vorrebbe farci credere, ma di sentirsi inglesi a tutti gli effetti e non immigrati di 3° generazione !!!!!

  5. carlo sacco scrive:

    Caro Claudio(Provvedi),quando parlo di ”ricchezza” mi riferisco non solo alla quantità materiale dei beni prodotti misurata in valore(Pil per esempio)ma anche al fatto di ”comprendere” che tale Pil misurato in valore venga equamente ripartito fra chi l’ha prodotto con la conseguenza naturale,di accrescere il benessere, l’intelligenza e la comprensione fra le persone e quindi anche e soprattutto la solidarietà umana che dovrebbe essere un segno distintivo della vita umanizzata sulla terra(forse segno divino questo sì), e che quindi E’ ESSA STESSA RICCHEZZA .Non tutto è misurabile dai soldi e dal PIL per fortuna nel cervello di qualche persona ma abbiamo visto che se ci affidiamo ai rari esempi di carità e/o di comprensione i problemi si risolvono solo parzialmente per le persone coinvolte ma non per il genere umano nella sua interezza, quindi occorrerebbe cambiare musica e suonatori. Il nemico è quel ”capitalismo”che ha come perno centrale l’egoismo umano(per certi innato)per altri ”un residuo dell’uomo-animale senza ”ragione”che riterrei debba essere superato.L’investimento in ”umanità” a cui tu credo faccia riferimento è anche un investimento economico ma non solo; esso è testimonianza prima di ogni altra cosa della DIGNITA’ UMANA .Il Capitalismo tanto osannato dai suoi apologeti, quando lo comprende lo fà solo in vista e con lo scopo di quanto possa rendere a coloro che mettono in atto i meccanismi di sfruttamento del materiale umano ed anche per continuare ad esistere esso stesso come sistema.Se ne strafotte della dignità umana, (…)

  6. …non possiamo cambiare ciò che siamo ( il naturale istinto di sopravvivere il più a lungo ed il meglio possibile…. possiamo cambiare la credenza che questo sia possibile solo attraverso un continuo cambiamento positivo (+), mentre quello negativo ( – ) porta all’estinzione di quel particolare ramo della Vita……basta guardare al “mercato”….un’azienda che annuncia un profitto di 420milioni di sterline per il suo ultimo trimestre, viene considerata sull’orlo del “fallimento” perchè il profitto risulta essere 30milioni di sterline meno del trimestre precedente……l’azienda si è “incamminata” sulla strada che porta ad una sicura estinzione…..cambiamento negativo ( – ).

  7. il meccanismo di cui lei parla è frutto della nostra credenza su come si svolge la Vita……credo ci sia una bella diferenza fra un mondo basato sulla ricerca di un più o meno costante profitto, ed uno, quello odierno, basato sulla ricerca di un costante sempre più alto profitto…….forse perchè i cambiamenti positivi (+) portano alla prosperità mentre quelli negativi (- ) portano ad una sicura estinzione….l’organismo il cui collo si allunga sempre di più sopravviverà e prosperirà a spese del suo simile il cui collo non si è allungato o si è allungato di meno……..di conseguenza “l’ingordigia economica” riceve una grandissima spinta dal concetto di Vita che vede la stessa basata sul continuo cambiamento, dove solo quello poisitvo (+) è promotore della continuità della Vita stessa…..ognuno di noi cercherà di stare in vita il più a lungo possibile ed il meglio possibile…..mettiamo insieme questo naturale istinto (sopravvivenza) con il concetto di Vita che abbiamo, ed il risultato non può essere altro che quello che abbiamo oggi.

  8. Scusa Carlo (Sacco), a cosa ti riferisci quando dici “ricchezza”?

  9. carlo sacco scrive:

    Donatelli, le ragionevolissime e plausibili due domande che lei formula alla fine del suo post sono di una chiarezza assoluta di come si deve porre il problema.La risposta estremamente semplificata ritengo che possa essere la seguente : il progresso di per se non porta a nessuna variazione dello status esistenziale degli uomini perchè (e mi ripeto)avviene ed è impiegato sotto l’egida e le regole dell’economia di un sistema che privilegia il profitto privato in primis e rimanda il beneficio pubblico ad impieghi e questioni di secondo e terzo ordine. Occorre osservare che ciò che è contenuto in un bene prodotto è la destinazione sociale e quindi intrinsecamente il bene contiene tale ”finalità”. La contraddizione è che il bene viene invece prodotto con primaria finalità di profitto e non per il benessere sociale. L’uso ed il beneficio di questa finalità spetta al privato, dopo che il fattore lavoro ha trasformato la materia prima in bene sociale. Se non si esce da questo dilemma non si risolve nulla, ma la forza per uscirne attiene alla comunità e non al singolo, e la storia stà lì a dimostrarlo. La risposta alla seconda domanda è consequenziale: le intelligenze e le buone intenzioni sparse nel mondo non producono alcun cambiamento poichè ciò che è da cambiare è il meccanismo di accumulazione e di ripartizione della ricchezza che attua questo sistema.

  10. Nel mondo, ogni tanto, avviene qualcosa che rende palese quello che tutti temono. Il genio politico e il genio profetico, se riescono a dare un “nome” a ciò che è sotto gli occhi di tutti, possono cambiare il pensiero del mondo. Ormai il mondo è piccolo…..la gente mormora. Quello che sta avvenendo nel mondo e che ancora nessuno vuol nominare, nonostante le ripetute tempeste finanziarie, è il fatto che il danaro non vale più niente… mentre resta importante il lavoro, le relazioni umane, l’ ambiente di vita, la dignità della Persona, la pace tra i popoli.
    Il nostro futuro non dipende dai beni che possediamo Vi consiglio due letture dal Vangelo di Luca: Lc 16, 1-13 e soprattutto Lc 12, 13-14.

  11. carlo sacco scrive:

    Altra risposta breve:d’accordo ”che nessuno può avere ricette sicure per il futuro” ma una cosa è certa e lo è per tutti a questo punto: questi non sono disordini razziali e non è che noi ne siamo e ne saremo esenti perchè abbiamo una idea diversa della famiglia come si è detto.Ciò che sembra a noi un ”primato” per molti al di fuori dell’italia è un arcaico status. Qui si gioca al ribasso e si continua a spargere fumo a piene mani e comprendo in tale discorso anche i partiti della falsa opposizione perchè di tale falsa opposizione si tratta.Mentre si cerca di chiudere il cerchio con manovre studiate a tavolino di alleanze e spartizioni e fare le riforme solo a spese dei poveri ”Sagunto viene espugnata” da un manipolo di poche decine di persone che al vertice europeo decidono su chi premere la pressa.E sotto la pressa ci sono sempre gli stessi. Ecco perchè i discorsi stanno da poche parti e perchè si tratta di falsa opposizione specialmente di quei partiti creati sul nulla, che arrancano ma che non vogliono ostinatamente cambiare musica al loro interno.
    Li sentiamo tutte le sere ai TG ed anche un bambino capisce che non ce la raccontano giusta.

  12. Quando Brixton andò a ferro e fuoco (ero li), la causa fu le condizioni del quartiere che erano diventate intollerabili.
    Quello che sta succedendo ora in Inghilterra è un segnale, molto forte, che le condizioni sono diventate intollerabili non soltanto in questo o quel posto, ma dappertutto. I telefonini, ovviamente, aiutano nel “concordare i disordini”, ma l’intorrellanza generale rimane. ……ognuno la pensa in maniera diversa, cosi come è naturale che sia, ma, attraverso tutta la nostra storia ci sono sempre stati pensieri dominanti che hanno influenzato le varie ere. Quello odierno (Vita = Evoluzione) ha la stessa influenza di quando si credeva che il nostro mondo fosse fermo al centro dell’Universo. Sono convinto che il pensiero dominante odierno è la causa della presente crisi economica da cui tutto dipende, ed è anche la causa dei seri problemi che affligono la società moderna……non posiamo cambiare ciò che siamo, ma possiamo cambiare ciò che pensiamo.

  13. Mi permetto di confutare il commento del Sig. Scattoni. Quello che ha scritto è vero, ma è anche vero che i disordini odierni sono una cosa assolutamente nuova per Londra e per il resto dell’Inghilterra. Quando Brixton andò a ferro e fuoco, per esempio, non ricordo che il Parlamento venne convocato. Era un incidente isolato a Brixton. Questa volta è differente, è la conseguenza di ciò che ha scritto il Sig. Sacco, una conseguenza che riguarda tutto il nostro mondo più o meno civilizzato.
    Sono convinto che ci siano cause ben precise sulla sua origine, cause che prescindono dall’indole umana. Credo cha abbiano a che vedere con il “penso, per questo sono” che dovrebbe essere “sono (esisto), per questo penso per questo sono”………non possiamo cambiare ciò che siamo, ma possiamo cambiare ciò che pensiamo. Sono convinto che la soluzione è nel cambiare il pensiero moderno.

  14. carlo sacco scrive:

    Che nessuno abbia ricette sicure per il futuro non ci piove ma ciò che stà avvenendo è un segnale che anche nel mondo occidentale ”la misura è colma”, ed il fatto dei disordini che hanno avuto la scintilla dall’uccisione da parte della polizia del pregiudicato è solo un pretesto per dire ”vedrete gli equilibri rientreranno, il mondo è sempre andato avanti così….” stiamo andando, secondo me, verso una insurrezione globale che mostra I LIMITI ASFITTICI E NEGATIVI DI QUESTO SISTEMA ECONOMICO” che è anche un modo di pensare di maggioranze di società dove è stato inculcato dai media globali che consumare in un certo modo si può.,Oggi, ammassato raccolto, ne raccogliamo i frutti.,Coloro che tentano di coprire la catastrofe globale facendo i ”pompieri”, come succede in casa nostra, sono i mestatori politici più diffusi e sono il supporto più essenziale a questo sistema.,Non sò quello che ci riserverà il futuro,,ma da ricordarselo: nel 1921 industriali, agrari e segmenti importanti della società riuscirono a mettere poveri contro poveri e la società autoritaria si affermò acclamata dagli stessi poveri, poi venne inevitabilmente la guerra! E’ il sistema che partorisce questo e che fino ad oggi ha fatto sfogare la guerra alle sue periferie continuando a campare fra due guanciali e spargendo fumo negli occhi.,Col catastrofismo non si va lontano ma tutto parla questo linguaggio e non volersene rendere conto è da,
    quantomeno, collusi. Il sistema di spartizione della ricchezza va cambiato ma nessun sistema sociale in occidente l’ha mai fatto e ne mai lo farà: a questo dovranno pensare le sue vittime !

  15. pscattoni scrive:

    Il fattore razziale in Gran Bretagna a mio avviso pesa assai più che in Italia. Anche la coesione sociale e il ruolo della famiglia ha un peso assai diverso nei due paesi. Ricordo che alcuni anni fa a Newcastle, città che conosco abbastanza bene, scoppiarono disordini molti simili a questi. Poi più niente. ll malcontento giovanile è un fiume carsico che ogni tanto emerge. Che sia questa l’ultima tappa di un rivolgimento mondiale non è ancora certo.
    Nessuno sembra avere ricette sicure per il futuro.

I commenti sono chiusi.