La calda estate dell’assessore Ceccobao

di Anna Duchini

La natura delle polemiche politiche non sempre prende la via seriosa e  tromboneggiante. Qualche volta sa anche essere spiritosa e  originale.

Come quella sollevata dai pendolari del Mugello, stufi dei continui disservizi ferroviari, verso l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao.

Il video, diffuso da fantomatici martiri de “Al-Faentina” si rivolge all’assessore sulle note di Bella ciao. Facciamoci due risate cliccando:

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/5-agosto-2011/noi-martiri-al-faentina-1901243892150.shtml

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5 risposte a La calda estate dell’assessore Ceccobao

  1. lucianofiorani scrive:

    Purtroppo anche questo del treno rischia di essere ormai un tema da campagna elettorale.
    Se ne fa un gran parlare prima delle elezioni e poi più niente, e torna ad essere un problema per “addetti ai lavori” (ferrovieri, pendolari e studenti).
    E’ tutta la zona che deve assumere come questione centrale quella dei collegamenti ferroviari, altrimenti verremo tagliati fuori dalle grandi direttrici di traffico con conseguenze che sono facili da immaginare.
    Sono le linee guida nazionali, che rispondono a criteri e interessi ben precisi, a dover essere messe in discussione, come sottolineavano Scattoni e Miccichè.
    Altrimenti hai voglia ad inventarti i “regiostar”.

  2. pmicciche scrive:

    Il fatto è che non si può fare a meno della politica e quindi della funzione “guida” di alcune grandi linee “ideologiche”. Tra queste spicca il ruolo del servizio pubblico che viene messo sempre più in discussione – e in molti campi – a favore della “redditività”, concetto peraltro assai poco chiaro. Redditività, ma di chi? Mandare al lavoro migliaia di persone oppure permettere al turismo di articolarsi nella variegata territorialità italiana, non ha forse un forte impatto sulla “redditività”? La Sinistra da tempo non sta più svolgendo il suo ruolo né si rianima ora che i danni dei vari “thatcherismi” si stanno manifestando nei loro effetti più drammatici. Il peggio poi deve ancora avvenire e lo vedremo da un lato con l’utilizzo di ingenti risorse per opere faraoniche e dall’altro con la prossima entrata “vera” dei privati sulla nostra rete ferroviaria. Il treno è un grande strumento di libertà e di ecologia che va salvaguardato. Non essendoci più i partiti che veicolano questa esigenza, i cittadini dovranno far sentire la loro voce direttamente. A Chiusi, nel Mugello come nel resto d’Italia.

  3. pscattoni scrive:

    Sono stato fra i primi firmatari dell’appello di Cecilia (Lucenti) e Paolo (Miccichè). E’ forse venuto il momento che i “cento” firmatari passino all’azione.Si tratta di capire quanto stazioni come Arezzo, Chiusi, Orvieto e Orte possano rimanere “agganciate” alla direttissima, altrimenti sarà la fine per molte zone, la nostra prima di tutte.
    Il secondo obiettivo è quello di disegnare una strategia per la valorizzazione delle linee cosiddette “secondarie”. A chile le vuole chiudere o ulteriormente depotenziare dobbiamo dimostrare che possono essere una grande opportunità di sviluppo.
    I sette chilometri in sotterranea costeranno, se andrà vene, 1 miliardo e 350 milioni. 240 milioni soltanto l’avveniristica stazione di Norman Foster. E quanto si spenderà nel resto della rete toscana2

  4. anna duchini scrive:

    D’accordo con Paolo Scattoni il problema è destinare risorse alla locale e media percorrenza invece che insistere ad affossarle a vantaggio dell’alta velocità.
    Con questo scopo è stato anche promosso il sito: http://www.vivailtreno.it/.

  5. pscattoni scrive:

    Il video è divertente. Il problema comunque non è di poco conto. Dopo la propaganda sui “regiostar” e amenità varie, il nodo è finalmente arrivato al pettine e bisogna scioglierlo. Le risorse sono ormai scarse e la cosa peggiore che può accadere è che il conflitto venga trasferito sui pendolari: quelli del Mugello contro quelli del senese, etc.
    Lo scontro vero invece è fra gli interessi dell’alta velocità e quelli della mobilità locale e a media percorrenza. E’ evidente che questi interessi siano difficilmente conciliabili.
    Non mi pare, però, che l’attore Regione sia preoccupato di questo. Allora dopo una sana risata si dovrà cominciare a focalizzare l’attenzione su ciò che veramente conta.

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