Piano strutturale: quanti e dove i nuovi abitanti (parte III)

di Paolo Scattoni

Continuando con  l’analisi del documento apocrifo, andiamo ad analizzare le previsioni di edilizia residenziale. La tabella allegata dice che sono addirittura 2.287 i nuovi abitanti da insediare.

Se però andiamo ad analizzare il grafico dell’andamento della popolazione degli ultimi 60 anni vediamo che Chiusi ha avuto una popolazione sostanzialmente

Andamento popolazione 1951- 2011

stabile: dalla punta massima del 1981 di 9.244 abitanti a quella minima di 8612 del 2001. All’epoca del censimento di quest’anno possiamo stimare che la popolazione si assesterà intorno agli 8.800 abitanti.

Perché allora sovradimensionare in questa misura? Il documento apocrifo non lo dice e leggendo gli elaborati del quadro conoscitivo la previsione è del tutto ingiustificata. Soprattutto, però, ci si è dimenticati di condurre alcune analisi fondamentali. La più importante di queste riguardala valutazione di quanti appartamenti sono oggi vuoti. Da una grezza analisi speditiva basata sui cartelli di vendesi e affittasi si direbbe una notevole quantità. Comunque prima di arrivare a prevedere un  fabbisogno per oltre il 25% della popolazione attuale bisognerebbe valutare in che misura le residenze esistenti siano utilizzate.

 

Distribuzione della nuova popolazione

Ci sono poi altre analisi da condurre. Se analizziamo l’ultimo grafico vediamo che una parte consistente delle nuove previsioni (ben 100.000 mc) sono localizzati nel “recupero” di manufatti in zona agricola non utilizzati per l’agricoltura (laboratori artigiani etc,).

Anche qui non ci pare che sia stata fatta un’indagine che invece sarebbe assolutamente necessaria. L’insediamento di oltre 750 abitanti, quasi il 10% della popolazione del comune, farebbe inorridire la maggior parte degli urbanisti. Sentiremo che cosa ci dirà (ammesso che quella previsione passi l’esame di Provincia e Regione) al riguardo il progettista. Sulla potenza distruttiva delle “case a casaccio” abbiamo già scritto e rimandiamo quindi a quell’articolo

Ci sono poi le robuste previsioni su Montallese,Santa Caterina- Poggio Gallina e Porto di Mezzo e sull’impatto negativo sul paesaggio. Per Santa Caterina e Porto di Mezzo è dubbia la definizione utilizzata di Unità Territoriale Organica elementare, ma sarà oggetto di un prossimo articolo. (continua)

Questa voce è stata pubblicata in ECONOMIA, SOCIALE, TERRITORIO. Contrassegna il permalink.