Piano strutturale: previsioni realistiche per favore (I puntata)

Archivio Sacco- Chiusi panorama di ponente, 1915 (circa)

di Paolo Scattoni


Il 12 alle 16 in Consiglio comunale il sindaco farà alcune comunicazioni sul Piano strutturale. Di cosa si tratta ancora nessuno lo sa. Insomma una sorpresa. Chissà se sarà data ai consiglieri la possibilità di dibattere. Le comunicazioni non lo prevedono, ma magari questa volta si farà un’eccezione, chissà.

Noi non possiamo che partire da quello che si sa. Nel “poro blog” scoppiò come un a nuvola a ciel sereno; un comunicato di Sinistra Ecologia e Libertà che annunciava previsioni da 1.800.000 metri cubi. previsioni da città con decine se non centinaia di migliaia di abitanti. Ci furono richieste di rendere pubblici i documenti. Ma né il Comune né SEL resero pubblico il documento. Poi, però, l’allora segretario Paolo Giglioni puntualizzò che quella previsione riguardava per due terzi (1.200.000 metri cubi) residui del vecchio piano e un terzo (600.000 metri cubi) di nuova urbanizzazione, su terreni oggi a destinazione agricola.

Soltanto negli ultimi giorni della campagna elettorale il documento venne spiegato in maggiore dettaglio e alla fine pubblicato. E’ stato più volte chiesto, anche con interrogazioni, se quel documento sia o no autentico. Non c’è stata mai risposta. Questa ritrosia ha fatto pensare che fosse autentico, tanto da far scrivere che il piano (che nessuno conosce) sia praticamente pronto.

Partiamo allora da quel documento e analizziamolo punto per punto. La quantità complessiva è fissata nei famosi 1.800.000 metri cubi.

La previsione è ovviamente assurda. Si tratta di un ordine di grandezza che potrebbe interessare una città come Firenze. C’è altro da aggiungere? Si, che probabilmente quantità di questo genere non potranno essere accettate dalla Regione. Bisognerà vedere quanto si taglierà e quanto alla fine si “abbozzerà”, come si dice a Firenze, perché anche l’ultimo dei comuni della Toscana abbia il suo Piano strutturale. La vicenda assomiglia pericolosamente a quanto avvenne nel 1974 con il PRG. Le conseguenze le stiamo ancora pagando. (continua)

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