Su Piazzetta Garibaldi perché non utilizzare il question time?

di Paolo Scattoni

Ritengo che il question time introdotto, anche se con molto ritardo rispetto alle previsioni, debba trovare la dovuta attenzione da parte della cittadinanza. Questo post vuole sottolineare la sua importanza come strumento di partecipazione.

Sono indotto ad intervenire avendo seguito il dibattito che si è svolto su Facebook in relazione alle conseguenze della esecuzione non proprio attenta di Piazzetta Garibaldi. Molti degli interventi critici sono segnati da stanchezza per preoccupazioni e denunce inascoltate. Nel citato dibattito su Facebook è intervenuto anche chi aveva a suo tempo espresso preoccupazione al sindaco di allora sulla sorte degli alberi ricevendone rassicurazioni. Ora nel Palazzo tutti sembrano far finta di niente.

Io credo che lo strumento del question time possa servire a far uscire allo scoperto chi magari preferirebbe che non se ne parlasse. Poi se costretti se e parla dando la responsabilità “a quelli di prima”.

Mi permetto, però, di sottolineare come la natura della Pubblica Amministrazione è quella di procedere per atti. Insomma contano gli “scritti” mentre gli “orali” non contano niente se non poi formalizzati in documenti scritti.

Per quanto riguarda lo specifico di Piazzetta Garibaldi occorre chiedere a chi ci governa a cosa si deve la fine di cinque alberi. Perché la ditta che aveva vinto l’appalto non è riuscita ad eseguire il progetto (da molti di noi criticato) preservando quegli alberi che all’epoca immagino costarono un bel po’ e che con gli anni avevano aumentato il loro valore?

In questo blog si possono trovare molti articoli su quel progetto, ma un blog non può sostituire un archivio pubblico. Da qui l’invito ad utilizzare il question time. Le nostre domande e le relative risposte diventeranno pubbliche. Non è un compito difficile ne gravoso ma col tempo i risultati potrebbero essere rilevanti.

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