La scuola superiore di Chiusi: molto si può ancora fare

di Rita Fiorini Vagnetti

Come si potrebbe non essere d’ accordo con quanto scritto a proposito della importanza dell’istruzione scolastica per una società che ha tanto bisogno di seri punti di riferimento, di essere preparata con validi contenuti, ma soprattutto che dovrebbe crescere all’insegna di “principi e valori”.
Non è solo necessario conoscere e studiare la Costituzione nei suoi articoli se non si hanno esempi che possano con i comportamenti dare un senso, un significato agli stessi

La scuola nella sua accezione più alta è il luogo delegato a tali funzioni, una scuola qualificata ad istruire e formare, forse quella alla quale pensano le persone come Romano Prodi, come Luciano Corradini e l’ elenco potrebbe essere veramente vasto di nomi che, alla scuola e per la scuola, hanno dato tanto. Un vecchio adagio della mia giovinezza diceva “Non si conosce un ben se non si perde“. Ecco lentamente e senza stare a dilungarsi sulle varie cause, la scuola superiore di Chiusi ha perso il suo smalto di richiamo, di orientamento. Si è lasciata andare quasi ad una forma di pacata rassegnazione che non ha saputo valorizzare  i tesori che nascondeva e che, a quei tempi, cominciava a riconoscerne anche la funzione  tecnico – professionale e di funzione sociale

Penso di essere delegata ad esprimere un tale giudizio come ex docente e dirigente scolastica di quella stessa scuola che ho cercato di sostenere e promuovere anche da consigliere di minoranza nell’ormai lontano Consiglio comunale di cui ho avuto l’onore di far parte. Purtroppo non ascoltata, anzi, in qualche modo, emarginata da una  forma di atavico pregiudizio: “è la maggioranza che è sovrana e quindi decide”(strano modo davvero, viene da sottolineare, di opporsi al concetto di sovranismo!). Non ne voglio fare una contrapposizione politica. Non è  né il momento né il luogo adatto

Però è con dispiacere pensare di non riuscire a dare risalto ad un istituto superiore che aveva già manifestato un segnale importante di rinnovamento, di adeguamento alla “scuola” che stava cambiando, che guardava ad un futuro diverso, che dava valore e cominciava a credere ad un tipo di istruzione tecnica, di preparazione di una società in continua evoluzione, dove, oltre al sapere, è necessaria la preparazione e l’applicazione pratica

Una scuola di tipo europeistico, che organizzava  incontri, scambi, gemellaggi, sia in Italia che all’estero, con memoria nei libri,(1995-1996), presentati in una cerimonia ufficiale a Roma, nei cortili d’onore del Quirinale, al presidente Oscar Luigi Scalfaro.

“Cambia la scuola nell ‘Europa che cambia”
“Una scuola sempre più europea”
” E ora siamo in Europa,l avventura continua oltre il 2000″

Non si può e non si deve perdere tale patrimonio, l ‘orgoglio di Chiusi e vorrei aggiungere di tutto il territorio. È con questo spirito e, nei limiti delle mie possibilità, che vorrei accogliere il suggerimento del prof. Scattoni, rivolgendomi all’attuale amministrazione comunale di Chiusi, il cui sindaco è uno dei diversi ex alunni  proprio di quella scuola che va amata e sostenuta, a prescindere dalle oggettive difficoltà.
Molto si può ancora fare, magari ripartendo proprio dalle pubblicazioni citate, richiamando, ove possibile, coloro che hanno, allora, con vero entusiasmo collaborato.
Sarebbe  come riconoscere le nostre origini, riconoscere il passato per entrare nel presente e prospettare il futuro.
È il mio augurio e la mia speranza

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7 risposte a La scuola superiore di Chiusi: molto si può ancora fare

  1. pscattoni scrive:

    Se per i licei i contenuti rimangono piuttosto stabili, per un istituto tecnico o professionale i mutamenti sono assai veloci. Pochi dieci anni fa immaginavano la necessità di formazione in campi come l’automatica. Quali saranno le necessità di aggiornamento nella transizione ai motori elettrici? Si potrebbe continuare a lungo. Una scuola tecnica o professionale ha bisogno di confrontarsi con l’innovazione con un coinvolgimento con l’esterno. Il Caso di Laboratorio Ambiente ha rappresentato un passaggio fortunato. Sarebbe auspicabile che esperienze del genere siano sempre più frequenti.

  2. Rita Fiorini scrive:

    Forse non sono riuscita a spiegare bene il mio pensiero in un intervento che non voleva essere una forma di autoelogio in modo così trasparente, da essere anacronistico. È vero che potremmo tornare alla notte dei tempi per ricordare tanti personaggi scolastici di spessore che hanno contribuito a fare la storia della scuola
    Dura e determinata fu la battaglia, per esempio, per ottenere l autonomia dall’istituto Redi che ora, ironia della sorte, per il dimensionamento, è stata nuovamente persa.
    Il mio intervento andava nella direzione di contribuire con esempi, citazioni, comportamenti, al rilancio della nostra scuola.
    Nel momento, a mio parere, ci sono oggettive difficoltà di gestione, di inserimento sociale, di cambiamento del modo di concepire il ruolo della scuola, adeguandolo ad una realtà in continua evoluzione. Ritengo, pertanto, che si potrebbe forse fare di più, senza retropensieri o riferimenti critici, andando ad attingere, ove possibile, anche a quel mondo di attività, di iniziative, di proposte di cui la scuola è ricca e che fanno parte del percorso della memoria e dei ricordi, patrimonio indiscusso di tutti coloro che hanno avuto la “fortuna” di frequentare il “nostro istituto”
    Mi si consenta questa piccola orgogliosa affermazione con il doveroso riconoscimento anche del prezioso ed immane lavoro svolto da tutti gli operatori scolastici, dirigenti, docenti, personale ata

  3. pscattoni scrive:

    Ringrazio Carlo (Giulietti) per la citazione. Vale la pena completare per quanto possibile il quadro. Partecipò a uno dei corsi di introduzione ai microprocessori anche la professoressa Lucia Moretti, docente del Graziano da Chiusi. Convinta dell’importanza dell’argomento ha poi organizzato una sperimentazione con gli studenti del Graziano da Chiusi. con l’aiuto di due allievi dell’Istituto Valdichiana che a loro volta avevano partecipato a Laboratorio Ambiente. Così ora il Graziano da Chiusi ha un suo laboratorio sui microprocessori. Mi piace ricordarlo perché   un esempio dell’utilità di iniziative aperte. Chi poteva immaginare che una docente di lettere potesse cogliere l’occasione per progetto di questo genere? Se oggi ci sono studenti che scelgono di iscriversi all’Istituto Valdichiana è anche perché hanno cominciato a sperimentare con attrezzature ormai disponibili a tutti a costi contenuti.

  4. Carlo Giulietti scrive:

    Solo una integrazione a quanto scritto da Paolo Scattoni, sempre attento al “patrimonio” formativo della nostra scuola superiore, perché fu proprio grazie ai suoi suggerimenti, che nel suo pendolarismo quotidiano con la Sapienza di Roma aveva conosciuto alcuni esperti di varie attività tecnologiche, che introducemmo all’interno della scuola una delle prime attività innovative extracurricolari, avviando un corso formativo per il conseguimento dell’attestato formativo della “CISCO”. Questa è una tra le più importanti società internazionali che si occupano di reti informatiche e loro sicurezza (semplificando), oltre che di formazione in questo settore.
    Tanto per farne capire l’importanza, alcuni anni dopo il corso, uno studente non italiano, che nel frattempo si era spostato in Inghilterra, prima, e poi in Germania, tornò a ricercare la certificazione ché gli sarebbe stata utile per un possibile sbocco occupazionale, proprio in Germania.
    Questa attività ci consentì anche di ottenere il riconoscimento di sede formativa “Accademia CISCO”, che poi per una serie di circostanze non potemmo sfruttare appieno. Fu anche l’input alle future attività cui ha fatto riferimento Paolo, il quale ci mise anche a conoscenza dei finanziamenti regionali e ci stimolò a concorrere per ottenerli. Questi ci consentirono di mettere in piedi tutte le attività che dettero origine al progetto di scienza di cittadinanza “Laboratorio Ambiente”. Fu un peccato, poi, non trovare sponde locali per sfruttare le notevoli competenze che emersero tra gli studenti della scuola ed altre persone e non riuscire ad attivare un Fab Lab come naturale prosecuzione.

  5. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. Sarebbe bene rimanere sul tema del post che è quello del collegamento scuola-cittadinanza.

  6. carlo sacco scrive:

    ..e la Prof.ssa Nicla Capitini Maccabruni l’avete dimenticata? Ha retto le sorti di quella che fu la Sez. Staccata di Chiusi dell’ITC Francesco Redi di Montepulciano dove si sono formati centinaia e centinaia di ragionieri all’epoca,ma non solo,ancor prima della Prof.ssa Sira Serenella Macchietti,una studiosa quest’ultima appassionata e seria che tutta una generazione ricorda.La Prof.ssa Capitini era originaria di Chiusi ed era la facente funzioni di Preside di quella scuola ai tempi dello stesso Gaetano Ferrara,il cui solo nome e funzione incuteva rispetto agli alunni chiusini,rispetto che faceva sì che non volasse una mosca nelle classi quando le veniva a visitare.Oggi è un altro mondo e spesso-ma non parlo di Chiusi- per capire come sono cambiate le cose, le idee,i valori nella testa delle persone e spesso succede che i genitori convocati dai professori se la prendano con gli stessi insegnanti se i loro figli li percepiscano contrari a quanto disposto dagli stessi insegnanti e talvolta-,nei casi più estremi si sono segnalati casi di scontri fisici fra genitori ed insegnanti.Ai nostri tempi se fosse successo che noi studenti avessimo contrastato anche pesantemente con gli insegnanti e tale cosa fosse stata percepita dai genitori,i nostri babbi e mamme aggiungevano del loro sulla schiena dei figli;oggi si arriva a prendersela anche fisicamente con un insegnante:mala tempora currunt e difatti il risultato è visibile anche nella società.

  7. Paolo Scattoni scrive:

    Concordo con le considerazioni espresse dalla professoressa Fiorini. È fondamentale capitalizzare sulla storia della scuola di Chiusi. Non c’è soltanto da riscoprire l’opera della professoressa Macchietti che a suo tempo curò un volume a più mani sulla storia del Conservatorio, scuola dal 1785, che andrebbe ripubblicato e aggiornato con gli ultimi decenni.
    L’esperienza dei gemellaggi a cui accenna Rita Fiorini è ancora impressa nella memoria di molti ex studenti. Ci sono molte altre iniziative che sono servite a proiettare fra i cittadini la presenza della scuola. Possiamo ricordare l’adesione al progetto regionale del Treno della Memoria promosso presso il Valdichiana dalla professoressa Mencuccini sin dal 2013. Da ricordare il ruolo del professor Giulietti con i corsi serali per il conseguimento della maturità professione. Sempre Giulietti è stato promotore di Laboratorio Ambiente, aperto anche all’esterno con riconoscimenti importanti (vedi partecipazione al Maker Faire di Roma e sito regionale dell’Autorità per la Partecipazione). Su quella esperienza sono poi nati i corsi per il conseguimento del brevetto per la gestione dei droni. Molto si potrebbe dire ancora. C’è soltanto da sottolineare che questo pedigree potrebbe essere riscoperto e valorizzato nel momento in cui si aprono le iscrizione per la scelta dei corsi delle superiori.

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